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Residenze fittizie: Toscana, i contribuenti si “spostano” in Uruguay

E’ l’Uruguay il “paradiso fiscale” preferito dai contribuenti della Regione Toscana che in maniera illecita sfruttano le residenze fittizie all’estero per dribblare il Fisco italiano e per avvalersi della fiscalità privilegiata del Paese “ospitante”. Il dato emerge da quanto rivela la Direzione Regione Toscana dell’Agenzia delle Entrate dopo che nel mirino del Fisco ci sono ben 1.200 nominativi da controllare perché sospettati proprio di essersi avvalsi della fiscalità privilegiata con la residenza fittizia all’estero. In particolare, le violazioni rilevate e da accertare con approfondimenti riguardano gli anni 2006, 2007 e 2008; di questi 1.200 nominativi, come accennato, ben 216 hanno scelto l’Uruguay come “Paese rifugio” per pagare meno tasse, ed a seguire tra le mete preferite c’è Monaco e poi il Costarica.

A livello territoriale, questi “falsi” residenti all’estero, ma cittadini della Toscana, sono in prevalenza residenti a Firenze, e poi a seguire a Lucca e ad Arezzo; in particolare, dei 1.200 sospettati ben 347 sono della Provincia di Firenze, 157 in Provincia di Lucca e 138 in Provincia di Arezzo. Su tutti i sospettati, il Fisco sta preparando ed avviando delle attività istruttorie finalizzate sia a rilevare effettivamente che ci sia stata evasione fiscale, sia a quantificare l’ammontare delle imposte evase e non pagate all’Erario.

Le residenze fittizie all’estero che saranno confermate porteranno il Fisco ad applicare il “rientro” in Italia del soggetto evasore che dovrà pagare il dovuto con le relative sanzioni pecuniarie visto che, a conti fatti, è stato in tutto e per tutto simulato un espatrio per perpetrare una frode ai danni dello Stato. Al riguardo si ricorda che per tutti quei soggetti sui quali pende un accertamento non c’è la possibilità di presentare la domanda di emersione, ovverosia avvalersi dello “scudo fiscale” recentemente approvato dal Governo per agevolare il rimpatrio di attività, e beni non regolarizzati e/o illecitamente esportati all’estero, attraverso il pagamento di un’imposta sostitutiva straordinaria da saldare con il modello F24.

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