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Lavoratori partita Iva: Cgil, via l’Irap a carico dei giovani

Nel nostro Paese c’è un esercito di lavoratori, spesso giovani, che sono a tutti gli effetti dei lavoratori dipendenti anche se non hanno alcun contratto di lavoro a tempo indeterminato; trattasi dei lavoratori con la partita IVA che, pur essendo soggetti all’imposta sul valore aggiunto ed ai relativi versamenti periodici, non hanno dipendenti e neanche mezzi propri, e sono dei veri e propri precari visto che, con tutele minime o praticamente assenti, guadagnano in media 1.200 euro al mese. A mettere in risalto questa situazione è stato il segretario confederale della CGIL, Agostino Megale, il quale ritiene giusto che quantomeno a carico dei giovani professionisti precari con partita Iva venga tolto l’onere di pagare l’imposta regionale sulle attività produttive (Irap).

Il segretario confederale della Cgil ha lanciato questa proposta nella giornata di ieri, venerdì 19 febbraio 2010, in concomitanza con la quinta tappa di “Per un fisco giusto“, una campagna per l’equità fiscale che sfocerà poi a marzo, come già comunicato dalla Cigl nelle scorse settimane, nello sciopero generale. Il più grande Sindacato italiano, quindi, oltre a chiedere un abbassamento della pressione fiscale a carico di chi ha i redditi tassati alla fonte, ovverosia i dipendenti ed i pensionati, sottolinea altresì la necessità di tutelare milioni di lavoratori con partita Iva che nel nostro Paese, in accordo con le dichiarazioni del Segretario Megale, hanno bisogno di nuove e moderne tutele sociali che siano inclusive visto che molti di questi lavoratori autonomi sono tali perché hanno difficoltà ad entrare nel pieno delle attività professionali, o in altri casi altrettanto frequenti sono privi sia di riconoscimenti, sia di alcun tipo di regolazione.

Per l’esponente del Sindacato, infatti, non può essere trattato al pari di un’impresa un lavoratore autonomo con partita IVA che mensilmente guadagna in media dagli 800 ai 1.200 euro, e quindi anche per questi ci vuole una riduzione della pressione fiscale, maggiori detrazioni e sostegno al reddito.