Le agevolazioni tributarie all’interno dell’Unione Europea non hanno alcuna ragione di esistere se vanno a basarsi essenzialmente sulla residenza permanente e sulla cittadinanza del contribuente: in effetti, in base a quanto deciso dalla Corte di Giustizia di Lussemburgo, si tratta di una discriminazione vera e propria, la quale dissuade chi non si trova ad abitare all’interno di uno Stato membro e limita di fatto la libera circolazione delle persone, uno dei pilastri del Trattato di Roma del 1957. La sentenza in questione risale ormai allo scorso 20 gennaio, ma i suoi contenuti sono fondamentali e di estremo interesse dal punto di vista fiscale. Si è arrivati a queste conclusioni dopo una controversia relativa a una normativa promossa dalla Grecia.
Redazione
Tfr: ancora una settimana di tempo per il saldo
I datori di lavoro guardano con attenzione alla data del prossimo 16 febbraio: tra una settimana esatta, infatti, questi soggetti sono obbligati a pagare il saldo dell’imposta sostitutiva dell’Irpef (l’aliquota è pari all’11%) in veste di sostituti d’imposta e in relazione al trattamento di fine rapporto (Tfr). Volendo essere più precisi, il riferimento va alle rivalutazioni di questo tipo che risultavano alla data dello scorso 31 dicembre e collegate ai fondi accantonati dagli stessi datori per i loro lavoratori. Bisogna ricordare in tal senso che l’imposizione fiscale del Tfr può essere suddivisa in due distinte quote: la prima è proprio quella dello stesso trattamento, mentre la seconda riguarda invece la rivalutazione posta in essere ogni anno.
Finlandia: tassazione di accise e motori nella legge finanziaria
La Finanziaria per il 2011 che la Finlandia ha approvato da non molto tempo è piena zeppa di novità fiscali: le proposte dello scorso anno sono state sostanzialmente confermate e approvate, soprattutto per quel che concerne la tassazione da applicare sui redditi da pensione, in modo da renderli in tutto e per tutto simili a quelli di lavoro dipendente. Il Parlamento di Helsinki, conosciuto anche col nome di Riksdag o Eduskunta, è intervenuto anzitutto sul credito d’imposta. In effetti, quest’ultimo è stato aumentato da 650 a 740 euro: la percentuale che viene attualmente sfruttata è il 5,2% e va a colpire nel dettaglio il reddito netto che è stato percepito e che è superiore ai 2.500 euro (cifra che dovrebbe salire in futuro). Nel corso di quest’anno, poi, la stessa percentuale arriverà fino al 5,9%.
Condono fiscale, le notifiche del 2009 non hanno valore
Nel caso in cui la notifica di una determinata cartella di pagamento sia avvenuta subito dopo il 31 dicembre del 2008, allora l’amministrazione finanziaria non può ottenere il denaro relativo al condono fiscale: è questa la conclusione principale che deriva dalla lettura di una sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Palermo, la quale ha accolto il ricorso presentato da un contribuente a tal proposito. La pronuncia in questione si riferisce nello specifico all’annullamento di una cartella di pagamento a causa della decadenza dei termini. In effetti, l’agente di riscossione coinvolto nel caso è stato condannato a versare al soggetto ricorrente le spese relative al giudizio, una vera e propria beffa per l’Agenzia delle Entrate, che deve aggiungere questi due flussi in uscita al proprio bilancio.
Sisma Abruzzo: tra cinque mesi il versamento della prima rata
I contribuenti abruzzesi che sono stati gravemente danneggiati e colpiti dal sisma del 2009 hanno a disposizione dei termini ben precisi per quel che concerne le rate dei versamenti fiscali: come è noto, infatti, in base a quanto è disposto dal Decreto 78 del 2010 (“Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività”), le rate in questione vengono sospese per venire incontro alle esigenze di questi soggetti. Fondamentale, poi, è la circolare 117 che l’Inps ha provveduto a pubblicare lo scorso anno, in modo da precisare quali sono le modalità specifiche per recuperare i contributi che sono stati appunto sospesi a causa del terremoto di quasi due anni fa. La riscossione a cui stiamo facendo riferimento, sia in relazione al periodo che va aprile 2009 fino a giugno 2010 sia per l’arco temporale che ricomprendeva tutto lo scorso anno nella sua interezza, deve avvenire in maniera dilazionata, ovvero in centoventi rate da pagare ogni mese, di importo costante e a partire dal mese di gennaio che è appena terminato.
Belgio: BizTax agevola le dichiarazioni dei redditi societari
BizTax: è questo il nome che è stato scelto dall’amministrazione finanziaria del Belgio per consentire alle imprese la denuncia dei loro redditi. Si tratta di un servizio informatico, attivo dallo scorso 1° gennaio, il quale promette di essere più sicuro e conveniente nei confronti di tutti i contribuenti che sono coinvolti da tale adempimento. La precedente applicazione, Vensoc, diventa dunque obsoleta e il governo di Bruxelles intende introdurre in maniera completa la nuova versione a cui ci stiamo riferendo. Di cosa si tratta esattamente? La dichiarazione dei redditi imprenditoriali potrà essere attuata mediante delle procedure rapide e un trattamento dei dati piuttosto affidabile; la tecnologia che viene sfruttata si chiama Xbrl (acronimo che sta a indicare l’ Extensible Business Reporting Language), un linguaggio elettronico appunto che fa riferimento a un consorzio presente in diversi paesi a livello internazionale.
Enti non commerciali: via libera al modello Unico ENC 2011
Il tempo delle bozze è finito, anche per Unico ENC 2011 è il momento di entrare a far parte del novero dei documenti fiscali definitivi: si tratta del modello che deve essere utilizzato dagli enti non commerciali per la dichiarazione definitiva di Ires e Iva e per quel che concerne l’ultimo periodo d’imposta, quello del 2010. Modello e istruzioni sono già presenti nel sito web dell’Agenzia delle Entrate. Che cosa si intende per enti non commerciali? Essi non sono altro che enti pubblici e privati che non hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di una attività commerciale. Anche per questi specifici contribuenti sono state introdotte nuove integrazioni e innovazioni, così da adeguare l’adempimento tributario in questione all’evoluzione delle norme giuridiche. Le principali novità riguardano soprattutto il quadro RS di Unico ENC.
Iva ed Unione Europea: ecco le aliquote del 2011
L’Imposta sul Valore Aggiunto del Vecchio Continente si appresta a vivere un 2011 ricco di novità e spunti rilevanti: le revisioni delle percentuali e delle relative aliquote potranno fare riferimento alla direttiva che l’Unione Europea ha appositamente istituito in questo senso. Il riferimento normativo in questione è la direttiva 112 del 2006, relativa appunto alle aliquote dell’Iva. A dire la verità, sia in Europa che negli Stati Uniti si sta discutendo parecchio circa la possibilità di effettuare un trasferimento della imposizione fiscale dal reddito fino ai consumi. Alcuni esempi possono aiutare a comprendere meglio la questione: il Portogallo ha optato per l’incremento dell’aliquota ordinaria (due punti percentuali in più, dal 21 al 23%), anche se esistono alcune differenze importanti per quel che concerne le regioni autonome delle Azzorre e di Madeira.
Irap 2011: cosa c’è da sapere sul modello definitivo
Il modello Irap 2011 non fa più parte delle bozze predisposte dall’Agenzia delle Entrate per quel che concerne i documenti fiscali ed entra a far parte della sezione ufficiale del sito web della nostra amministrazione finanziaria: i redditi che sono stati conseguiti nel 2010 e che sono appunto collegati all’Imposta sul Reddito delle Attività Produttive andranno dunque indicati in questa nuova pubblicazione, la quale non è stata né modificata né corretta dalla sua versione iniziale. C’è comunque da dire che la lista delle aliquote che si possono applicare in ogni singola regione è più aggiornata che mai e occorre fare riferimento ad essa con estrema attenzione. Di quali novità si tratta esattamente? Il rigo IS32, in particolare, è stato opportunamente adeguato alle esigenze del deficit sanitario, visto che si è resa necessaria la nuova formulazione del calcolo (0,15 punti percentuali in più delle aliquote).
Alluvione del Veneto: precisati i termini della sospensione fiscale
I cittadini della Regione Veneto non ricordano certamente in modo positivo i giorni compresi tra il 31 ottobre e il 2 novembre scorsi: si tratta infatti del periodo in cui alcune città sono state gravemente colpite e danneggiate da forti eventi alluvionali, ma per lo meno c’è un motivo in più per poter affrontare serenamente il ritorno alla normalità. L’Inps ha ulteriormente prorogato il blocco dei pagamenti dei contributi previdenziali e assistenziali, un provvedimento che era già stato reso noto dal ministero delle Finanze due mesi fa. Volendo essere più precisi, la circolare dell’istituto si rivolge a quei contribuenti che si sono visti costretti a interrompere la loro attività economica e che non sono stati quindi in grado di garantire i loro versamenti per l’arco temporale citato in precedenza.
F24 Enti Pubblici: ancora nove giorni per le ritenute alla fonte
Il mese di febbraio che comincerà domani coincide con alcuni importanti appuntamenti per quel che riguarda l’ambito fiscale: tra nove giorni esatti, in effetti, scade un termine fondamentale in tal senso, vale a dire il pagamento delle ritenute alla fonte che devono essere applicate in relazione ai redditi di lavoro dipendente, a quelli assimilati e ai redditi di lavoro autonomo che sono stati elargiti nel corso di gennaio. L’adempimento deve essere effettuato da specifici contribuenti, gli enti pubblici e le pubbliche amministrazioni, ragione per la quale l’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione da tempo un apposito documento per il versamento tributario, il modello F24 Enti Pubblici, il quale va utilizzato in maniera elettronica. Visto che la scadenza in questione si sta avvicinando, è bene ricordare quali sono i codici tributo da sfruttare per la compilazione; quelli principali sono essenzialmente due, il codice 100E, il quale si riferisce alle ritenute sui redditi da lavoro dipendente e assimilati, e il codice 104E, relativo invece al lavoro autonomo.
Congresso Usa: anche il debito pubblico diventa una tassa
Il Congressional Budget Office (Cbo) è l’ufficio della Camera statunitense che si occupa della gestione economica e del bilancio: l’ultimo studio che è emerso da questo organismo ha messo in luce l’esistenza di una sorta di “tassa occulta”, la quale va a colpire in maniera indiscriminata sia i lavoratori che le aziende, vale a dire le somme che vengo utilizzate per rifinanziare il debito pubblico a stelle e strisce. L’ammontare non è di poco conto, anzi, e si aggira attorno ai novemila miliardi di dollari, quantità che deve comunque essere riferita al solo capitolo pubblico e federale. Il futuro non promette niente di buono in questo senso ed è stato previsto persino un incremento; per il momento, però, i consumatori vedono assorbiti dalle loro tasche circa duecento miliardi di dollari, per la precisione 197.
Frodi: detrazione dell’Iva possibile se il contribuente è estraneo
La sentenza 1364 che la Corte di Cassazione ha pubblicato esattamente una settimana fa può rappresentare un importante svolta per quei contribuenti che si trovano coinvolti, a loro insaputa, nelle frodi al fisco: in effetti, la conclusione principale della pronuncia è che quei soggetti che usano delle fatture per delle operazioni inesistenti, hanno la possibilità di sfruttare la detrazione dell’Iva, ma solo nel caso in cui si riesca a dimostrare la mancata conoscenza dell’evento illegale. La sentenza della Suprema Corte si è resa necessaria dopo un processo di constatazione della Guardia di Finanza nei confronti di una società, la quale veniva accusata di aver partecipato a frodi fiscali di stampo criminale, realizzate soprattutto attraverso fatture false e operazioni commerciali “fantasma”: in base a queste disposizioni, la stessa società si vedeva notificare una rettifica dell’Imposta sul Valore Aggiunto, operazione con cui accertare venti milioni di euro indebiti.
L’Ocse boccia l’ordinamento fiscale di San Marino
Ormai è un dato di fatto, tra l’Ocse e la Repubblica di San Marino è guerra aperta: l’organizzazione parigina ha infatti letteralmente bloccato il piccolo stato del Titano, lamentando le lacune presenti nell’ordinamento tributario, talmente gravi da non permette il pur minimo scambio informativo in campo fiscale. Gli standard dell’Ocse sono noti da tempo, così come la sua battaglia nei confronti dei paradisi offshore, dunque non deve sorprendere più di tanto se il rapporto su San Marino sia così poco lusinghiero. I lavori del Global Forum sono suddivisi in diverse fasi e in questo caso ci troviamo ancora alla Fase 1, visto che il passaggio alla fase successiva relativa alla trasparenza fiscale è stato interrotto proprio per i motivi appena citati, almeno fino a quando le carenze normative della Repubblica non saranno colmate.