Home » Agenzia delle Entrate » Evasione fiscale: Toscana, nel mirino anche le auto da corsa

Evasione fiscale: Toscana, nel mirino anche le auto da corsa

Nel 2008 l’Agenzia delle Entrate, ed in particolare l’Ufficio di Viareggio, ha avviato una complessa operazione finalizzata ad accertare la presenza di situazioni potenzialmente evasive nell’ambito delle competizioni automobilistiche, ed in particolare nel mondo del rally. Ebbene, in accordo con quanto reso noto dalla Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate della Toscana, l’Amministrazione finanziaria ha “scovato” oltre quattro milioni di euro di evasione fiscale accertata nei confronti di una ditta che, operante nel settore della sponsorizzazione e della pubblicità per le auto da corsa, è accusata d’aver emesso parecchie fatture per operazioni che agli occhi del Fisco risultano essere del tutto inesistenti.

L’indagine, dopo aver passato al setaccio gli anni dal 2002 al 2008, hanno portato ai livelli di evasione sopra citati ed alla relativa notifica degli avvisi di accertamento finalizzati al recupero delle imposte evase; inoltre, si è provveduto alla segnalazione di reato presso la Procura della Repubblica di Lucca.

In merito a tale operazione, infatti, l’Agenzia delle Entrate rivela che il titolare della ditta per la quale sono scattati i controlli risulta essere irreperibile, e che sono centinaia le fatture emesse, e false, per la promozione di spazi pubblicitari su vetture da rally che non è mai avvenuta. Gli “007” del Fisco sono risaliti alle fatturazioni fittizie raccogliendo il materiale fotografico ufficiale delle relative competizioni sportive, rilevando come a fronte delle prestazioni fatturate mancassero gli adesivi di sponsorizzazione sulle auto da corsa.

Insomma, le operazioni dedotte nelle fatture sono del tutto inesistenti, ma l’indagine del Fisco non finisce qui, visto che ora si sposta agli utilizzatori delle fatture. Questi ultimi, infatti, saranno ora chiamati a fornire una prova legittima sia dei costi portati in deduzione nella dichiarazione dei redditi, sia della legittimità delle detrazioni effettuate ai fini dell’imposta sul valore aggiunto (IVA), altrimenti saranno chiamati a rispondere del reato di dichiarazione fraudolenta in quanto si sono avvalsi di costi legati a fatturazioni per operazioni inesistenti.