Fisco e imprese: Confesercenti propone un patto triennale

Le Associazioni delle piccole e medie imprese, ed in particolare la Confesercenti, per voce del suo presidente, Marco Venturi, chiede al Governo, al fine di uscire dalla situazione di emergenza, di aprire un tavolo di confronto finalizzato all’istituzione di un patto della durata di tre anni che spazi dai consumi al credito passando per il fisco. Il patto, tra l’altro, dovrà servire per fare in modo che molte piccole e medie imprese evitino la chiusura, possano crescere ed innovarsi e possano altresì superare alcuni svantaggi competitivi presenti. Tali richieste, in particolare, sono state formulate dal Presidente della Confesercenti nel corso di un intervento durante il quale è stata presentata una ricerca sul “quadro macroeconomico per l’economia italiana” a cura dell’Ufficio economico dell’Associazione di categoria in collaborazione con il Ref.

Controlli fiscali: al via collaborazione Italia-San Marino

Nella giornata di ieri si è tenuta una riunione tra i tecnici del Dipartimento delle Finanze e del Bilancio della Repubblica di San Marino, e quelli dell’Agenzia delle Entrate per iniziare ad affrontare il tema di una collaborazione tra i due Paesi a livello fiscale riguardo agli italiani che, essendo residenti a San Marino, risultano essere iscritti all’Aire, l’anagrafe dei residenti all’estero. Nel corso dell’incontro, che l’Agenzia delle Entrate ha definito come costruttivo, si è provveduto a gettare le basi per avviare in breve tempo una collaborazione con l’intento di scambiare informazioni sui cittadini italiani che hanno la residenza nella Repubblica di San Marino. Di conseguenza, presto il Fisco italiano dovrebbe entrare in possesso dei dati sui residenti a San Marino in linea con l’azione di contrasto ai “paradisi fiscali”, ovverosia a quella pratica fraudolenta che porta molti contribuenti italiani a dichiarare delle residenze fittizie in Paesi esteri al fine di sfuggire alla tassazione italiana ed avvalendosi, quindi, di regimi fiscali agevolati e privilegiati.

Federalismo fiscale: i pensionati chiedono servizi e sanità efficiente

In Italia i pensionati sono preoccupati sulle ricadute a livello economico e sociale che avrà su di loro il federalismo fiscale; in scia ai processi di riorganizzazione dello Stato, che comunque non saranno brevi, i pensionati sono infatti molto interessati a come verrà strutturata l’offerta dei servizi sociali e di quelli sanitari. In merito se ne parlerà dall’11 al 13 settembre prossimi durante l’undicesima Festa nazionale dei pensionati della Confederazione Italiana Agricoltori; la manifestazione, organizzata dall’Anp, l’Associazione nazionale pensionati, sarà proprio l’occasione per fare il punto su come il federalismo fiscale sarà in grado di generare ricadute, auspicabili positive, sul sistema delle autonomie.

Il governo delle Maldive introduce una nuova tassa ambientale

Si può parlare a ragione di “svolta verde” per le Maldive: l’arcipelago dell’Oceano Indiano ha infatti deciso di istituire una vera e propria tassa ambientale, che consiste nel pagamento di 3 dollari al giorno da parte dei circa 700.000 turisti che ogni anno puntualmente vi fanno visita. Il progetto rientra nell’ambizioso programma messo a punto dal presidente Mohammed Nasheed, il quale già da tempo ha promesso di far diventare le Maldive il primo paese al mondo con emissioni zero per quel che riguarda l’anidride carbonica. La legge su questa nuova normativa verde dovrà ora passare al vaglio del Parlamento, ma le intenzioni sono comunque ben chiare: il governo mira infatti ad ottenere circa 6,3 miliardi di dollari ogni anno dalle riscossioni del tributo in questione, una misura ritenuta fondamentale per fronteggiare adeguatamente la crisi economica. La tassa delle Maldive verrà sostanzialmente applicata su tutti quei turisti che vanno a utilizzare i villaggi, anche perché la minaccia dell’innalzamento del livello del mare è sempre più incombente. Bisogna ricordare, tra l’altro, che l’economia maldiviana ha un valore di circa 850 milioni di dollari.

 

Anche l’Austria “molla la presa” sul segreto bancario

L’Austria dà il via ad importanti cambiamenti per quel che riguarda l’ambito fiscale: verranno infatti create delle norme apposite volte ad allentare il segreto bancario e in modo da allineare la nazione europea agli standard fissati dall’Ocse circa lo scambio di informazioni tributarie. La decisione è arrivata direttamente dal Comitato per la finanza del Parlamento, il quale ha approvato appunto una legge che consentirà all’Austria di porre basi ben solide per la cancellazione dalla famosa lista grigia dell’Ocse. Importante è stato, in questo senso, l’appoggio di due partiti di opposizione, i Verdi e l’Alleanza di destra. Come è noto, anche l’Austria deve provvedere alla firma di dodici accordi che contengano gli standard richiesti dall’Organizzazione parigina in materia di assistenza amministrativa; per il momento sono stati sottoscritti accordi fiscali fondamentali con la Svizzera e il Lussemburgo, nazioni nel mirino del Report del Global Forum dell’Ocse relativo al 2008. Soprattutto per quel che concerne l’intesa austro-svizzera, il 15 luglio scorso si sono concluse le trattative sull’estensione dell’assistenza amministrativa in ambito fiscale ed è stata anche parafata la revisionata Convenzione sulla doppia imposizione.

 

Istruzione e formazione: le esperienze fiscali nell’Ue

Il prossimo 22 settembre è la data scelta per una conferenza che si terrà a Bruxelles per analizzare i risultati di una ricerca riguardante le forme di sostegno nell’Unione Europea. L’argomento è molto interessante ed attuale e si tenterà di cercare un modo in cui le politiche fiscali siano idonee a sostenere istruzione e formazione, andando a ridurre i costi per le imprese e gli individui: la conferenza è stata organizzata dalla direzione generale dell’Istruzione e della Cultura congiuntamente a quella della Fiscalità e dell’Unione doganale della Commissione Europea. Nel corso del dibattito interverrà anche il Cedefop, per illustrare appunto tali dati. Non bisogna infatti dimenticare che proprio il mondo dell’istruzione rappresenta uno dei motori più pulsanti della crescita occupazionale ed economica, così come è anche emerso dalla strategia di Lisbona del 2000.

 

Avviso di liquidazione Iva: la decisione spetta al giudice tributario

L’avviso di liquidazione ai fini dell’Imposta sul Valore Aggiunto rappresenta un atto che può essere impugnato di fronte al giudice tributario, nel caso si vada ad interpretare in maniera estensiva l’articolo 19 del D.lgs 546/1992, recante “Atti impugnabili e oggetto del ricorso”. Questa disposizione è ciò che risulta dalle conclusioni a cui è giunta la Corte di Cassazione nel pubblicare la sentenza 17202 che risale allo scorso 23 luglio. Questa stessa sentenza si è resa necessaria dopo che un contribuente aveva proposto un ricorso alla Commissione tributaria provinciale di Milano contro una cartella esattoriale, in seguito proprio a un avviso di liquidazione; il ricorso alla Cassazione è avvenuto dopo la pronuncia negativa di primo grado, anche perché lo stesso contribuente aveva ravvisato nell’atto elementi della pretesa sostanziale. Il ricorrente riteneva inoltre che l’avviso di liquidazione ai fini Iva poteva essere equiparato solamente a un avviso bonario e quindi dotato della caratteristica della non impugnabilità.

 

La Svizzera svela i nomi anche di 3.000 contribuenti francesi

È ora il turno della Francia di bussare alle porte delle banche svizzere: in effetti, Eric Woerth, ministro transalpino del Budget, ha fatto sapere di aver ottenuto i nominativi di ben 3.000 contribuenti francesi titolari di conti in istituti creditizi svizzeri (il totale dei conti ammonta a circa tre miliardi di euro). Come ha spiegato lo stesso ministro, questi soggetti avranno ora tutto l’interesse a regolarizzare la loro situazione nei confronti del Fisco, in quanto gran parte dei conti individuati devono essere collegati a fenomeni di evasione fiscale. I contribuenti in questione avranno tempo fino al prossimo 31 dicembre per sanare questa posizione tributaria, anche se Woerth ha già provveduto a stilare il calendario con tutti i successivi passaggi nella loto all’evasione. Per i prossimi giorni sono attesi i rappresentanti delle banche che si sono insediate in Francia: verrà loro richiesto, per l’appunto, di comunicare l’identità delle persone che hanno trasferito denaro e averi in altri paesi che presentano sistemi fiscali di vantaggio.

 

Federalismo fiscale: le implicazioni sull’Ue a 27

L’entrata in vigore della legge delega sul federalismo fiscale è stata senza dubbio un evento molto importante: attraverso questa introduzione normativa, infatti, si è proceduto alla riforma del titolo V della costituzione regolando l’assetto dei rapporti “tra centro e periferia”. L’intento principale del federalismo fiscale è soprattutto quello di riallocare l’equilibrio di risorse dal Nord verso il Sud, ma quello che bisogna sottolineare è che esso fa parte di un più ampio programma di riconfigurazione delle amministrazioni europee, anche e soprattutto mediante il rafforzamento del ruolo delle regioni (in particolare quelle dei paesi della Scandinavia) e il contenimento della parcellizzazione comunale. È ormai passato un anno dall’introduzione, in alcuni paesi dell’Unione Europea, di questo progetto: quello che bisogna comprendere ora sono le modalità di applicazione del federalismo all’interno dei paesi dell’Unione e quale livello di crescita può produrre il sistema impositivo di finanziamento dei vari stati, tenendo presenti le differenze che esistono a livello di amministrazione (vi sono ad esempio nazioni molto “centraliste”, come la Francia e il Regno Unito).

 

Canada: minidirect è il filo diretto con i contribuenti

Minidirect è il nome del nuovo account di posta elettronica che l’Agenzia delle Entrate canadese, la Canada Revenue Agency, ha messo a disposizione dei contribuenti dello stato nordamericano, in modo da avere un contatto più diretto con il responsabile nazionale delle Entrate e con il ministero dell’Agricoltura e del Lavoro. Questo particolare account può essere raggiunto, ovviamente, tramite il sito internet del Cra e selezionando, poi, la voce “Contatta il ministro”. Si tratta dunque di uno spazio web innovativo e interessante, che ha l’intento di far comprendere meglio le leggi fiscali ai cittadini, dato che, come ha annunciato lo stesso governo canadese, c’è l’interesse a conoscere tutte le opinioni.

 

Da Guantanamo alle Bermuda: quattro ex detenuti cambiano residenza fiscale

La chiusura definitiva della tristemente nota prigione di Guantanamo comporta anche una importante conseguenza dal punto di vista tributario: infatti, rimane aperta la questione relativa alle nuove residenze fiscali a cui devono essere indirizzati gli ex detenuti del carcere, ormai non più considerati come “combattenti nemici”. Un primo passo in questo senso era stato fatto dal governo svizzero, il quale si era dichiarato disponibile ad accogliere questi soggetti; il luogo ideale era stato individuato proprio nel cantone di Ginevra. L’inizio era stato dunque più che incoraggiante, dato che la diplomazia ha cominciato da subito a funzionare bene, col momento clou rappresentato dalla visita ufficiale, in territorio elvetico, dell’emissario statunitense incaricato della chiusura del carcere di Guantanamo. Ma le prospettive e le aspettative sono state incredibilmente disattese: all’improvviso è sceso il silenzio tra le parti, così come la riservatezza, una sorta di segreto bancario diplomatico. Il motivo di questo silenzio è presto detto: la vicenda che ha coinvolto Ubs e il fisco statunitense ha finito per prendere il sopravvento, condizionando in maniera diretta qualsiasi iniziativa che fosse diretta in ambiti diversi, come è appunto questa modifica delle residenze fiscali.

 

San Marino e le prime ammissioni sull’evasione fiscale

L’ultima relazione che la Banca Centrale di San Marino ha provveduto a consegnare al governo è stata finalmente improntata al realismo. Sono due, in particolare, le ammissioni che si notano maggiormente nel testo: anzitutto, il fatto che si cominci ad ammettere che l’economia locale riesce a sopravvivere in buona parte grazie all’evasione fiscale e, inoltre, che questa stessa evasione è da considerarsi come reato anche nella piccola repubblica. In questo modo verrebbe meno uno dei cavilli su cui si basa la magistratura sanmarinese per respingere le diverse rogatorie internazionali, vale a dire il fatto che non sia reato rubare su tasse e tributi. Il documento porta la firma di Luca Papi, il banchiere su cui il governo ha puntato molto per sostenere l’immagine e la credibilità internazionale di San Marino. Appare ovvia la pubblicazione di questo rapporto in un momento simile: la piccola repubblica, infatti, avverte sempre più il fiato sul collo del fisco italiano, col ministro Giulio Tremonti che ha posto in essere una vera e propria unità per indagare sui contribuenti italiani che hanno finora prediletto l’off-shore. Ma anche prima dell’intervento italiano, c’era stata l’operazione della procura di Forlì, con numerose indagini sulle banche sanmarinesi.

 

Niente fermo contabile per sospendere il rimborso Iva

Nel caso venga presentata un’istanza di rimborso ai sensi del Dpr 633 del 1972, il Fisco non può avvalersi dell’istituto del “fermo contabile” (lo strumento amministrativo introdotto dal Regio decreto 2440 del 1923), visto che la disciplina relativa all’Iva impone alcune garanzie nei confronti dell’Erario per proteggerlo da eventuali indebiti rimborsi d’imposta. Questa disposizione è quanto si evince dall’ordinanza che la Cassazione ha provveduto a pubblicare lo scorso 1°luglio. La sentenza si riferisce a un ricorso presentato contro la sospensione del rimborso del credito Iva relativo al 2005; la Commissione tributaria ha accolto il ricorso esulla stessa linea di pensiero si è “schierata” anche la sentenza dei giudici di appello, motivando il tutto con la violazione dell’articolo 69 del Regio decreto. La Cassazione ha invece respinto lo stesso ricorso prendendo a riferimento il fatto che in tema di rimborsi, esistono specifiche garanzie nei confronti dell’Amministrazione finanziaria, una condizione, dunque, che preclude il ricorso all’istituto del fermo amministrativo.

 

Irlanda: nuovi accordi per combattere le pratiche fiscali dannose

La lotta che l’Irlanda ha posto in essere nei confronti delle pratiche fiscali nocive connesse ai fenomeni di evasione internazionale è davvero molto intensa; la strategia delle autorità del paese britannico è quella di prevenire tali fenomeni mediante l’utilizzo di strumenti normativi che siano in grado di svelare le pratiche fiscali in quei paesi che, a causa di un regime tributario particolarmente conveniente, sono i più “adatti” ad operazioni artificiose come quelle sopracitate. È indubbio che in questo momento la lotta ai paradisi fiscali sia giunta in una buona fase e continui ad attirare sempre più consensi. I mezzi usati finora si riferiscono soprattutto alla diplomazia e alla cooperazione internazionale. Gli ultimi trattati che l’Irlanda ha provveduto a firmare in questo senso consentiranno di ottenere maggiori informazioni, in particolare con riferimento alle indagini bancarie: il numero delle intese è ora giunto a otto, dopo la conclusione degli accordi con le Isole Cayman e Gibilterra (giugno 2009), Guernsey e Jersey (marzo 2009) e con le Isole di Man. La lotta riguarda anche i fenomeni di dividend washing e dividend stripping.