Scudo fiscale: attenzione ai termini per il versamento

Entro il prossimo 28 febbraio 2010 è possibile versare l’imposta straordinaria relativa all’adesione allo scudo fiscale pagando un’aliquota al 6%; in merito, l’Agenzia delle Entrate, che ha reso noto d’aver pubblicato una circolare con le risposte agli operatori, ha fatto presente come quest’anno il 28 febbraio cada di domenica; ma ciò nonostante, contrariamente con quanto avviene per le imposte ordinarie, per le quali c’è lo slittamento al primo giorno lavorativo successivo, quello del 28 febbraio 2010 rimane per l’imposta straordinaria l’ultimo giorno utile per pagare l’aliquota al 6%. Dopodiché dall’1 marzo prossimo, e fino e non oltre il 30 aprile 2010, il saldo dell’imposta straordinaria per il rientro di asset e capitali detenuti in maniera illegale all’estero potrà avvenire attraverso il pagamento di un’aliquota al 7%. Per quanto riguarda il mancato slittamento del termine dal 28 febbraio all’1 marzo per l’aliquota al 6%, l’Agenzia delle Entrate ha fatto presente come ciò non sia possibile per il semplice fatto che i saldi delle imposte non riguardano versamenti di somme a favore dell’Erario.

Liechtenstein: continua l’indagine fiscale sui depositi illegali

Non si ferma l’inchiesta tributaria volta ad appurare la natura dei depositi detenuti in maniera illegale in Liechtenstein da contribuenti del nostro paese, anzi va avanti con determinazione: è stata Rossella Orlandi, direttore aggiunto dell’Accertamento dell’Agenzia delle Entrate, a fare il punto sull’indagine, chiarendone gli aspetti e i dati principali. Si tratta di una partita ancora aperta, anche se è stato finora possibile dar vita a un conto di ben 240 milioni di euro fra imposte e sanzioni, di cui 30 milioni sono già stati oggetto di riscossione. Tutto ciò è stato possibile grazie all’operato degli ispettori del Fisco, ma per la stessa Orlandi è un bilancio ancora provvisorio:

La nostra attività investigativa deve andare avanti, dunque si può ritenere che sia gli importi evasi che quelli richiesti potrebbero continuare a lievitare in futuro.

Questa consapevolezza, tra l’altro, è dettata dal fatto che le sanzioni dovrebbero raddoppiare a causa dell’introduzione delle nuove norme fiscali in merito.

 

Scudo fiscale: vantaggi per l’Erario con capitali rientrati

Nel momento in cui, con lo scudo fiscale, i capitali detenuti illegalmente all’estero rientrano in Italia, questi vengono chiaramente ed automaticamente assoggettati alla tassazione nazionale, il che non potrà che comportare degli evidenti vantaggi per l’Erario. Ad affermarlo, con una nota ufficiale, è l’Agenzia delle Entrate che ha replicato ad un articolo che è apparso lo scorso 29 gennaio 2010 su “Il Mondo“, e che trattava dell’argomento relativo agli impieghi che di questi capitali rientrati si faranno nel nostro Paese. Ebbene, in merito l’Amministrazione finanziaria ha spiegato che ogni valutazione al riguardo risulta essere prematura visto che è trascorso troppo poco tempo dall’apertura dello scudo fiscale.

Scudo fiscale: ultima chiamata il 30 aprile

L’Agenzia delle Entrate in data odierna, venerdì 29 gennaio 2010, ha diffuso una nuova circolare, la numero 3/E, nella quale viene spiegato come, in materia di scudo fiscale, a fronte di procedure e regole che non cambiano, c’è più tempo invece per l’emersione delle attività detenute in Paesi esteri. Il nuovo termine fissato è infatti quello del 30 aprile, entro il quale si potrà decidere o meno se aderire all’operazione straordinaria di emersione degli asset che, detenuti o esportati all’estero, sono oggetto di violazione della normativa sul monitoraggio fiscale. Al riguardo si ricorda che la prima finestra dello scudo fiscale s’è chiusa nello scorso mese di dicembre, mentre la seconda, che dovrebbe anche essere l’ultima, terminerà il 30 aprile 2010 quando, per aderire allo scudo fiscale, i soggetti interessati avranno già dovuto provvedere alla regolarizzazione degli asset attraverso il pagamento di un’imposta sostitutiva straordinaria sui patrimoni e sulle attività finanziarie detenute alla data del 31 dicembre del 2008.

Equitalia: nel 2009 boom per le dilazioni di pagamento

Nell’anno che ci siamo lasciati alle spalle il gruppo Equitalia ha autorizzato, in materia di saldo di debiti fiscali, la bellezza di 445 mila rateazioni con un rialzo del 155% rispetto al 2008; a fornire questo dato è la stessa Equitalia nel sottolineare come siano state concesse dilazioni per un controvalore pari ad oltre dieci miliardi di euro. Il forte incremento del saldo a rate del debito fiscale è chiaramente frutto anche del difficile quadro congiunturale, ma ciò nonostante Equitalia ha raggiunto ottimi risultati dalla lotta all’evasione, visto che, in base agli ultimi dati disponibili, proiettati sull’intero 2009, c’è stata una crescita delle somme recuperate dalle riscossioni da ruolo del 7% a 7,5 miliardi di euro rispetto al 2008, mentre la crescita è del 12% se confrontata con l’anno 2007.

Multe Roma: termini ampi per adesione al “concordato”

Per aderire a Roma al “mini-condono“, definito anche “concordato”, sulle multe per infrazione al Codice della Strada emesse fino al 2004, ci sono termini sufficientemente ampi. Il Comune di Roma, infatti, ha reso noto che il termine ultimo per aderire è fissato al 15 maggio 2010, mentre Equitalia Gerit, nel frattempo, invierà tra gennaio e febbraio 2010 le relative cartelle di pagamento con gli importi delle multe ribassati grazie proprio al mini-condono che garantisce una riduzione, spesso molto ampia, degli importi originari. Per aderire al “concordato”, quindi, ci sono tempi comodi, dai due ai tre mesi, e c’è allo stesso modo tutto il tempo per poter valutare.

Controlli su omessi versamenti: associazioni di categoria sono preoccupate

Nella mattinata di oggi, giovedì 17 dicembre 2009, come tra l’altro annunciato nei giorni scorsi dall’Amministrazione finanziaria, si è tenuto un incontro tra l’Agenzia delle Entrate, gli ordini professionali e le Associazioni di categoria. Al centro dell’incontro c’è stato il tema relativo ad una campagna di controlli che il Fisco ha reso nota nei giorni scorsi e che vuole portare avanti sugli omessi versamenti di quest’anno e su quelli che sono stati effettuati ma in misura insufficiente. In merito, Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, ha voluto assicurare che con la campagna di controlli non si vuole in nessun modo bloccare l’istituto del ravvedimento operoso, ragion per cui le imprese che sono in difficoltà finanziaria e che quindi magari verseranno le tasse con il ravvedimento non hanno nulla da temere.

Tredicesima: serve anche per pagare le tasse

Quale uso faranno quest’anno gli italiani della tredicesima? Ebbene, anche se con percentuali diverse, numerose indagini hanno rivelato che gli italiani non sfrutteranno la gratifica natalizia solo per gli acquisti di Natale, o per mettere qualche euro da parte, ma anche e soprattutto per mettere una pezza ai debiti pregressi e per saldare spese obbligate come il bollo auto, il canone Rai, l’assicurazione della macchina e spesso anche le rate di prestiti finalizzati o quelli delle carte di credito revolving, uno strumento di debito che oramai per numerose famiglie, in particolar modo quelle in grossa difficoltà, serve anche per andare a fare la spesa tutti i giorni al supermercato.

Controlli fiscali: Agenzia Entrate convoca le categorie sugli omessi versamenti

I controlli fiscali, in merito a quelle posizioni anomale sugli omessi versamenti delle tasse da pagare quest’anno, sono in rampa di lancio; l’Agenzia delle Entrate, al riguardo, ha infatti reso noto che l’elaborazione dei dati, finalizzata ad individuare tutte quelle posizioni potenzialmente “a rischio”, è in via di ultimazione. L’obiettivo dell’Amministrazione finanziaria, in particolare, è quello di tamponare una situazione che è grave ed anche preoccupante, vista l’attuale congiuntura, anche per le finanze pubbliche, ma nello stesso tempo si vuole tener conto di quelle realtà imprenditoriali in difficoltà, ed in particolar modo le piccole e medie imprese. Di conseguenza, l’Agenzia delle Entrate ha provveduto ad inviare delle lettere di convocazione sia agli Ordini professionali, sia alle Associazioni di categoria, al fine di determinare dei percorsi condivisi nell’ambito di un incontro di lavoro.

Versamenti imposte 2009: campagna controlli su quelli omessi e insufficienti

Nuova “offensiva” dell’Agenzia delle Entrate in materia di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale. L’Amministrazione finanziaria, infatti, scende in campo con una nuova campagna di controlli a tappeto avente nel mirino tutti quei versamenti di imposta omessi o insufficienti; questo dopo che è stata firmata al riguardo una Direttiva da parte del Direttore dell’Agenzia delle Entrate che permetterà di contrastare un fenomeno che, in base alle rilevazioni dell’Amministrazione finanziaria, ha assunto di recente delle dimensioni preoccupanti con conseguenti ripercussioni sull’erario e sulle finanze pubbliche in una fase congiunturale peraltro delicata. Nello specifico, la campagna di controlli è quella a valere sull’anno in corso, il 2009, è punta letteralmente ad intercettare tutti quei contribuenti che non hanno pagato o hanno pagato solo in parte l’imposta sul valore aggiunto (Iva) sulla base delle scadenze periodiche, mensili e/o trimestrali, ma anche le imposte sui redditi ed i relativi acconti, nonché le ritenute d’acconto.

Scudo fiscale: emersione ammessa per asset detenuti tramite trust

Allo scudo fiscale, approvato in Italia dal Governo per permettere il rientro di capitali e beni non regolarizzati e/o esportati in maniera illecita all’estero, è possibile aderire anche per quegli asset che si trovano all’estero e che sono detenuti attraverso un trust o una società fiduciaria. A precisarlo è l’Agenzia delle Entrate in concomitanza con il rilascio di una circolare, la numero 43/E nella quale vendono dettate linee operative cui lo “scudante” dovrà attenersi per avvalersi della procedura di emersione. L’Amministrazione finanziaria con la circolare, tra l’altro, ha colto l’occasione per rimarcare che per i soggetti che si avvalgono dello scudo fiscale scatta la tutela dall’inversione dell’onere della prova, che consiste nel fatto che gli “scudanti” dovrebbero dimostrare che gli asset ed i beni posseduti all’estero non siano frutto di evasione fiscale.

Pronti i primi codici tributo per lo scudo fiscale

Il tanto discusso provvedimento dello scudo fiscale comincia a prendere forma, grazie all’introduzione dei primi codici tributo da utilizzare in questo senso: tali codici devono essere utilizzati per effettuare il versamento, tramite il modello F24, dell’imposta straordinaria, senza compensare con altri crediti. Come è noto, lo scudo consentirà agli intermediari di versare le imposte derivanti dall’emersione delle attività patrimoniali detenute al di fuori dell’Italia in violazione del monitoraggio fiscale (si tratta del decreto 78 del 2009, “Provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali”). I codici sono stati introdotti da uno specifico documento dell’Agenzia delle Entrate, la risoluzione 257/E, pubblicata proprio nel corso della giornata di ieri; la risoluzione, tra l’altro, ha istituito anche il codice tributo relativo all’imposta sostitutiva sui redditi che derivano dalle attività soggette a rimpatrio.

 

Scudo fiscale: crescono i timori di San Marino e Svizzera

Si avvicina il giorno dell’introduzione dello scudo fiscale progettato dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, per il biennio 2009-2010: mentre cresce la curiosità per gli effetti che esso avrà sull’economia, aumenta anche la paura di due paradisi fiscali come San Marino e Svizzera nei confronti di questa iniziativa. Si stanno in effetti già stimando i rischi che corrono le economie delle due nazioni in questo senso. Una delle stime più ottimistiche arriva proprio da San Marino: la repubblica del Titano ha infatti calcolato che il rimpatrio dei capitali porterà alla riduzione del 15% dei depositi nelle casse delle banche, ma c’è anche chi, come accade nel Canton Ticino, parla di un calo più evidente (oltre il 40%). C’è però da dire che l’atteggiamento degli Svizzeri è più che altro improntato a una sorta di snobismo nei confronti dello scudo: in territorio elvetico si preferisce parlare soprattutto dell’inaffidabilità delle istituzioni del nostro paese, ma non si teme in alcun modo una fuga di massa dei capitali dalle banche svizzere. La differenza tra i due paradisi, riscontrabile in questa percezione dell’iniziativa fiscale, sta nel fatto che San Marino detiene una percentuale di depositi italiani molto più alta.

 

Tutto pronto per lo scudo fiscale da 4 miliardi di euro

La giornata di oggi segna il punto di partenza per l’operazione scudo fiscale promossa dal governo: si comincia anzitutto con la richiesta di cooperazione dei professionisti e degli operatori, in vista della diffusione ufficiale della circolare definitiva, da parte dell’Agenzia delle Entrate, fra una decina di giorni circa. C’è comunque da dire che cominciano già a essere diffuse alcune informazioni sul contenuto di questo scudo. In particolare, si provvederà a chiarire l’obbligo di segnalazione ai fini dell’antiriciclaggio dei professionisti. Sono stati inoltre pubblicati anche i modelli di riferimenti per questa operazione del Ministero dell’Economia: chi intende avvalersi dell’opportunità fiscale ha già un documento a disposizione, anche se si tratta di un “déjà vu”, visto che altro non sono che i prospetti già utilizzati nel precedente scudo. La dichiarazione agli intermediari e il pagamento dell’imposta pari al 5% delle attività dichiarate consentiranno, secondo le prime stime, di mettere in regola (oppure, in caso la regolarizzazione non sia ritenuta sufficiente, di rimpatriare) le attività estere detenute in violazione della normativa sul monitoraggio, al fine di evitare pesanti sanzioni future.