Come è noto, la partita Iva rappresenta quella sequenza di cifre che identifica un soggetto che svolge un’attività determinante per quel che concerne l’imposizione del fisco: all’interno dell’Unione Europea, questo strumento consente quindi di riconoscere più facilmente un determinato contribuente, in base alla nazione di appartenenza (IT nel caso del nostro paese) e a una sequenza alfanumerica. Ma nel caso si volesse fare a meno di essa, come si può chiudere la partita Iva? Nel caso in cui l’attività sia venuta a cessare, ovviamente la sequenza in questione non ha più ragione di esistere, pertanto si deve presentare una apposita dichiarazione entro trenta giorni dall’ultima operazione che è stata posta in essere in relazione alla liquidazione aziendale. I modelli da sfruttare sono sostanzialmente due, vale a dire l’AA9/8 per quel che concerne le persone fisiche e l’AA7/8 quando si tratta invece di società.
Redazione
Contribuenti minimi: il reddito agrario non esclude l’adesione
Il regime dei contribuenti minimi è stato ideato dal legislatore per rendere ancora più semplice la vita fiscale di coloro che esercitano attività d’impresa, arti e professioni: l’accesso è previsto per coloro che in un anno solare hanno realizzato ricavi non superiori ai 30.000 euro e consente l’esonero da alcuni adempimenti, quali quello dell’Iva e dell’Irap. La risoluzione 27/E che l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a pubblicare due giorni fa ha fatto tornare d’attualità proprio questo argomento, precisando come l’esclusione da questo specifico regime tributario non abbia alcuna ragione di esistere nel caso di un reddito di partecipazione diverso da quello d’impresa e autonomo. Il documento si è reso necessario soprattutto a seguito di una vicenda che aveva visto coinvolto un contribuente, socio di una società semplice, il quale era intenzionato ad accedere al novero in questione per la propria attività di consulenza.
La flat tax conquista anche il neonato Sudan meridionale
Il continente africano si è arricchito di una nuova nazione: si tratta della Repubblica del Sudan del Sud, nome provvisorio che potrebbe essere mutato in Imatong o Kusch, con capitale a Juba. È una vera e propria costola del Sudan, una costola fortemente voluta dal popolo, visto che il 98,8% dei votanti ha deciso di costituire uno stato nuovo di zecca. Le novità andranno a riguardare soprattutto il versante del fisco, visto che il Sudan meridionale si appresta ad adottare a breve la cosiddetta flat tax, con tutti i benefici che tale sistema tributario comporta. La scelta del nuovo governo è andata in questa direzione per diversi motivi. Risale anzitutto a quattro anni fa il Personal Income Tax Act, un provvedimento che è volto a definire quelle che sono le modalità di tassazione dei redditi dei contribuenti, ma anche le varie questioni che potrebbero sorgere in tal senso.
Banche e Sim: l’imposta sostitutiva va versata entro il 16 marzo
La data del prossimo 16 marzo sarà fondamentale per delle categorie particolari di contribuenti: si tratta infatti, di una scadenza fiscale che andrà a riguardare direttamente gli istituti di credito, le società di intermediazione mobiliare (Sim) e gli intermediari finanziari autorizzati. Di cosa si tratta esattamente? Il riferimento deve andare all’imposta sostitutiva che deve essere versata in relazione al mese di gennaio, vale a dire quel tributo che si applica sulle plusvalenze (il cosiddetto regime del risparmio amministrato) e che va dichiarato utilizzando il consueto modello F24 mediante la modalità elettronica. L’Agenzia delle Entrate ha già provveduto a disciplinare nel dettaglio il settore, dunque si conoscono perfettamente termini e modalità del pagamento. Anzitutto, bisogna precisare che tali contribuenti hanno a disposizione tre diversi codici tributo: cerchiamo di capire il loro utilizzo e la loro utilità.
Cavalli per uso alimentare: la Corte Ue opta per l’Iva tradizionale
L’ultima questione che ha visto coinvolte l’Olanda e la Commissione Europea ha riguardato l’applicazione dell’Iva a un particolare tipo di importazione e acquisto: in effetti, si è dovuto comprendere se l’imposta relativa alle cessioni a livello intracomunitario di animali vivi, soprattutto cavalli, i quali non sono usualmente sfruttati per la produzione alimentare e per il consumo umano, dovesse essere ridotta o meno. Nello specifico, Bruxelles aveva chiesto spiegazioni allo stato nordeuropeo per quel che concerneva l’aliquota dell’Iva. Il governo di Amsterdam aveva infatti optato per un’imposta ridotta, così come previsto dalla propria normativa interna, ma aveva anche precisato che quest’ultima doveva essere adeguata alle disposizioni continentali entro il 1° gennaio del 2007. Il termine in questione è scaduto e nel 2008 la stessa Olanda ha fatto presente alla Commissione di non voler adottare alcun provvedimento per riportare all’Iva all’aliquota classica, quella del 20%.
Disabili: l’Inps precisa come gestire permessi e agevolazioni
Quando si vuole associare il concetto di disabilità fisica a quello di agevolazione previdenziale, bisogna far riferimento alla legge 183 del 2010: si tratta, infatti, del testo normativo che disciplina gli ammortizzatori sociali e gli incentivi occupazionali, una legge a cui l’Inps non poteva non fare riferimento nelle sue ultime precisazioni in tal senso. La circolare 45 del 2011 dell’ente in questione ha introdotto delle novità di rilievo, inquadrando meglio i benefici tributari. Di cosa si sta parlando esattamente? Anzitutto, non tutti i soggetti sono beneficiari di simili provvedimenti, ma sono limitati a coloro che assistono quelle persone che si trovano in una situazione grave di disabilità; inoltre, gli stessi beneficiari non possono alternarsi tra di loro, se ne esiste più di uno, dato che i permessi elargiti dall’istituto vengono tradizionalmente accordati nei confronti di uno e un solo lavoratore.
Norme antiriciclaggio, anche il Vaticano si adegua
La convenzione monetaria tra Unione Europea e lo stato della Città del Vaticano ha finalmente trovato la sua piena attuazione: ciò è stato reso possibile, infatti, dalla legge dello scorso 30 dicembre, relativa al contrasto del riciclaggio del denaro proveniente da crimini e dal finanziamento del terrorismo, ora si dovrà attendere il prossimo 1° aprile per parlare con certezza dell’effettiva entrata in vigore dell’accordo, in base al quale lo stesso Vaticano si impegna ad entrare nella cosiddetta “lista bianca”. La Chiesa non ha potuto far altro che adeguarsi alle attuali normative che vigono a livello internazionale. In effetti, come hanno più volte auspicato l’Ocse e il Gruppo d’Azione Finanziaria Internazionale contro il riciclaggio di capitali (Gafi), è necessario porre in essere una fiscalità trasparente e che controlli in maniera adeguata la provenienza di qualsiasi flusso finanziario.
L’Ungheria è pronta ad abolire le tasse anti-crisi nel 2012
Il governo ungherese ha mostrato la propria disponibilità ad abolire le crisis tax nei settori delle telecomunicazioni, del commercio al dettaglio e dell’energia dopo il 2012: la presa di posizione della nazione magiara non è di poco conto, anzi si inquadra perfettamente nella riforma straordinaria del fisco che verrà avviata a partire dal 2013, così come ha annunciato anche il segretario di Stato del ministero dell’Economia, Andras Karman. Lo stesso Karman ha precisato come i tributi aggiuntivi verranno completamente eliminati il prossimo anno grazie alle misure implementate dal governo di Budapest, a conferma che la ripresa economica è partita in maniera soddisfacente a queste latitudini. Il segretario ha inoltre chiarito come l’esecutivo ungherese sia pronto a pianificare un miglioramento del budget di bilancio di circa 550 miliardi di fiorini (2,8 miliardi di dollari) sempre nel 2012, mentre gli incrementi economici saranno pari a 900 milioni di fiorini nel 2013 e nel 2014.
Iva: ancora due settimane per la fatturazione differita
Il prossimo 15 marzo sarà una data fondamentale e da tenere bene a mente da parte di quei contribuenti che devono provvedere all’emissione e alla registrazione delle fatture dell’Iva: in particolare, questa imminente scadenza temporale si riferisce a quei documenti tributari che sono stati differiti e che contemplano beni sottoposti a consegna o spedizione nel mese di febbraio che è appena terminato. Ovviamente, l’intera operazione deve risultare dal documento di trasporto o da un altro documento che sia idoneo a identificare i contraenti. A cosa devono provvedere dunque questi soggetti? Le fatture in questione necessitano di elementi importanti, come la data e il numero di riferimento; inoltre, per tutte le vendite che sono state poste in essere nel corso del mese precedente e nei riguardi degli stessi soggetti, esiste un’ulteriore possibilità, vale a dire quella di emettere una sola fattura che riepiloghi l’intera situazione fiscale.
Doppie imposizioni: siglati accordi con Moldova e Azerbaigian
La Gazzetta Ufficiale della Repubblica dello scorso 24 febbraio contiene due disposizioni molto importanti dal punto di vista degli accordi fiscali internazionali: in questo supplemento, infatti, sono inseriti due testi normativi che hanno di fatto ratificato e reso esecutive le intese poste in essere dal nostro paese con due nazioni, l’Azerbaigian e la Moldova. Il Parlamento aveva già fornito da tempo il proprio parere positivo in questo senso. Di cosa si tratta esattamente? Anzitutto, bisogna precisare che la convenzione con la Repubblica Azera è stata stipulata a Baku nel 2004, mentre quella con l’ex stato sovietico risale al 2002 quando il nostro governo e quello di Chisinau si incontrarono a Roma. Nel dettaglio, gli accordi contemplano tutte le misure che sono volte ad evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio, oltre che a prevenire le evasioni fiscali.
Cassazione: niente studi di settore per chi abbassa i prezzi
La riduzione delle tariffe di vendita relative alle piccole strutture commerciali può essere considerata più che legittima: questa conclusione può essere ricavata direttamente da una sentenza di alcuni giorni fa della Corte di Cassazione, più precisamente la numero 4582. La giustificazione per questa legittimazione dipende dal fatto che queste stesse strutture devono pur sopravvivere alla concorrenza dei supermercati, dunque il titolare del negozio può liberamente abbassare i prezzi del proprio esercizio per poter competere in maniera migliore. Inoltre, in questo caso si configura anche uno scostamento con quanto viene calcolato in base agli accertamenti degli studi di settore, scostamento anch’esso legittimo. Il parametro fiscale in questione diventa pertanto inapplicabile, ma esistono anche altre situazioni in cui gli studi non hanno ragione di esistere secondo la Suprema Corte.
Modelli Eas: il Milleproroghe concede tempo fino al 31 marzo
Tra i tanti provvedimenti che sono stati introdotti dal Decreto Milleproroghe, ce n’è uno di importanza fondamentale per quel che riguarda gli adempimenti fiscali: in effetti, questa legge ha prorogato fino al prossimo 31 marzo il termine relativo alla presentazione del cosiddetto modello Eas (Enti Associativi). Come è noto, questa disciplina riguarda tutti quegli enti che hanno optato per il regime di decommercializzazione dal punto di vista tributario e dell’Iva in riferimento alle loro attività. L’approvazione di tale documento non è così lontana nel tempo, anzi risale addirittura al 2009, quando sono state fissati modalità e termini per la presentazione del modello. La scadenza originaria e relativa a quegli enti che erano stati istituiti dopo il 29 novembre del 2008 era stata stabilita in sessanta giorni dalla nascita effettiva della società, anche se vi erano possibilità di proroga nel caso il termine non coincidesse con una data precedente all’ultimo giorno del 2009.
Gioco illegale, ecco i codici tributo relativi alle violazioni
La risoluzione 24/E che la nostra amministrazione finanziaria ha pubblicato proprio nel corso della giornata di ieri si è posta dei fini più che nobili: infatti, il documento in questione è volto a introdurre delle novità per quel che concerne la lotta al gioco illegale e al conseguente recupero di base imponibile e alla tutela dei consumatori. Questi obiettivi risultano con una certa evidenza anche dalla lettura del testo della cosiddetta Legge di Stabilità, ora sarà possibile conseguirli in modo concreto, sfruttando i codici tributo messi a disposizione dalla stessa Agenzia delle Entrate per la compilazione dell’F24 Accise. Si tratta, anzitutto, di ventiquattro codici, vale a dire il gruppo che va dal 5220 al 5243 e che sono necessari per recuperare le somme e le sanzioni relative a scommesse sull’ippica, scommesse sullo sport in generale, altre scommesse su concorsi a pronostici e i giochi di abilità.
Buoni acquisto: l’Iva vale solo alla fine delle operazioni
Quando si ha a che fare con dei buoni regalo o buoni acquisto la disciplina dell’Iva è molto semplice, visto che viene a intervenire soltanto nelle fasi finali delle transazioni: l’obbligo di fatturazione in questo caso viene a sorgere soltanto nel momento in cui il soggetto che possiede il bene lo riceve e ne paga il prezzo. Il concetto è stato ribadito con una certa chiarezza e precisione da una delle ultime risoluzioni dell’Agenzia delle Entrate, la 21/E di due giorni fa. In pratica, la nostra amministrazione finanziaria ha voluto comprendere quando fosse rilevante l’imposta in questione, visto che i buoni a cui si fa riferimento non sono merce vera e propria, ma documenti di legittimazione. La cessione del prodotto a chi è titolare del voucher rappresenta quindi il momento topico in tale ambito. Ciò vuol dire che le società incaricate emettono i buoni da spendere in determinati esercizi, distribuiscono gli stessi a chi dovrà usufruirne, ma i rapporti antecedenti la spesa effettiva non sono ricompresi nell’ambito di applicazione dell’Imposta sul Valore Aggiunto.