Eurofisc: regole comuni in Ue per contrastare le frodi

In questi giorni é stata presentata dalla Commissione Ue una proposta articolata di riforma della disciplina sulla cooperazione nel settore Iva. La novità della riforma è la creazione di Eurofisc: una struttura operativa comune in grado di supportare gli Stati membri a una più efficiente comunicazione e una rapida azione di contrasto alle frodi Iva intracomunitarie.

Nell’odierna situazione economica è più importante che mai contrastare le frodi fiscali con effettività ed una cooperazione amministrativa tra le Amministrazioni Fiscali pienamente funzionante è lo strumento principe in argomento – ha affermato Laszlo Kovacs, Commissario europeo per la Fiscalità e le Dogane. Il mio obiettivo è di assicurarmi che le Autorità Fiscali abbiano tutti gli strumenti operativi e giuridici idonei per operare contro le pervasive frodi comunitarie Iva e che ciascuna Amministrazione possa efficacemente collaborare.

Le liste dell’Ocse si svuotano, ma per ora non hanno effetti sull’Italia

L’attività di adeguamento agli standard internazionali imposti dall’Ocse in materia di trasparenza fiscale prosegue a gonfie vele. In effetti, risale a pochi giorni fa l’annuncio, da parte della stessa organizzazione, di un altro importante risultato, vale a dire il raggiungimento di 12 convenzioni relative allo scambio di informazioni anche per quel che riguarda le Isole Cayman e le Isole Vergini, e la conseguente cancellazione dei due stati dalla cosiddetta black list. La “lista bianca”, ovvero quella che raggruppa i paesi maggiormente trasparenti, comprende ora 46 nazioni, con una progressiva riduzione dei paradisi fiscali più accaniti. Per quel che riguarda gli altri paesi che mirano ad uscire dalla lista nera, salvo i casi di Antigua e Barbadua e Antille Olandesi (le quali hanno già stipulato sette accordi), la maggior parte risulta ancora molto lontana dall’obiettivo.

 

La nuova legge svedese eviterà la doppia imposizione fiscale sui redditi

Sono ormai passati due mesi da quando il governo svedese ha presentato una proposta di legge molto interessante dal punto di vista fiscale: se infatti vi sarà l’approvazione, tale legge andrà a introdurre i cosiddetti Apa, acronimo che sta per Advance Princing Agreements nell’ordinamento tributario del paese scandinavo. Si tratta di una novità rilevante, in quanto fino ad oggi i contribuenti svedesi hanno dovuto anzitutto provveduto a determinare il metodo di calcolo dei prezzi di trasferimento transnazionali, al fine di evitare la doppia imposizione economica sui loro redditi. In questo caso, si è fatto riferimento al modello Ocse di convenzione fiscale dedicato alla Mutual Agreement Procedure, già presente in molti altri trattati sottoscritti dalla stessa Svezia. Cosa si intende per Apa? Sostanzialmente, si tratta di un’intesa tra il contribuente e il fisco, la quale consente di fissare il metodo di determinazione del prezzo di libera concorrenza in relazione alle transazioni oggetto dell’accordo.

 

I papers del Fmi: effetti e soluzioni fiscali legati alla crisi

I papers pubblicati di recente dal Fondo Monetario Internazionale hanno inteso mettere in luce quelli che sono stati gli effetti prodotti dalla crisi finanziaria sulle entrate delle amministrazioni fiscali, ma anche i metodi da utilizzare per porre un freno alle operazioni maggiormente elusive. Come ha sottolineato lo stesso Fondo, con la congiuntura economica negativa e il peggioramento delle condizioni finanziarie, le agenzie del fisco sparse in molti paesi hanno dovuto affrontare nuove sfide, legate soprattutto alla crescita del rischio di compliance (il quale ha coinvolto molte questioni tributarie) e le perdite riportate dalle imprese. Questo paper è stato intitolato “Collecting Taxes during an economic Crisis: challenges and policy options”. Il suo obiettivo è quello di esaminare molte tematiche di rilievo internazionale, tra cui la riscossione delle imposte durante la crisi, gli strumenti a disposizione del fisco per contrastare la stessa crisi e i rischi per il settore finanziario. Riguardo, poi, alla questione delle operazioni potenzialmente elusive ed evasive, il paper dell’Fmi ha concentrato la propria attenzione soprattutto sulla disciplina del riporto delle perdite e delle operazioni cross-border.

 

Il Belgio propone agevolazioni fiscali anche per i non residenti

Il Belgio sta per offrire delle nuove opportunità fiscali per i cittadini non residenti: infatti, anche coloro che non risiedono nello Stato dal punto di vista del Fisco, ma che comunque svolgono attività d’impresa potranno beneficiare della deduzione sui redditi derivanti da brevetti. L’interessante sconto fiscale si presta però a manovre artificiose, relative soprattutto alla quantificazione dei prezzi di trasferimento infragruppo. È proprio per tale motivo che le disposizioni sono state pensate anche per scongiurare questo rischio; i redditi che si riferiscono a soggetti esteri non sottoposti a tassazione in Belgio, non possono essere ammessi allo stesso modo all’agevolazione in questione. La normativa belga prevede, in effetti, una deduzione sui redditi che derivano dall’uso di brevetti, vale a dire i diritti di sfruttamento delle nuove invenzioni che possono essere applicate nel settore industriale.

 

Fisco britannico: le novità in materia di transfer pricing

Lo scorso 23 aprile lo Special Commissioner of Income Tax, il primo grado della giustizia tributaria britannica, aveva pubblicato una storica sentenza circa il transfer pricing, anche se, bisogna sottolinearlo, l’interesse valica i confini dello stesso Regno Unito. Si tratta di una questione fondamentale, che concerne la determinazione dei prezzi di trasferimento infragruppo e dei cosiddetti prezzi “comparables. Quale caso è stato al centro di questo confronto? La Dsg Retail Ltd, tra i maggiori distributori britannici per quel che riguarda i beni di largo consumo e i prodotti elettronici, era finita sotto l’attenzione del fisco del Regno Unito per i premi pagati tra il 1996 e il 2004 ad entità residenti nell’Isola di Man; in particolare, come già accennato in precedenza, la questione rilevante si riferiva alla determinazione dei prezzi di trasferimento.

 

La Corea del Sud diventa sempre più “verde” con i nuovi incentivi fiscali

L’esecutivo della Corea del Sud si è prefisso un obiettivo alquanto ambizioso: è infatti in fase di studio la promozione di investimenti nelle industrie cosiddette “a crescita verde”, anche ricorrendo alla leva fiscale, oltre all’ampio utilizzo di fonti di finanziamento destinate alle industrie del settore. Anche altri paesi dell’economia asiatica hanno deciso di puntare i loro sforzi sul potenziamento delle misure volte a ridurre gli effetti del gas serra; un esempio molto interessante in questo senso è fornito dalla Cina, la quale ha di recente annunciato un piano di investimenti (dovrebbe concludersi entro il 2020) per 15 miliardi di dollari al fine di sviluppare le energie alternative. Ma il presidente sud coreano, Lee Myung-bak è andato oltre: la sua idea è quella di rendere maggiormente disponibili le fonti di finanziamento del settore, creando appositi fondi di investimento, e, soprattutto, concedendo incentivi fiscali alle piccole e medie imprese che si impegneranno in tali progetti. La leva fiscale verrà innalzata dai 2 trilioni di won che sono disponibili quest’anno a circa 2,8 trilioni nel 2013; a questa cifra deve poi essere aggiunto il finanziamento che verrà elargito da Korea Development Bank. L’altra direttrice operativa lungo la quale il governo coreano intende mettere a punto i suoi programmi è quella della certificazione per la convalida dell’uso di tecnologie verdi e di progetti ecocompatibili.

 

Tremonti prosegue la stretta offshore sulle tasse

Una delle novità introdotte con le ultime misure anti-crisi firmate dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, potrebbero rovinare i sonni tranquilli di molti imprenditori che hanno deciso di sviluppare una fitta rete di società in paesi europei vantaggiosi dal punto di vista fiscale. Infatti, vengono estese a tutti i paesi stranieri le regole che sono attualmente previste per i paradisi fiscali veri e propri. Per fare un esempio, se una società controllata da soggetti italiani, ma con sede all’estero, pagasse localmente meno tributi rispetto a quello che succederebbe in patria, allora dovrà provvedere a versare la differenza al suo fisco nazionale. Qual è l’intento della norma? Sostanzialmente si vogliono limitare al massimo gli arbitraggi fiscali, vale a dire la scelta di collocare la sede di un’impresa in un paese che consente di pagare meno tasse. Sarà ora compito delle banche documentare che gran parte delle fonti di finanziamento e dei ricavi sono nate nel territorio di insediamento.

Il Fisco cinese rafforza i controlli sui prezzi di trasferimento

La State Administration of Taxation, il fisco della Cina, ha provveduto a potenziare e rafforzare i controlli sulle principali operazioni relative alla disciplina del transfer pricing. Si tratta di una disciplina che, negli anni recenti, ha avuto considerevoli sviluppi e che può contare su disposizioni normative molto variegate tra loro. In particolare, quando si parla di prezzi di trasferimento, si prendono a riferimento soprattutto il PRC Income Tax Law for Foreign-Invested Enterprises and Foreign Enterprises e i Guoshuifa numero 114 e numero 2 del 2008 e 2009. Molto importante è anche il Guoshuifa numero 85, sempre del 2009, il quale tratta dell’accertamento e della ripresa del reddito imponibile del contribuente, per quel che concerne, appunto, l’applicazione della disciplina del transfer pricing. L’obiettivo che si vuole perseguire con questa disciplina è quello di intensificare il controllo sulle operazioni di evasione fiscale: in questo senso, investimenti, operazioni societarie, transazioni e dati riportati nelle dichiarazioni dei redditi vengono sottoposti a verifica in caso di audit.

 

Iai e lotta alle frodi fiscali: è il turno della presidenza italiana

Dallo scorso 16 giugno l’Italia è alla presidenza della Iai, acronimo che sta per Iniziativa Adriatico Ionica: il mandato italiano scadrà a maggio 2010 ed è immediatamente successivo a quello tenuto in precedenza dalla Grecia. La Iai è stata istituita con la conferenza sullo Sviluppo e la Sicurezza nel mare Adriatico e Ionio del 2000 ed ha il fine ultimo di rafforzare e migliorare la cooperazione regionale tra le due sponde, soprattutto in ambito economico e fiscale, per agevolare l’avvicinamento dei paesi dei Balcani all’Europa. Si tratta comunque di un progetto tutto italiano, maturato sin dal 1989: tale cooperazione regionale ha il compito di coordinare i settori della sicurezza, il contrasto al crimine organizzato e all’immigrazione irregolare, anche e soprattutto intensificando la lotta alle frodi fiscali. Col tempo, poi, le finalità si sono ampliate e ora molti altri settori sono ricompresi nella sfera d’azione dell’iniziativa. Anche l’operato congiunto con le università e i centri di ricerca e sviluppo dei paesi del bacino dell’Adriatico e dello Ionio ha rafforzato le relazioni economiche.

 

Ubs e Fisco Usa: c’è l’accordo per evitare altre multe

La vicenda che sta coinvolgendo Ubs, una delle principali banche svizzere, e il Fisco statunitense è ormai chiara ai più: il governo americano ha infatti accusato l’istituto elvetico di aver agevolato un numero molto alto di frodi ed evasioni fiscali, ma è comunque in vista un importante accordo tra le parti. L’ipotesi che era stata paventata nei giorni scorsi, vale a dire una nuova maxi multa nei confronti della banca, è stata scongiurata in cambio dell’ottenimento di 5.000 nominativi dei clienti americani di Ubs (il totale ammonta a circa 52.000). Berna e Washington non hanno finora confermato nulla, ma è soprattutto la stampa svizzera a insistere su queste voci. Era stato il giudice di Miami, Alan Gold, a presentare una proposta di intesa: multa per l’istituto elvetico e fornitura di un numero ridotto di nomi. Ora invece starebbe diventando concreta l’eliminazione della sanzione pecuniaria, in quanto la consegna dei nominativi potrebbe avvenire nel pieno rispetto del segreto bancario che vige in Svizzera; si punterà molto sulla maggiore collaborazione riguardo la lotta all’evasione fiscale posta in essere di recente dall’accordo tra i due governi in tema di doppia imposizione.

 

Manovra d’estate: le principali novità fiscali introdotte

La cosiddetta “manovra d’estate” varata dal governo ha portato numerose novità di carattere fiscale, soprattutto nell’ambito dell’accertamento e dell’evasione. Anzitutto, risulta molto interessante la possibilità di azione che viene offerta al Pubblico registro automobilistico, il quale avrà il compito di segnalare al Fisco alcune situazioni anomale, come ad esempio il possesso di più di dieci autovetture. In tema di accertamento, poi, l’Agenzia delle Entrate potrà ora richiedere maggiori dati e informazioni riguardo a specifiche categorie di imprese; nel caso in cui, a seguito di un’irrogazione di una sanzione, l’ente abbia il timore di perdere la garanzia del proprio credito, esso può chiedere al presidente della commissione tributaria provinciale l’iscrizione di ipoteca sui beni del trasgressore. La richiesta di dati, informazioni e notizie, da parte dell’Amministrazione finanziaria, riguarda anche l’accertamento delle imposte sul reddito e di controlli sull’Iva; si tratta di una richiesta da inoltrare previa autorizzazione del Direttore Centrale dell’accertamento dell’Agenzia delle Entrate.

 

Il Fisco iberico apre un forum per ridurre i rischi delle grandi imprese

L’Aeat, l’Agenzia delle Entrate spagnola, ha provveduto a porre in essere un’interessante iniziativa: si tratta sostanzialmente di un Forum che andrà a operare come un organismo per condividere conoscenze e problemi relativi all’applicazione del sistema tributario, ma anche per ottenere una maggiore trasparenza informativa. Tale programma rientra nel raggio di azione del progetto di aggiornamento del Piano di prevenzione delle frodi fiscali, revisionato proprio lo scorso anno dalla stessa Agencia Tributaria (le principali misure si riferiscono, in particolare, al miglioramento dell’azione di dialogo con le grandi imprese). Sono le grandi imprese, appunto, a essere tenute in gran considerazione dall’Aeat, in quanto contribuiscono con il 40% al totale della riscossione fiscale lorda. Il forum di dialogo aperto in Spagna, comunque, segue da vicino le conclusioni delle recenti riunioni del Forum sull’Amministrazione fiscale dell’Ocse (soprattutto quelle di Seul e Parigi). Di questo forum andranno a far parte 27 imprese, le quali sono iscritte nella delegazione centrale dei grandi contribuenti di Spagna, e individuate in base al volume di affari e alle informazioni fornite nel corso degli anni al fisco.

 

Francia, è boom per le dichiarazioni online: +30%

Il 2009 è stato l’anno dei record per le dichiarazioni dei redditi presentate via internet dai contribuenti francesi: il numero di tali documenti elettronici è salito fino a 9 milioni 700mila, vale a dire un aumento di più del 30% rispetto ai dati fatti riscontrare nel 2008. L’annuncio è arrivato tramite una conferenza stampa del ministro del bilancio e dei conti pubblici, Eric Woerth, il quale ha anche dichiarato che l’obiettivo delle oltre 8 milioni di dichiarazioni è stato superato in maniera netta. Quali sono i motivi di questo successo? I contribuenti transalpini sono stati conquistati soprattutto dalle numerose semplificazioni introdotte nell’ambito della presentazione delle dichiarazioni. L’iter procedurale è scandito da tempi e fasi ben precise. Tra aprile e maggio il soggetto che deve effettuare la dichiarazione riceve dal Fisco il modulo già compilato; si ha poi tempo fino al 30 giugno per inviare il modello dichiarativo o, se si usufruisce della modalità elettronica, per presentarlo telematicamente.