Le Isole Mauritius non vogliono essere considerate un paradiso fiscale

Le Isole Mauritius respingono al mittente le accuse di evasione fiscale e vogliono rimanere un centro finanziario credibile: è proprio per questo motivo che sono stati messi in luce 170 casi di scambi di informazioni con le autorità indiane nel corso degli ultimi tre anni (la questione riguarda proprio la nazione asiatica). Per cercare di allontanare i sospetti di essere un paradiso fiscale, lo stato insulare africano ha voluto far conoscere come funziona la propria legislazione a tal proposito. Secondo quanto spiegato dall’agenzia governativa che promuove gli investimenti, le norme antiriciclaggio sono tra più stringenti e severe al mondo, a dimostrazione dell’impegno profuso per prevenire transazioni finanziarie illecite.

L’Olanda è il paradiso fiscale delle multinazionali

Non più semplici centri offshore o sperduti territori d’oltreoceano, ma vere e proprie nazioni: le compagnie di Internet e le grandi multinazionali guardano con sempre maggiore interesse a paradisi fiscali che in pochi si aspetterebbero. Un esempio interessante è offerto dall’Olanda. È qui che Yahoo!, Google e Dell (solo per citare tre nomi) hanno deciso di aprire delle loro sedi, in modo da sfruttare nel migliore dei modi la politica fiscale più “morbida”. I Paesi Bassi sono fortemente preoccupati per questa reputazione che rischia di essere rovinata, tanto è vero che il parlamento locale ha già chiesto dei chiarimenti molto precisi al Ministero delle Finanze.

Le società fiduciarie dell Isole Cayman

Qualche mese fa era giunto il momento di fare il punto sui paradisi fiscali nel 2012: una situazione particolare è quella che riguarda le Isole Cayman, il celebre arcipelago del Mar delle Antille, le quali si stanno rivelando l’approdo migliore a cui si affidano elusori ed evasori del Fisco per i loro beni e risparmi, rendendo questi ultimi non riconoscibili e irrintracciabili. Il metodo più sfruttato consiste essenzialmente nell’apertura di un apposito trust per proteggere gli assets finanziari, diversamente da quanto accade per l’avvio di un conto corrente bancario, per cui è obbligatorio essere in possesso di un domicilio locale.

Milano paradiso fiscale come la Svizzera

I paradisi fiscali, sono, secondole le stime, da 60 a 90 unità, e rappresentano dei microterritori o degli stati le cui legislazioni fiscali sono volutamente molto basse o inesistenti allo scopo anche, delle volte, di attirare gli investimenti stranieri. Si può parlare di stati che commercializzano la propria sovranità offrendo un regime favorevole, una totale deregulation ai detentori di capitali, indipendentemente dalla loro origine. La Svizzera è considerata un paradiso fiscale per alcune categorie di residenti ed una determinata tipologia di società. Per i privati le aliquote di tassazione sono vantaggiose rispetto alle aliquote fiscali di Germania, Scandinavia e Italia. Le imprese pagano imposte ad aliquote variabili, a seconda della loro attività e del luogo in cui si trovano. In certe circostanze, le società svizzere possono pagare tasse molto basse, in genere intorno al 9 % del reddito.

Residenze fittizie: Toscana, i contribuenti si “spostano” in Uruguay

E’ l’Uruguay il “paradiso fiscale” preferito dai contribuenti della Regione Toscana che in maniera illecita sfruttano le residenze fittizie all’estero per dribblare il Fisco italiano e per avvalersi della fiscalità privilegiata del Paese “ospitante”. Il dato emerge da quanto rivela la Direzione Regione Toscana dell’Agenzia delle Entrate dopo che nel mirino del Fisco ci sono ben 1.200 nominativi da controllare perché sospettati proprio di essersi avvalsi della fiscalità privilegiata con la residenza fittizia all’estero. In particolare, le violazioni rilevate e da accertare con approfondimenti riguardano gli anni 2006, 2007 e 2008; di questi 1.200 nominativi, come accennato, ben 216 hanno scelto l’Uruguay come “Paese rifugio” per pagare meno tasse, ed a seguire tra le mete preferite c’è Monaco e poi il Costarica.