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Scudo fiscale: emersione ammessa per asset detenuti tramite trust

Allo scudo fiscale, approvato in Italia dal Governo per permettere il rientro di capitali e beni non regolarizzati e/o esportati in maniera illecita all’estero, è possibile aderire anche per quegli asset che si trovano all’estero e che sono detenuti attraverso un trust o una società fiduciaria. A precisarlo è l’Agenzia delle Entrate in concomitanza con il rilascio di una circolare, la numero 43/E nella quale vendono dettate linee operative cui lo “scudante” dovrà attenersi per avvalersi della procedura di emersione. L’Amministrazione finanziaria con la circolare, tra l’altro, ha colto l’occasione per rimarcare che per i soggetti che si avvalgono dello scudo fiscale scatta la tutela dall’inversione dell’onere della prova, che consiste nel fatto che gli “scudanti” dovrebbero dimostrare che gli asset ed i beni posseduti all’estero non siano frutto di evasione fiscale.

Lo “scudante“, inoltre, rimpatriando gli asset ed i beni, pagando l’imposta straordinaria prevista, è immune anche all’accertamento sintetico, e quindi non potrà essere contestato a suo carico un maggior reddito rinveniente dalle attività regolarizzate. Per il versamento dell’imposta straordinaria, fermo restando che il termine per la presentazione della dichiarazione è fissato per il prossimo 15 dicembre 2009, l’Agenzia delle Entrate ha provveduto in queste ore da un lato a sopprimere i vecchi codici tributo relativi ai condoni degli anni precedenti, e dall’altro a predisporre i codici tributo necessari per versare l’imposta straordinaria con il modello F24.

Nel dettaglio, con il codice tributo “1827” si regolarizzano le imposte sui redditi che derivano da quegli asset rimpatriati e/o regolarizzati; con il codice tributo “8108” si salda l’imposta sugli asset e sui beni regolarizzati, mentre con il codice “8107” si regolarizzano quelle per cui avviene il rimpatrio. Considerando che in futuro per i capitali detenuti illegalmente all’estero le sanzioni saranno più aspre, è lecito supporre che lo Stato italiano con lo “scudo fiscale” sarà in grado di reperire ingenti risorse da destinare ad, esempio, alle politiche per il lavoro.

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