Il basso gettito della tassa sullo scudo fiscale

Le aspettative erano davvero molto alte, ma sono state prontamente deluse: il gettito che la cosiddetta tassa sullo scudo fiscale è riuscita a garantire non è stato molto alto, anzi le casse dello Stato sono riuscite a beneficiare solamente di 878 milioni di euro, mentre le previsioni iniziali parlavano addirittura di 1,49 miliardi per la precisione. Le cifre in questione erano contenute nella relazione tecnica al decreto Salva-Italia, il testo che ha di fatto introdotto l’imposta in questione, la quale prevede un’aliquota pari a un punto percentuale. Insomma, i calcoli non sono stati azzeccati, ma allo stesso tempo non ci si può lamentare più di tanto.

Scudo fiscale: nessuna proroga per la tassa aggiuntiva

Non ci sarà nessuna proroga per quel che riguarda l’imposta-extra relativa allo scudo fiscale: come previsto espressamente dalla manovra del governo, le attività finanziarie che negli ultimi anni hanno beneficiato di questa “protezione” dovranno rispettare la scadenza di domani in maniera tassativa. Il riferimento va quindi allo scorso anno, ma anche a quello attualmente in corso. Non si sgarra, questa è la certezza che si può intuire in questo senso, l’assenza di prelievi e pagamenti comporta un raddoppio delle multe che sono previste. Il provvedimento è stato adottato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, il quale ha stabilito tutte le istruzioni e i chiarimenti che vi sono a tal proposito, soprattutto per ottenere il calcolo giusto della tassa.

Tassa aggiuntiva dell’1,5% sui capitali scudati

Potrebbe generare un gettito di circa 2,1 miliardi, secondo le stime del governo, la tassa straordinaria sugli oltre 180 miliardi condonati con lo scudo fiscale. Ma d’altra parte potrebbe rivelarsi molto fumo e nulla più: la procedura prevede che siano le banche a trattenere l’imposta dalle attività rimpatriate, ma se il contribuente ha reinvestito il denaro in altre attività finanziarie o semplicemente ha spostato la sua posizione presso un’altra banca, chi sarebbe il sostituto di imposta? Un’operazione non facilissima quindi, inoltre, sulla sua concretizzazione potrebbe pesare anche le perplessità degli intermediari finanziari interessati. E’ questo il quesito a cui sono giunti i tecnici della Camera dopo un’attenta analisi del decreto legge.

Marcia degli Onesti contro gli evasori

Niente sciopero fiscale o sciopero della spesa, come avvenuto in passato. Adusbef e Federconsumatori, a seguito dell’approvazione della nuova manovra finanziaria da 45 miliardi di euro, hanno reso noto che per il 15 settembre prossimo hanno organizzato la “Marcia degli Onesti” contro gli evasori fiscali, nelle principali città italiane. La marcia culminerà nello stesso giorno in un sit in finale, davanti a Montecitorio, a partire dalle ore 11; il tutto affinché i cittadini e contribuenti onesti, sempre più con le tasche vuote, possano riempirle con i soldi che gli evasori per anni nel nostro Paese hanno scippato. Con la “Marcia degli Onesti“, tra l’altro, Adusbef e Federconsumatori chiedono che finalmente coloro che hanno rimpatriato i capitali, i cosiddetti capitali scudati, paghino il 20% di tasse e non quel risibile 1-2% attualmente proposto che si legge sui giornali.

Tassa sui capitali scudati, la proposta del PD

Il Partito democratico ha proposto al governo di introdurre nella manovra economica una disposizione che tocchi i capitali scudati. Di cosa si tratta? Dovremmo tornare un po’ indietro nel tempo e parlare di scudo fiscale. Si tratta di una tipologia di regolarizzazione in materia tributaria e penale simile ad un condono perché inibisce l’azione penale e di accertamento tributario. La condizione perchè questo “condono” fosse realizzato era il rientro dei capitali in Italia. Ha sanato solo pochi mesi fa alcuni comportamenti irregolari effettuati dai contribuente riguardo alla produzione e detenzione di capitali detenuti all’estero derivanti da redditi non denunciati e presumibilmente imponibili.

Scudo fiscale: rimpatrio giuridico se l’emersione è complicata

Se, a causa di cause oggettive non dipendenti dalla volonta del contribuente, non è possibile avvalersi per lo scudo fiscale del rimpatrio fisico entro la data del prossimo 31 dicembre 2010, allora può scattare come soluzione “salvagente“, comunque entro la scadenza sopra indicata, quella del rimpatrio giuridico. Questo è quanto ha precisato l’Agenzia delle Entrate con una risoluzione, la numero 122/E, emanata in data odierna, lunedì 29 novembre 2010, in merito all’adesione allo scudo fiscale per operazioni di emersione che, come sopra accennato, risultano essere complicate per le attività detenute all’estero. Tutto ciò, in ogni caso, ha piena validità non solo se si rispetta la scadenza del 31 dicembre 2010, ma anche se il rimpatrio giuridico viene gestito dalla stessa fiduciaria alla quale è stata presentata originariamente la dichiarazione di emersione. In questo caso il rimpatrio fisico con quello giuridico vengono equiparati se, ad esempio, ci sono difficoltà nel liquidare e/o nel disinvestire le attività, oppure se ci sono dei contenziosi in corso con i gestori esteri.

Francia: Sarkozy pronto a eliminare tassa sui ricchi e scudo fiscale

L’ennesimo rimpasto di governo è praticamente alle spalle e il premier francese Nicolas Sarkozy sta già pensando alle misure più urgenti da adottare per il proprio paese: l’ambito fiscale sembra quello più gettonato in questo senso, visto che le ultime dichiarazioni che provengono dall’Eliseo hanno messo in luce come siano in fermento i lavori relativi all’eliminazione progressiva di due tipi di tributi, l’imposta sui ricchi e lo scudo fiscale. La scelta appare quantomeno ambigua, visto che si tratta di due cavalli di battaglia del programma elettorale del presidente transalpino, ma comunque esiste una spiegazione logica per il cambiamento di rotta. In effetti, l’obiettivo della Francia è quello di allineare il più possibile il sistema tributario nazionale a quello della Germania, così da limitare il gap competitivo che esiste tra Parigi e il suo primo partner commerciale all’interno dell’eurozona.

Fisco recupera 104,5 miliardi grazie allo scudo fiscale

Non tutti gli analisti erano stati ottimisti, ma sembra che dovranno ricredersi: lo scudo fiscale 2009-2010 ha superato i 100 miliardi, la regolarizzazione in materia tributaria che ferma l’azione penale e di accertamento tributario ha fatto emergere per il Fisco 104,5 miliardi di euro in sette mesi con un’entrata per le casse dell’erario di tutto rilievo. L’apertura dello scudo fiscale, che ha consentito di regolarizzare attività italiane detenute illecitamente all’estero, ha così avuto “successo”.

Si è chiusa con l’emersione di 9,2 miliardi di euro e un gettito di 694 milioni di euro la riapertura delle operazioni di ‘Rimpatrio dei capitali in Italia – spiega il ministero dell’Economia in una nota -. Il 95% dei 9,2 miliardi è costituito da rimpatri in Italia. Il bilancio dell’operazione si chiude così con un recupero di attività per complessivi 104,5 miliardi di euro (il 98% dei quali costituiti da rimpatri in Italia) e un incasso per l’Erario di 5,6 miliardi di euro.

Poco meno di un mese per le adesioni allo scudo fiscale australiano

Il mese di giugno è appena iniziato, ma in Australia già si pensa al suo ultimo giorno, visto che si tratterà dell’ultima data utile per i contribuenti oceaniani per aderire all’ancora di salvataggio offerta dal fisco per agevolare il rientro di capitali dall’estero: l’Australian Taxation Office, l’amministrazione finanziaria australiana, ha dunque deciso di non offrire altre proroghe, anche perché questo provvedimento normativo del governo di Canberra intende combattere in maniera seria e mirata l’evasione fiscale, il naturale proseguimento dello scudo fiscale della fine dello scorso anno. Che cosa accadrà a quei soggetti che aderiranno al nuovo scudo? La questione principale in questo caso riguarda le sanzioni: in effetti, nell’ipotesi in cui il totale dei ricavi del contribuente non eccede la soglia dei 15.000 dollari annui, allora la regolarizzazione avrà luogo in modo semplice e con una normale comunicazione del proprio profilo tributario.

 

Lotta evasione fiscale: record di incassi nel 2009

Dopo aver segnato il primato nel 2008, nel 2009 il Fisco ha nuovamente battuto in materia di lotta all’evasione fiscale il record di incassi con 9,1 miliardi di euro, che corrispondono ad un incremento del 32%. A darne notizia è l’Agenzia delle Entrate nel sottolineare come di conseguenza nel biennio 2008-2009 siano stati recuperati dall’attività di lotta all’evasione ben 16 miliardi di euro. Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, ha sottolineato come i risultati raggiunti siano il frutto della professionalità dei 36 dipendenti dell’Amministrazione finanziaria, il cui impegno e la cui dedizione non può essere di certo intaccata o messa in ombra da quelle poche mele marce che, purtroppo, in una grande organizzazione possono esserci.