Indennizzi per danni da ritardato pagamento

Il decreto del fare ha introdotto – come noto – lo strumento dell’indennizzo per danno da ritardo. In sintesi, si tratta di un indennizzo che le imprese (e, presto, anche altri soggetti) potranno legittimamente ottenere dagli enti delle pubbliche amministrazioni che agiranno colpevolmente in ritardo nel disbrigo di loro pratiche, e che sarà proporzionale al numero di giorni di ritardo accumulati dalla stessa struttura pubblica. Vediamo di capire come funzionerà l’indennizzo, e come richiederlo.

Domicilio fiscale delle società

Del domicilio fiscale si può parlare dopo aver letto e approfondito due articoli del Dpr numero 600 del 1973 (meglio noto come TUIR, Testo Unico delle Imposte sui Redditi): si tratta degli articoli 58 e 59 per la precisione, il quale fa riferimento a tre casi ben precisi. Anzitutto, esso viene fornito per le persone fisiche che hanno la residenza nel nostro paese, più precisamente guardando alla residenza anagrafica delle stesse (vedi anche Cos’è il domicilio fiscale). Nel caso in cui si tratti di persone fisiche che non sono invece residenti, il domicilio fiscale viene dato dal comune in cui viene prodotto il reddito o in cui si è realizzato quello più alto.

Apertura partite iva giugno 2012

Il dato relativo all’apertura di partite IVA in Italia aiuta a comprendere in maniera precisa e completa la situazione riguardo l’attuale crisi economia e l’impatto sugli italiani. Durante lo scorso giugno 2012 sono state aperte 40444 partite iva; il dato è inferiore allo stesso periodo dell’anno precedente del 3,3% secondo i dati del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia e la ripartizione è leggermente diversa rispetto a giugno 2011.

Apertura partite iva in aumento a Marzo 2012

I dati relativi alle aperture delle partite IVA relativi a Marzo 2012 fanno riflettere sul mondo del lavoro e su come l’economia del Paese stia lentamente cambiando. Innanzitutto il dato complessivo è in salita del 12,4% rispetto al mese precedente, oltre che del 7,4% rispetto allo stesso mese del 2011.

Quello che fa’ la differenza e che sostiene un andamento positivo sulle nuove aperture sono le “persone fisiche”; queste sono il 77,7% delle aperture di partita IVA totali, mentre le società di capitali sono pari al 12,4%. L’incremento generale è dovuto quindi in gran parte alle nuove posizioni IVA delle persone fisiche, sempre più richieste dal mondo del lavoro e sempre più utilizzate dai giovani che cercano di farsi strada nel mondo dei professionisti.

Fondo indennità Enasarco, la scadenza del 31 marzo

Mancano ancora dieci giorni alla scadenza relativa alla contribuzione Firr dell’Enasarco: l’acronimo in questione, come è noto, sta a indicare l’Ente Nazionale di Assistenza per gli Agenti e Rappresentanti di Commercio, mentre l’adempimento previsto entro il prossimo 31 marzo si riferisce alle aziende di tipo commerciale, industriale e artigianale, le quali devono far fronte ai contributi dovuti per il Fondo Indennità Risoluzione Rapporto (il Firr per l’appunto). In aggiunta, bisogna ricordare che questa stessa contribuzione fa riferimento a un calcolo specifico, vale a dire quello che viene effettuato sulle provvigioni dell’anno precedente. Ma che cos’è esattamente questo fondo?

Cassazione: le penali dei contratti aziendali sono deducibili

Può accadere spesso, quando si ha a che fare con un contratto aziendale, che siano previste delle penalità al suo interno per quel che concerne le consegne effettuate in ritardo: ebbene, questa casistica va affrontata in maniera attenta e minuziosa anche dal punto di vista fiscale, visto che proprio queste penali, in base a una recente sentenza della Corte di Cassazione, beneficiano della deducibilità tributaria. Come si è arrivati di preciso a questa pronuncia? Il giudizio in questione si basa essenzialmente sul fatto che le stesse penalità si riferiscono ad attività che riguardano da vicino l’azienda e di conseguenza sono anche deducibili. Mettendo un po’ d’ordine in questa disciplina, c’è da dire che la sentenza dei giudici di Piazza Cavour risale allo scorso 27 settembre (si tratta, per la precisione, della sentenza numero 19702).

Società di comodo: aliquota Ires aumentata fino al 38%

Non si può dire che quello attuale sia il periodo più felice per le cosiddette società di comodo: come prevede la manovra finanziaria, infatti, la loro esistenza è divenuta piuttosto pesante dal punto di vista del sostentamento economico, tanto che la principale tassa di riferimento, l’Ires (Imposta sul Reddito delle Scoietà) è stata innalzata addirittura fino al 38%. Come è noto, queste società sono quelle che il legislatore ritiene non operative e costituite solamente per dei fini elusivi; di solito, poi, il reddito che viene attribuito ad esse è quello minimo. La disciplina di base, comunque, si trova all’interno di uno specifico testo normativo, la Legge 724 del 1994 (“Misure di razionalizzazione della finanza pubblica”), in parte modificata ora proprio dalla manovra citata in precedenza.

Crediti d’imposta: l’importanza dell’approvazione del bilancio

La data di approvazione del bilancio relativo a un assemblea societaria riveste un’importanza fondamentale per quel che riguarda i crediti di imposta: più precisamente, il riferimento in questione deve andare alla trasformazione delle attività per le imposte anticipate che vengono iscritte in contabilità, visto che questo stesso credito può essere sfruttato proprio a partire dal riferimento temporale che è stato appena menzionato. Il chiarimento non è di poco conto ed è per questo motivo che è stato reso pubblico dalla nostra amministrazione finanziaria in una recente circolare, la 94/E che risale a quattro giorni fa per la precisione. Tra l’altro, questa misura deve essere necessariamente indicata nella dichiarazione dei redditi, senza alcuna distinzione per quel che concerne l’ammontare complessivo.

Cooperative, previsto un aumento d’imposta

I bonus fiscali sono destinati a diventare un lontano ricordo per le società cooperative: il provvedimento rientra tra le varie misure adottate dal Governo per tentare di far quadrare i conti del nostro paese. Le agevolazioni destinate al settore mutualistico potrebbero dunque ridursi in maniera significativa, mentre ad aumentare sarebbe la relativa tassazione sugli utili che solitamente vengono accantonati come riserva. Si parla, nello specifico, di un incremento pari a dieci punti percentuali e inevitabilmente stanno sorgendo le polemiche, in quanto il comparto ha lanciato l’allarme sui possibili danni che potrebbe subire. È giusto accanirsi contro le imprese che operano in maniera solidale? La Confcooperative non ci sta e ha espresso tutto il proprio risentimento insieme alla Legacoop.

Capitali all’estero: la ritenuta intermedia del 5%

Non sono certo poche le compagnie del nostro paese che sono solite raccogliere dei capitali all’estero, il tutto grazie al prezioso contributo di altre società controllate europee: queste ultime, le quali vengono anche chiamate “veicoli”, nascono proprio per dar corpo a bond in grado di essere collocati sulle piazze continentali. Il denaro ottenuto in questo modo, poi, viene sfruttato per finanziare in maniera adeguata la controllante stessa. Come impone la normativa fiscale in questo caso, gli interessi delle aziende italiane vengono versati e sono soggetti a una specifica ritenuta d’imposta, il 5% per la precisione, invece che il tradizionale 12,5%. Questo succede perché non esiste alcun tipo di prova che il veicolo citato in precedenza sia il beneficiario effettivo dei pagamenti. Un documento illuminante in tal senso è sicuramente la circolare 41/E dell’Agenzia delle Entrate, il quale illustra nel dettaglio in che modo devono essere effettuate le esenzioni tributarie e le corresponsioni degli interessi.

Fisco e imprese: aumentano gli amministratori senza competenze

Continuano a proliferare nel nostro Paese le società di capitali costituite con a capo amministratori e soci senza alcuna competenza, spesso molto giovani, altrettanto spesso nullatenenti. A rilevarlo è stata Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, per quello che rappresenta un fenomeno allarmante in una fase molto critica come quella attuale caratterizzata da attacchi speculativi sulla nostra economia, sulla finanza e sul debito pubblico. Trattasi, in particolare, delle cosiddette società con a capo le “teste di legno” che esercitano un ruolo fittizio e che rappresentano in tutto e per tutto delle società veicolo per dribblare il Fisco, ovverosia per evadere le tasse. Riguardo alla nascita di queste società con fini truffaldini, secondo quanto riporta Contribuenti.it, si va a “pescare” tra i giovani e le donne che non trovano sbocco nel mondo del lavoro e che si prestano a diventare amministratori fittizi di società costituite appositamente da soggetti che, senza scrupoli, hanno avuto spesso problemi legati a fallimenti aziendali, truffe ed altri reati economici.