Apertura partite iva in aumento a Marzo 2012

 I dati relativi alle aperture delle partite IVA relativi a Marzo 2012 fanno riflettere sul mondo del lavoro e su come l’economia del Paese stia lentamente cambiando. Innanzitutto il dato complessivo è in salita del 12,4% rispetto al mese precedente, oltre che del 7,4% rispetto allo stesso mese del 2011.

Quello che fa’ la differenza e che sostiene un andamento positivo sulle nuove aperture sono le “persone fisiche”; queste sono il 77,7% delle aperture di partita IVA totali, mentre le società di capitali sono pari al 12,4%. L’incremento generale è dovuto quindi in gran parte alle nuove posizioni IVA delle persone fisiche, sempre più richieste dal mondo del lavoro e sempre più utilizzate dai giovani che cercano di farsi strada nel mondo dei professionisti.

Romania: il fornitore diventa debitore dell’Iva

 La normativa che disciplina l’Imposta sul Valore Aggiunto assumerà una nuova forma in Romania: secondo quanto stabilito dal Consiglio dell’Unione Europea, infatti, il regime comunitario è stato formalmente derogato, quindi i contribuenti della nazione dell’Europa orientale dovranno attendersi delle novità a breve. Che cosa è successo esattamente? Dopo la richiesta formale avanzata dal governo di Bucarest, l’autorizzazione comunitaria è stata concessa in via ufficiale: in pratica, quando si presenterà una situazione in cui è coinvolta appunto l’Iva, il debitore dell’imposta in questione diventa in automatico il soggetto che fornisce i prodotti agricoli che non sono stati sottoposti ad alcuna trasformazione. Cosa implica tutto questo?

Evasione fiscale, gap tra Nord e Sud

 Le tasse non pagate si attestano mediamente al 17,87% e se si sottraggono i redditi di chi le tasse le deve pagare per forza, come i dipendenti e i pensionati, l’evasione media raggiung il 38%. La situazione peggiora al Sud Italia, in alcune zone del Mezzogiorno si registra un’evasione vicina al 66%. I dati arrivano da una nuova banca dati (databasegeomarket) dell’Agenzia delle entrate, da cui emerge un tasso di evasione minima (10,93%) che si riscontra nelle Province dei grandi centri urbani: Milano, Torino, Genova, Roma, Lecco, Cremona, Brescia. Il tasso più alto invece si registra a Caserta, Salerno, Cosenza e Reggio Calabria, Messina, con punte fino al 65,7% dell’imposta evasa, una differenza veramente importante tra Nord e Sud.

La crisi ha bruciato miliardi di euro di tasse

 Secondo gli artigiani della Cgia di Mestre, la crisi economica, oltre ad un’ elevata perdita di posti di lavoro ha anche sottratto al gettito statale, solo in Italia 15,4 miliardi di euro di tasse. Intervenendo a Firenze al primo Congresso di Sinistra Ecologia e Libertà, il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, ha sottolineato che con la crisi economica nel Paese sono stati persi 800 mila posti di lavoro e sono 600 mila i lavoratori in Cassa integrazione. Inoltre la perdita di gettito registrata dall’Erario italiano negli ultimi tre anni é stata consistente.

Meno ricchezza prodotta e piu’ disoccupazione hanno colpito non solo i bilanci delle aziende e delle famiglie italiane, ma anche le casse dello Stato – ha sottolineato Giuseppe Bertolussi, segretario della Cgia -. In realtà la perdita cumulata in questi ultimi tre anni è stata di 35,8 miliardi. In seguito, questo importo è stato rivisto al ribasso attraverso il taglio del gettito di quelle misure fiscali introdotte dal legislatore in questo periodo di tempo, che nulla hanno avuto a che fare con l’andamento negativo dell’economia.

Traforo del Colle di Tenda: l’Iva non vale in territorio francese

 La Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea ha pubblicato di recente una interessante decisione del Consiglio relativa al trattamento fiscale del traforo situato nel Colle di Tenda, il valico delle Alpi Liguri che rappresenta la frontiera ideale tra l’Italia e la Francia: la questione tributaria ha preso come riferimento proprio questa vicinanza tra i due paesi dell’Unione. In base a questa decisione, il traforo stradale in questione viene considerato interamente italiano, alla luce anche di quanto si può evincere dalla direttiva comunitaria numero 112 del 2006 (“Sistema comune d’imposta sul valore aggiunto”). Il Consiglio ha voluto anzitutto semplificare la procedura relativa alla riscossione dell’Iva, un’operazione necessaria ai fini della sicurezza e della manutenzione del tunnel di nuova costruzione; il fatto che al nostro paese sia stata affidata la responsabilità per il funzionamento e la stessa sicurezza dell’intero cantiere presuppone una considerazione fiscale esclusivamente italiana della struttura, senza alcun riferimento invece alla Francia.

Falsi rimborsi Irpef e Iva: Entrate Toscana recupera 20 milioni di euro

 Dopo lunghe e complesse indagini, che hanno portato anche a parecchie denunce e ad arresti, nella Regione Toscana l’Agenzia delle Entrate ha smascherato una frode fiscale milionaria, per importi complessivi che, tra falsi rimborsi Iva, e falsi rimborsi Irpef, ammontano ad oltre 20 milioni di euro. Al tempo, ed in particolare nell’anno 2006, l’Ufficio Analisi e ricerca dell’Agenzia delle Entrate, che ora a seguito della riorganizzazione delle Entrate è diventato l’Ufficio Antifrode dell’Amministrazione finanziaria, aveva avviato delle fitte indagini relativamente a dichiarazioni sull’imposta sul valore aggiunto (Iva) e quelle sui redditi, con anomalie che hanno interessato sia contribuenti con residenza a Livorno ed a Pisa, sia dei ben precisi, e sempre gli stessi, soggetti per la trasmissione in via telematica delle dichiarazioni.

Felsa-Cisl: nasce il Sindacato delle partite Iva

 Nella giornata di domani, martedì 10 febbraio 2010, a Roma, nascerà Felsa-Cisl, la nuova Federazione del Sindacato che rappresenterà nel nostro Paese i collaboratori ed i lavoratori atipici assunti con la partita Iva. La nascita della nuova Federazione punta a sostenere e tutelare il lavoratore in quanto tale, e quindi indipendentemente dalla natura contrattuale con la quale opera. Il Sindacato vuole così dare voce anche al cosiddetto “popolo delle partita IVA” che nel nostro Paese è non solo numeroso, ma in questi ultimi due anni, quelli della crisi, a causa di protezioni sociali carenti, per non dire assenti, si è trovato spesso in difficoltà. La Felsa-Cisl rappresenta infatti i collaboratori non standard, ovverosia quelli più esposti e quelli più a rischio nel mondo del lavoro; gli occupati con partita Iva, ma anche gli aticipici come ad esempio i collaboratori con contratto co.co.pro., potranno così avere non solo voce, ma anche la possibilità di acquisire un’identità professionale e sindacale, nonché servizi e tutele di natura contrattuale.

Partita IVA: impariamo a conoscerla

 Per chi nel nostro Paese punta ad intraprendere un’attività di lavoro autonomo, o imprenditoriale, una delle prime cose da fare è quella di richiedere l’attribuzione della partita IVA; la partita IVA, infatti, definisce univocamente il contribuente, sia esso persona fisica o società, e rimane invariata fino alla cessazione dell’attività. Nel dettaglio, la partita IVA si compone di undici caratteri numerici: i primi sette numeri identificano il contribuente mediante l’attribuzione di un numero progressivo; i successivi tre numeri individuano il codice identificativo dell’Ufficio delle Entrate, mentre l’ultimo numero funge da carattere di controllo. Per ottenere la partita IVA, così come fa presente l’Agenzia delle Entrate nell’Annuario del Contribuente 2009, occorre presentare il relativo modulo di domanda entro e non oltre il termine di trenta giorni dall’inizio dell’attività o della costituzione della nuova società.

La Cassazione conferma l’esenzione Iva per le aree demaniali

 Secondo la Cassazione la concessione demaniale non è soggetta all’imposizione dell’Iva; la recentissima sentenza della corte ha stabilito infatti che questo tipo di concessione, effettuata attraverso il conferimento di un ente pubblico economico ad un soggetto terzo del diritto all’uso di un’area di demanio pubblico, rientra nella definizione di locazione di beni immobili stabilita dalla direttiva comunitaria relativa all’imposta sul valore aggiunto n. 388 del 1977. La questione su cui ha dovuto giudicare la Cassazione era sorta dal fatto che il consorzio che aveva in gestione le aree demaniali del porto di Genova non versava l’imposta riguardo alla fatturazione dei canoni percepiti per la concessione di tali aree agli operatori del porto: l’amministrazione finanziaria aveva contestato lo svolgimento di tali prestazioni, ma i giudici hanno respinto il ricorso.