Continuano ad aumentare in Emilia-Romagna i Comuni che hanno aderito e stanno aderendo all’alleanza anti-evasione siglata nei mesi scorsi tra l’Agenzia delle Entrate e l’ANCI, Associazione Italiana Comuni Italiani. Le ultime “new entry” in ordine di tempo sono quelli di Lagosanto, Novi di Modena, Castelvetro Piacentino e San Mauro Pascoli, che quindi allo stesso modo scendono in campo a fianco del Fisco per mettere in campo un’azione comune nel contrasto ai fenomeni di evasione fiscale sul territorio della Regione Emilia-Romagna. A darne notizia è la Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate dell’Emilia-Romagna, sottolineando come con queste ultime adesioni i Comuni che hanno aderito all’alleanza anti-evasione siano saliti a quota 160; di questi, ce ne sono 24 in Provincia di Modena, 17 in Provincia di Ferrara, 19 in Provincia di Forlì-Cesena e 22 in quella di Piacenza.
G20 e fisco: Brown torna a parlare di Tobin Tax
Al G20 finanziario in corso a St. Andrews (Scozia) stanno fioccando interessanti proposte fiscali in previsione di una adeguata strategia di uscita dalla recessione economica. Per la precisione, secondo le conclusioni della bozza finale dei ministri dell’economia e dei banchieri centrali gli obiettivi dovranno essere raggiunti entro la fine del prossimo mese di gennaio. La proposta più importante dal punto di vista tributario è venuta dal premier britannico Gordon Brown, il quale ha invitato i ministri intervenuti al vertice a prendere seriamente in considerazione l’applicazione di una tassa sulle transazioni finanziarie, in modo da rendere le banche ancora più responsabili: in economia, un’imposta di questo tipo viene definita come Tobin Tax. Di cosa si tratta esattamente? Il tributo prende il nome dal premio Nobel per l’economia, James Tobin, il quale la propose nel 1972.
Irap: taglio per aziende in perdita, ipotesi poco convincente
Il Governo ha intenzione di “spendere” un paio di miliardi di euro per tagliare l’Irap, ma c’è grande incertezza sulla platea di imprese che potranno beneficiarne; estendere il beneficio a tutte, infatti, rappresenterebbe una misura non solo dispersiva, ma anche di scarsa efficacia, ragion per cui nelle ultime ore si sta pensando di ridurre l’imposta alle imprese che chiudono il bilancio in perdita; questo al fine di evitare che sulle imprese in rosso lo Stato vada ulteriormente a gravare sul bilancio con il prelievo dell’Irap che, lo ricordiamo, non è un’imposta sul reddito. Ma trattasi di una buona idea? Ebbene, l’ipotesi di tagliare l’Irap alle aziende in perdita non entusiasma la CGIA di Mestre, la quale nei giorni scorsi, invece, aveva avanzato la proposta di tagliare l’Irap a quelle imprese con partita IVA ma senza dipendenti, ovverosia alle ditte individuali che, come tra l’altro emerso da alcune sentenze della Corte di Cassazione, l’imposta non la dovrebbero pagare in base al fatto che i titolari di queste micro imprese non hanno lavoratori a carico.
Conti bancari: ammessa la prova contraria del contribuente
Il Fisco ha la possibilità di determinare il reddito e imputarne il possesso a quel soggetto che dimostri di essere il reale percettore, al fine di dimostrare un quadro indiziario grave e preciso; il compito del contribuente, in questo caso, è quello di difendersi tramite una idonea documentazione probatoria. Queste sono le conclusioni a cui è giunta la Corte di Cassazione con la sentenza 21454, la quale ha accolto un ricorso proposto dall’Agenzia delle Entrate. La vicenda che ha portato a questo ricorso è nata a seguito dell’emissione da parte dell’ufficio di Pesaro di un avviso di accertamento nei confronti di una società a causa di un maggior reddito non dichiarato all’erario. Le indagini svolte dalla Guardia di Finanza avevano messo in luce numerosi scambi tra le società fiduciarie, soprattutto attraverso l’utilizzo di conti bancari e alcuni libretti al portatore.
Vademecum fiscale anche per chi vende online
Per i venditori online la vendita di beni attraverso consegna tramite un servizio di spedizioni è assimilabile al commercio elettronico indiretto, ragion per cui non scatta per il venditore l’obbligo dell’emissione di una certificazione fiscale a patto che, però, provveda a registrare i corrispettivi. A spiegarlo è l’Agenzia delle Entrate che con una risoluzione, la numero 274/E, ha messo a punto un vero e proprio vademecum a favore di tutti i venditori on line, ed al fine di conoscere tutti i passi necessari per mettersi in regola con l’Amministrazione finanziaria. Nella risoluzione, tra l’altro, viene dato spazio anche ad uno dei casi più comuni dell’attività del venditore online, ovverosia il caso in cui il pacco non venga ritirato dal cliente e quindi torna indietro.
Agenzia delle Entrate: nasce Affari legali e contenzioso
Il Comitato di gestione dell’Agenzia delle Entrate ha affidato compiti ben precisi alla nuovissima direzione centrale Affari legali e contenzioso: il direttore della neonata struttura sarà Vincenzo Busa, attualmente alla guida della direzione Normativa e Contenzioso. Per la precisione, la direzione Affari legali e Contenzioso svolgerà soprattutto compiti volti ad assicurare e migliorare la difesa in giudizio, grazie a un’intensa attività di indirizzamento, coordinamento e automazione. Dunque, le materie ereditate sono praticamente le stesse che venivano attribuite e svolte dalla struttura Normativa e Contenzioso, la quale comunque non andrà in pensione: in effetti, ad essa verrà affidata una nuova configurazione, in qualità di direzione centrale Normativa. L’ente così configurato sarà diretto da Arturo Betunio e curerà, in particolare, le attività volte a interpretare nella maniera più corretta la normativa tributaria e a coordinare l’interpello e il supporto agli organi che sono competenti per la predisposizione delle stesse leggi in ambito fiscale.
Irap: autonomi senza dipendenti, proposta di abolizione
In Italia c’è un vero e proprio esercito di lavoratori autonomi che svolgono un’attività con partita IVA ma non hanno dipendenti; sono tantissimi infatti i lavoratori, giovani e meno giovani, titolari di una ditta individuale nata molto spesso a seguito di un rapporto di lavoro subordinato “camuffato”, visto che molti di questi soggetti hanno un unico committente. E visto che si parla di questi tempi di riduzione dell’Irap, perché non sopprimerla del tutto proprio a favore del popolo delle partite IVA senza dipendenti? A porsi la domanda, ed a formulare una proposta in tal senso, è la CGIA di Mestre, la quale tra l’altro ricorda come questi lavoratori autonomi paghino l’Irap anche se la Corte di Cassazione, con almeno quattro sentenze, si è espressa quest’anno in favore del “non pagamento” dell’imposta visto che questa classe di lavoratori, non avendo dipendenti, non gestisce un’attività che possa definirsi autonomamente organizzata.
Scudo fiscale: favorisce delinquenti e mortifica onesti
Il piano per lo scudo fiscale sembra proprio che stia andando a gonfie vele e i clienti ne stanno beneficiando. Secondo gli ultimi dati, le richieste per aderire sono state oltre 1.450. I dati arrivano direttamente da Giorgio Angelo Girelli, a.d. di B.Generali, nel corso della conference call di presentazione dei risultati trimestrali del gruppo. l’ad ha affermato inoltre che il numero di potenziali investitori cresce di giorno in giorno. Così, mentre la Svizzera ha interrotto i negoziati in corso con l’Italia per un accordo sulla doppia imposizione, in Italia le banche intascano il denaro finora tenuto nei “forzieri” svizzeri.
Da parte nostra l’accordo era vicino alla ratifica, ma interromperemo i negoziati fino a nuovo ordine – ha affermato Merz dopo il “raid” della Guardia di Finanza in 76 filiali di banche svizzere e di uffici bancari collegati a intermediari elvetici -. Esistono indicazioni secondo le quali il fisco italiano agisce in Svizzera: ciò non è permesso ed è deplorevole, non accetteremo di essere spiati da degli stranieri.
Di Pietro non frena di esprimere il proprio diniego a questa legge che, come ha affermato ieri al Maurizio Costanzo Show, favorisce i delinquenti e mortifica gli onesti.
Iva e “miscugli di frutta”: le differenze per l’agevolazione
Le agevolazioni fiscali relative all’applicazione dell’Iva subiscono un distinguo a seconda dell’effettiva composizione di determinati preparati alimentari: ci stiamo riferendo in questo caso a dei veri e propri miscugli di frutta, i quali non sono tutti uguali. In effetti, come emerge da due diverse risposte fornite dall’Agenzia delle Entrate (sono contenute nelle risoluzioni 269/E e 270/E pubblicate nel corso della giornata di ieri), l’Iva ridotta al 10% vale solamente per l’alimento masticabile a base prevalente di frutta, con determinati quantitativi di zucchero e di agente addensante; l’aliquota dell’imposta rimane invece ordinaria (20%), nel caso in cui il prodotto non può essere assimilato ai preparati medici o a base di frutta (ci troviamo di fronte a una bevanda analcolica dolce e aromatizzata). Le differenze appena illustrate si sono rese necessarie a seguito di due distinti interpelli, i quali richiedevano specifici chiarimenti in merito all’applicazione dell’Imposta sul Valore Aggiunto nell’ipotesi di cessione di particolari prodotti alimentari.
Taglio tasse: occorre dare una spinta al Paese
Emma Marcegaglia continua a sollecitare il taglio delle tasse per le imprese e i lavoratori per «dare una spinta al Paese». Il presidente di Confindustria, in questi giorni per un convegno a Potenza, parla di crisi e di possibili soluzioni, il taglio tasse potrebbe dare finalmente al Paese la spinta per un rilancio dell’economia. A condizione però che l’alleggerimento fiscale abbia una pari copertura con tagli alla spesa pubblica:
Noi siamo per il rigore nei conti pubblici – ha sottolineato Marcegaglia -, ma è ovvio che un alleggerimento delle tasse per le imprese e i lavoratori può dare una spinta al Paese.
Residenze fittizie: Toscana, i contribuenti si “spostano” in Uruguay
E’ l’Uruguay il “paradiso fiscale” preferito dai contribuenti della Regione Toscana che in maniera illecita sfruttano le residenze fittizie all’estero per dribblare il Fisco italiano e per avvalersi della fiscalità privilegiata del Paese “ospitante”. Il dato emerge da quanto rivela la Direzione Regione Toscana dell’Agenzia delle Entrate dopo che nel mirino del Fisco ci sono ben 1.200 nominativi da controllare perché sospettati proprio di essersi avvalsi della fiscalità privilegiata con la residenza fittizia all’estero. In particolare, le violazioni rilevate e da accertare con approfondimenti riguardano gli anni 2006, 2007 e 2008; di questi 1.200 nominativi, come accennato, ben 216 hanno scelto l’Uruguay come “Paese rifugio” per pagare meno tasse, ed a seguire tra le mete preferite c’è Monaco e poi il Costarica.
Umbria, Entrate e Anci unite per integrare i cittadini stranieri
Il progetto posto in essere ieri a Perugia dalla Regione Umbria, congiuntamente con la Direzione Regionale delle Entrate e l’Anci è davvero molto importante: si tratta infatti di una vera e propria integrazione dal punto di vista fiscale destinata ai cittadini stranieri residenti in questo territorio. La stipula dell’accordo è avvenuta alla presenza, tra gli altri, dell’Assessore Regionale delle Politiche Sociali, Damiano Stufara, del Direttore Regionale delle Entrate, Gennaro Esposito e del presidente dell’Anci-Umbria, Fernanda Cecchini. L’iniziativa si rivolge sostanzialmente a tutti quei cittadini e imprenditori immigrati, tenendo conto sia della forte espansione dell’attività imprenditoriale di questo tipo, sia della crescita di interesse nei confronti delle associazioni di imprese, operanti soprattutto nell’ambito del lavoro autonomo e che sono impegnate nel ricercare la migliore gestione d’impresa. Attraverso questi interventi, le popolazioni immigrate dell’Umbria saranno in grado di conoscere in maniera più approfondita la materia fiscale, incrementando così la loro consapevolezza relativa ai doveri e ai diritti. È inoltre previsto che, anche mediante il prezioso apporto degli enti locali, si raccolgano le esigenze delle comunità in questione, collaborando con queste ultime e realizzando veri e propri servizi di integrazione fiscale.
Evasione fiscale: Lombardia, nel mirino anche le cooperative

Il rimborso iva e la tassa sui rifiuti
La sentenza della Corte costituzionale n. 238 del 2009 ha finalmente chiarito la natura giuridica della Tariffa di igiene ambientale (Tia), affermandone il carattere tributario e pertanto la non assoggettabilità all’Iva del 10%. In seguito alla sentenza è così sorto il diritto, per il cittadino, al rimborso delle somme indebitamente pagate (limitato alle fatture degli ultimi 10 anni).
Se negli anni scorsi quindi il vostro Comune vi ha fatto pagare l’Iva sulla tasssa rifiuti (Tarsu o Tia), innanzitutto controllate subito sulle fatture: se il vostro Comune ha incassato l’Iva sulla tassa rifiuti, chiedete il rimborso spedendo una raccomandata con le copie delle fatture che riportano l’Iva e con una domanda di restituzione, citando la sentenza di cui sopra.