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Iva ed Unione Europea: ecco le aliquote del 2011

L’Imposta sul Valore Aggiunto del Vecchio Continente si appresta a vivere un 2011 ricco di novità e spunti rilevanti: le revisioni delle percentuali e delle relative aliquote potranno fare riferimento alla direttiva che l’Unione Europea ha appositamente istituito in questo senso. Il riferimento normativo in questione è la direttiva 112 del 2006, relativa appunto alle aliquote dell’Iva. A dire la verità, sia in Europa che negli Stati Uniti si sta discutendo parecchio circa la possibilità di effettuare un trasferimento della imposizione fiscale dal reddito fino ai consumi. Alcuni esempi possono aiutare a comprendere meglio la questione: il Portogallo ha optato per l’incremento dell’aliquota ordinaria (due punti percentuali in più, dal 21 al 23%), anche se esistono alcune differenze importanti per quel che concerne le regioni autonome delle Azzorre e di Madeira.


La Gran Bretagna, inoltre, sta provvedendo ad aumentare la value added tax del 2,5% da quest’anno (dal 17,5 al 20%). Lo stesso discorso, poi, può essere fatto per nazioni come Grecia, Cipro e Lettonia: la piccola isola ha deciso infatti di puntare su farmaci e cibo per un primo storico rialzo (attualmente si è giunti al 5%), mentre il paese ellenico, alle prese con una situazione finanziaria non certo florida, sta portando beni e servizi fino al 13%. Dulcis in fundo, il governo lettone intende far lievitare perfino l’aliquota Iva ridotta dal 10 al 12%.

Se poi si pensa che gli Stati Uniti mirano con decisione a una seria riforma fiscale, volta a far pagare di più quei contribuenti che hanno speso di più; in effetti, l’Iva a stelle e strisce tende a colpire soltanto quella porzione di aumento del bene verificatasi nelle varie fasi di produzione e distribuzione, andando infine a incidere sul consumatore finale. Il 2011 è comunque cominciato con una certezza: il trasferimento dei carichi fiscali dalle imposte dirette a quelle indirette dovrebbe potenziare la convenienza a lavorare e a effettuare investimenti.