Sciopero contro spending review guidato da Cgil

Scendono in piazza i lavoratori del settore pubblico guidati da Cgil e Uil contro i tagli al settore contenuti nel decreto sulla spending review del Governo Monti.

Con lo slogan “abbiamo già dato” insorgono 30 mila dipendenti del settore pubblico, ma la discussione ruota intorno ai grandi assenti cioè i lavoratori della Cisl. Così la Camusso ha commentato l’assenteismo:

Tasse e manovra: Cgil, ai grandi patrimoni non si chiede nulla

E’ fortemente negativa la posizione della Cgil in merito alla decisione dell’attuale Governo in carica di anticipare il pareggio di bilancio al 2013 mantenendo sia i saldi, sia le misure contenute nella manovra finanziaria triennale recentemente approvata a tempo di record dal Parlamento. E’ l’Ue a chiederci di anticipare le misure di correzione dei conti, ma la Cgil e non solo ritiene che di questo passo si rischia di “uccidere il Paese“. A dichiararlo, in un’intervista a “L’Unità”, è stato il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, la quale ha tra l’altro sottolineato come sia inaccettabile come da un lato ai grandi patrimoni non si chieda nulla, mentre dall’altro si anticipino le misure che prevedono l’eliminazione o la riduzione degli sgravi a favore del lavoro e della famiglia.

Fisco: la Cgil si smarca dai tavoli tecnici

La CGIL ha scritto una lettera al Ministro all’Economia ed alle Finanze, Giulio Tremonti, nella quale tra l’altro viene portato a conoscenza il Ministro del fatto che il Sindacato non parteciperà più alle prossime riunioni nell’ambito dei tavoli tecnici su fisco ed assistenza. Questo perché secondo il più grande Sindacato italiano delle discussioni a livello di gruppo di lavoro è stato fatto un uso improprio, se non strumentale; ed il tutto nonostante i lavori fossero da considerarsi non conclusi. Non accettando, quindi, che un tavolo tecnico possa essere inteso come una “surroga di un confronto politico”, la CGIL nella lettera al Ministro Tremonti ha così ufficializzato il proprio smarcamento dai tavoli tecnici dopo tra l’altro una manovra finanziaria triennale che il Sindacato giudica inaccettabile, e che va a coinvolgere milioni di cittadini.

Riforma fiscale: Cgil, aumento Iva sarebbe sbagliato

In questo periodo si parla sempre più di una riforma fiscale che sposti il prelievo dalle persone alle cose, e quindi con un conseguente aumento delle aliquote Iva; l’ipotesi, in particolare, sarebbe quella di aumentare specifiche aliquote sui beni di massa di uno o al massimo due punti percentuali, mentre nel contempo l’Irpef verrebbe abbassata. Ma quali vantaggi fiscali reali ci sarebbero da una riforma fiscale di questo tipo? Ebbene, secondo la Cgil, per voce del Segretario Confederale Danilo Barbi, si tratterebbe di una scelta/decisione alquanto sbagliata, per diverse ragioni. La prima è quella per cui in Italia ci sono milioni di persone incapienti che dall’abbassamento dell’Irpef non trarrebbero alcun vantaggio, mentre andrebbero a pagare di più sul mercato i beni di consumo non durevoli. Inoltre, secondo il più grande Sindacato italiano con l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto si andrebbe a creare un effetto depressivo sull’economia in quanto andrebbe a colpire il consumatori con redditi medio/bassi, e non i contribuenti con redditi alti.

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Fiscal drag: Federconsumatori, restituirlo alle famiglie

Restituire alle famiglie il cosiddetto fiscal drag, e detassare quelle a reddito fisso per almeno 1.200 euro all’anno. E’ questa la ricetta della Federconsumatori grazie alla quale il nostro Paese può tirarsi fuori dalla stagnazione dei consumi. Secondo l’Associazione dei Consumatori solo facendo recuperare potere d’acquisto alle famiglie i consumi interni potranno far registrare la tanto attesa e sospirata inversione di tendenza. Altrimenti il nostro Paese rischia per lunghi anni una crescita troppo bassa che non ci possiamo permettere in questa nuova era post-crisi caratterizzata da zero sconti, da parte dei mercati finanziari internazionali, sulla tenuta dei conti pubblici e sui debiti sovrani.

Tassa sulle grandi ricchezze, proposta Cgil

Una tassa sulle grandi ricchezze, ovverosia sui contribuenti italiani ricchi e ricchissimi, il 5% circa, ragion per cui ne sarebbe comunque esentato il 95% dei cittadini. E’ questa la proposta della Cgil al fine di reperire risorse, fino a possibili 18 miliardi di euro annui, da andare a redistribuire alla collettività, a partire chiaramente dai più bisognosi. Questa tassa sulle grandi ricchezze, in accordo con quanto spiega il più grande Sindacato italiano, si andrebbe ad applicare solamente su quelle famiglie la cui ricchezza complessiva supera il livello degli 800 mila euro; quindi, ai fini del raggiungimento o meno di tale limite andrebbero conteggiate le case, ma anche le giacenze nei conti correnti e gli investimenti in azioni, titoli di Stato ed obbligazioni.

Aliquote Irpef: Cgil chiede prima aliquota al 20%

In materia di aliquote Irpef, la prima, ovverosia quella cui è assoggettata la maggioranza dei redditi degli italiani, dovrebbe scendere dal 23% al 20%. E’ questa una delle richieste formulate dalla Cgil nell’ambito di una mobilitazione su lavoro, fisco e cittadinanza che il 12 marzo prossimo sfocerà nello sciopero generale proclamato ed organizzato in maniera non unitaria dal più grande Sindacato italiano visto che la Cisl e la Uil in merito non si sono accodate. Ma come trovare le risorse per poter tagliare di tre punti percentuali in Italia la prima aliquota sull’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef)? Ebbene, la Cgil fa presente come la riduzione delle tasse a favore dei lavoratori e dei pensionati sia possibile mettendo in atto azioni efficaci di contrasto all’evasione ed all’elusione fiscale, ed aumentando la tassazione su stock option, grandi patrimoni e rendite finanziarie così come avviene in tanti Paesi europei. Tra gli altri punti cardine dello sciopero del prossimo 12 marzo c’è anche la richiesta di fermare i licenziamenti, affrontare le vertenze e costruire un futuro per il Paese.

Lavoratori partita Iva: Cgil, via l’Irap a carico dei giovani

Nel nostro Paese c’è un esercito di lavoratori, spesso giovani, che sono a tutti gli effetti dei lavoratori dipendenti anche se non hanno alcun contratto di lavoro a tempo indeterminato; trattasi dei lavoratori con la partita IVA che, pur essendo soggetti all’imposta sul valore aggiunto ed ai relativi versamenti periodici, non hanno dipendenti e neanche mezzi propri, e sono dei veri e propri precari visto che, con tutele minime o praticamente assenti, guadagnano in media 1.200 euro al mese. A mettere in risalto questa situazione è stato il segretario confederale della CGIL, Agostino Megale, il quale ritiene giusto che quantomeno a carico dei giovani professionisti precari con partita Iva venga tolto l’onere di pagare l’imposta regionale sulle attività produttive (Irap).

Redditi lavoro e pensione: ecco come il fisco diventa giusto

Nel nostro Paese c’è una netta quanto palese e ben nota diseguaglianza nella distribuzione dei redditi. A “certificarlo” di recente è stata la Banca d’Italia con un’indagine da cui è emerso come il 10% delle famiglie italiane detenga poco più del 44% dell’intera ricchezza nazionale. Di conseguenza, per rendere il fisco italiano più giusto e più equo, salvaguardando i redditi da lavoro dipendente e quelli da pensione, ovverosia i redditi della maggioranza dei cittadini e delle famiglie italiane, occorre spostare il prelievo fiscale dalla tassazione alla fonte alle grandi ricchezze. Al riguardo, un documento della Cgil, dal titolo “Un fisco giusto per sostenere i redditi da lavoro e da pensione“, a cura di Agostino Megale, Beniamino Lapadula, Riccardo Sanna e Riccardo Zelinotti, traccia le linee guida sulla politica fiscale da adottare per spostare il peso del carico e rendere di conseguenza il fisco più giusto.

Riduzione tasse: Uil, direttamente in busta paga

E’ efficace la riduzione delle tasse attraverso una revisione delle aliquote Irpef? Ebbene, Luigi Angeletti, segretario della Uil, nel corso di un congresso dei lavoratori edili, ha messo in evidenza come a conti fatti le aliquote ridotte serviranno solo ad avvantaggiare ulteriormente gli evasori, mentre sarebbe più efficace la riduzione della pressione fiscale attraverso un minor prelievo direttamente nella busta paga dei lavoratori e nella pensione dei pensionati. Per il leader della Uil servono cose semplici, ragion per cui non c’è bisogno delle aliquote, e neanche del quoziente familiare, che già nella sua definizione appare complicato. Basta infatti dare direttamente un bonus per i figli, e con queste due misure si eviterebbe, tra l’altro, di avvantaggiare i finti poveri, ovverosia quelli che non pagano le tasse e conducono uno stile di vita superiore a quello dei lavoratori dipendenti e dei pensionati che negli ultimi anni hanno pagato le tasse per se e per gli altri creando a conti fatti ingiustizia ed iniquità fiscale.

Pressione fiscale: Cgil, aumenta per lavoratori e pensionati

La divisione sindacale, in particolare per quel che riguarda il fisco ed il progetto di riforma, rischia di aiutare il Governo e di indebolire sia i lavoratori, sia i pensionati. Ad affermarlo è stato Agostino Megale, segretario confederale della Cgil, il quale ha sottolineato come il più grande Sindacato italiano, al fine di incalzare il Governo che, tra l’altro, al suo interno parla lingue diverse secondo l’esponente del Sindacato, sia pronto ad intensificare ogni iniziativa di mobilitazione. Al riguardo ricordiamo che la Cgil, senza un’azione unitaria con la Cisl e la Uil, il 12 marzo prossimo scenderà in piazza per lo sciopero generale che verterà su tre grandi punti: la crisi, il fisco e l’immigrazione. Intanto, cosa si può dire sulla pressione fiscale negli ultimi due anni in cui al Governo c’è stato il centrodestra?

Cgil: tasse troppo alte, sciopero 12 marzo

La Cgil annuncia lo sciopero generale sulle tasse per il 12 marzo 2010. Guglielmo Epifani, segretario generale, precisa:

È una protesta necessaria, i lavoratori sono strozzati dal fisco, il governo agisca. È da tempo che chiediamo una riduzione delle imposte sul lavoro dipendente e sui pensionati. Lo scorso anno dicemmo che sarebbe aumentato il prelievo sulle buste paga e tutti i dati l’hanno confermato.

Nel 2009 di fronte ad un aumento dell’1,7% delle retribuzioni di fatto, al netto della cassa integrazione e della disoccupazione, c’è stato un incremento del prelievo fiscale intorno all’1%. Ciò sottolinea, come avverte Epifani, che le tasse sul lavoro dipendente e sui pensionati continuano a salire.

Aliquote Irpef e quoziente familiare nella Riforma del Fisco 2010.

Da qualche giorno in Italia si è aperto un dibattito sulla riforma del Fisco dopo che il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha parlato di voler introdurre nel nostro Paese due sole aliquote ai fini del prelievo sull’imposta sui redditi. Le aliquote sono quelle del 23% e del 33%, e quindi verrebbero abolite tutte le altre aliquote attualmente in vigore, ed in particolare anche quella più elevata sopra il 40%. I tempi per mettere a punto una riforma di questo tipo saranno comunque lunghi per diverse ragioni, tra cui quella primaria che è legata al mantenimento in ordine dei nostri conti pubblici. Anche il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, è pienamente d’accordo con la proposta del Premier, mentre i Sindacati allo stesso modo stanno formulando delle proposte che, chiaramente, puntano a riformare il Fisco rendendolo più equo nei confronti dei lavoratori dipendenti e dei pensionati.