Locazioni: è online il pieghevole per la registrazione dei contratti

 Locazioni web” è il nome del pieghevole che l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a rendere disponibile online, nel proprio sito internet, ma anche in formato cartaceo presso i propri uffici: di cosa si tratta esattamente? Questo documento illustra in modo abbastanza immediato la procedura che è stata attivata dalla stessa Agenzia dall’inizio di questo anno per agevolare i cittadini nelle operazioni relative alla registrazione dei contratti di locazione, come appunto già il nome del pieghevole fa intendere. Attraverso l’utilizzo di Locazioni web si potranno portare a compimento tutti gli adempimenti, senza che sia necessario utilizzare altri software sul computer. Come è noto, l’affitto di un immobile comporta per il proprietario e per il conduttore l’obbligo di registrare il contratto di locazione, oltre al pagamento di un’imposta sul canone che è stato stabilito (solitamente mai inferiore ai 67 euro) entro un mese dalla stipula; se il contratto dura più anni invece, si può scegliere di pagare in un’unica soluzione (in questo caso si beneficia dell’imposta dovuta ridotta alla metà del tasso di interesse legale) oppure anno per anno.

 

Studi di settore: un’impresa su tre rischia il contenzioso

 Quest’anno, per la presentazione del Modello Unico 2009, e per gli studi di settore, i contribuenti soggetti agli studi si sono potuti avvalere dei cosiddetti “correttivi anticrisi” al fine di tenere conto della difficile congiuntura economica dello scorso anno. Ma nonostante tali “agevolazioni” disposte del Fisco, molte imprese rischiano comunque di dichiarare un volume d’affari e indicatori di reddito non perfettamente congrui con i parametri che scaturiscono dall’applicazione degli studi di settore. Non a caso, la CGIA di Mestre ha rilevato come, nonostante gli aggiustamenti ed i correttivi introdotti, un’impresa su tre, riguardo all’anno di imposta 2008, dall’applicazione degli studi di settore non dichiarerà ricavi in linea con le pretese che il Fisco avanza con gli studi. Considerando che in Italia sono circa 3,7 milioni i soggetti con partita IVA soggetti agli studi, allora ben 1,2 milioni di contribuenti non presenteranno dichiarazioni “congrue” agli studi proprio in virtù del fatto che la crisi finanziaria ed economica ha avuto sul business un impatto tale e negativo da non poter essere “rilevato” attraverso i correttivi anticrisi applicabili per lo studio di settore di appartenenza.

I condoni made in USA: gli incassi del fisco in tempo di crisi

 I condoni e le iniziative perdonali non sono un fenomeno esclusivamente italiano: infatti, nei soli Stati Uniti, da 27 anni a questa parte sono già state promosse più di cento iniziative di questo tipo sul versante del fisco. Nessuno stato dell’Unione è escluso da questa tendenza, ma se anche accadesse la distanza contabile dal ricorso alle amnistie fiscali verrebbe ricollegato alla scarsezza dei mezzi disponibili e alle poche attese per un eventuale incasso. Sono proprio questi elementi che hanno spinto molto spesso i responsabili statali a lanciare non dei veri condoni, ma una sorta di “tax holiday”, vale a dire la sospensione in via temporanea del versamento delle imposte legate a particolari vendite, oppure ad eventi per cui si prevede un aumento dei consumi. Cosa spinge le autorità statunitensi a porre in essere tali iniziative? Anzitutto, la volontà di assicurare una sorta di “sollievo” fiscale ad aziende ed operatori messi in difficoltà da cicli economici negativi; ed inoltre, la necessità di ottenere versamenti interi e senza sconti.

 

Contribuenti minimi: come e quando cessa l’applicazione del regime fiscale

 Quei contribuenti che, oltre a rispettare tutti gli altri requisiti, hanno anche un giro d’affari annuo inferiore ai 30 mila euro, e/o percepiscono compensi non superiori alla soglia indicata, possono avvalersi del regime fiscale semplificato dei “contribuenti minimi”. L’adesione a tale regime, pur tuttavia, è valida fino a quando per ogni anno di imposta il contribuente riesce a rientrare nei limiti di ricavi o di compensi previsti, unitamente a tutte le altre condizioni; nel momento in cui infatti una delle condizioni viene meno, il contribuente sarà obbligato a tornare ad applicare il regime fiscale ordinario. Di norma, l’applicazione del regime dei minimi cessa a partire dall’anno successivo a quello in cui il contribuente non ha più rispettato le condizioni per potersene avvalere; ma, se accade che nell’anno di imposta viene conseguito un giro d’affari superiore di oltre il 50% alla soglia ammessa dei 30 mila euro, allora il regime ordinario scatterà immediatamente nello stesso anno di imposta.

Trasparenza fiscale: solo la raccomandata A.R. porta al rinnovo dell’opzione

 Il rinnovo dell’opzione per quel che concerne la tassazione per trasparenza delle società di capitali deve sempre avvenire attraverso una raccomandata con ricevuta di ritorno; oltre a questa modalità non sono invece previste altre comunicazioni alternative, visto che solo lo strumento postale è l’unico in grado di dimostrare la reale volontà dei soci di aderire o meno a tale regime. In sintesi, questo è il contenuto della risoluzione 185/E che l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a pubblicare nella giornata di ieri, proprio per intervenire in merito all’opzione per trasparenza fiscale. L’intervento dell’Agenzia si è reso necessario dopo che alcuni soci avevano comunicato la propria volontà di rinnovo mediante una raccomandata a mano; questo, secondo la parte istante, avrebbe rappresentato uno strumento idoneo per esercitare correttamente l’opzione, in quanto in grado di informare in maniera preventiva la società partecipata. Questa stessa opzione, comunque, viene intesa come perfezionata in via definitiva quando ha luogo la trasmissione alle Entrate entro il primo dei tre periodi d’imposta vincolati al nuovo regime.

 

Rimborsi fiscali: sono ancora milioni i contribuenti che aspettano

 Nella giornata di ieri l’Agenzia delle Entrate ha reso noto che sono pronti per essere restituiti ai cittadini ben 600 milioni di euro di tasse attraverso la bellezza di 900 mila pratiche di rimborso. I beneficiari nei prossimi giorni riceveranno l’attestazione del rimborso che spetta, e potranno andare a riscuotere negli uffici postali, oppure incassare attraverso l’emissione di un vaglia cambiario della Banca d’Italia, oppure ancora comodamente attraverso un bonifico bancario. Ma quanti sono complessivamente in Italia i contribuenti che ancora aspettano dal Fisco dei rimborsi fiscali? Ebbene, secondo quanto mette in evidenza e denuncia Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani -, i rimborsi annunciati ieri dall’Agenzia delle Entrate sono solamente una goccia in un oceano. Il Presidente dell’Associazione, Vittorio Carlomagno, sottolinea infatti come alla data del 30 giugno scorso ci siano la bellezza di 12,4 milioni di contribuenti, secondo le stime dello Sportello del Contribuente, che aspettano somme per complessivi 55,8 miliardi di euro.

Canone Rai e paradisi fiscali televisivi

 La detenzione di apparati atti alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive è disciplinata da un regio decreto che risale al 193. Ecco perchè é obbligatorio, purtroppo, pagare il canone Rai anche se non lo si utilizza. Non molto tempo fa abbiamo difatti pubblicato un post di un preside costretto a pagare gli arretrati per non aver ottemperato al debito verso la televisione di stato. Il signore in questione, non amando la tv, non ne possedeva neanche una in casa e si è quindi sentito legittimato a non pagarne il canone e a stracciare i relativi bollettini.

Indipendentemente dalla qualità o dalla quantità del relativo utilizzo, è statuito dall’articolo 1 del regio decreto n. 246 del 21 febbraio 1938 e confermato dalle sentenze della Corte costituzionale n. 535 del 12 maggio 1998 e della cassazione (n. 8549 del 3 maggio 1993), il canone Rai deve essere pagato. Il ministero dell’Economia e delle Finanze, per il tramite del dipartimento del Tesoro, partecipa per la quota del 99,56 per cento sulla RAI Radio Televisione Italiana Spa (lo 0,44 appartiene alla Siae).

Pronti i “bonus arredi” per le abitazioni da ristrutturare

 La circolare 35/E pubblicata ieri dall’Agenzia delle Entrate contiene tutte le disposizioni e informazioni relative ai cosiddetti “bonus arredi”: tale agevolazione è stata introdotta dalla stessa Agenzia per venire incontro agli acquirenti di immobili ed elettrodomestici che intendono arredare abitazioni che devono essere sottoposte ad opera di ristrutturazione. Nello specifico, il plafond di 10.000 euro spetta a questo tipo di immobili e si va a beneficiare di una detrazione dell’Irpef pari al 20% della spesa. Quali soggetti possono accedere a tale bonus? I contribuenti devono aver sostenuto spese di ristrutturazione per lavori e interventi avviati dopo il 1°luglio 2008: la detrazione arriva poi anche al 36% per quegli arredi che sono sottoposti a una manutenzione straordinaria, al restauro e al risanamento conservativo. Sono invece esclusi dall’agevolazione delle Entrate i lavori condominiali, la manutenzione ordinaria, la realizzazione di garage o di posti auto. Tra l’altro, queste spese devono essere state sostenute nel periodo compreso tra il 7 febbraio e il 31 dicembre 2009, affinché possano rientrare nel beneficio fiscale: i beni in esame sono soprattutto i mobili, gli elettrodomestici di classe A+, televisori e personal computer, da acquistare con un bonifico bancario o postale.

 

In arrivo i rimborsi fiscali dell’Agenzia delle entrate

 Più di 900 mila rimborsi fiscali a persone fisiche per ben 600 milioni di euro. Sono i dati comunicati dall’Agenzia delle entrate la quale spiega che i rimborsi sono relativi per la maggior parte all’Irpef e sono stati chiesti nelle dichiarazioni dei redditi presentate fino al 2007.

Quest’ultima tornata – si legge in una nota dell’Agenzia – porta quasi a quota 9 miliardi le somme restituite a famiglie e imprese nel solo primo semestre del 2009.

I 600 milioni di rimborso da parte del Fisco riguardano quindi in gran parte l’Irpef. L’Agenzia delle Entrate consiglia di ricorrere alla modalità di accredito sul conto corrente. Occorrerà comunicare le proprie coordinate bancarie esclusivamente presso un ufficio o in via telematica (tramite i sistemi telematici attivati dal Fisco).

Comunicazioni di irregolarità: un canale dedicato anche per Unico Società di Persone

 All’inizio dello scorso mese di giugno, l’Agenzia delle Entrate aveva provveduto ad attivare, a favore degli intermediari autorizzati, ovverosia ai consulenti del lavoro, esperti contabili, dottori commercialisti e consulenti tributari, un canale dedicato riguardo alle comunicazioni di irregolarità del periodo di imposta 2006, ed in particolare per i modelli Unico 2007 Società di Capitali. Ebbene, a partire dalla data di ieri, mercoledì 15 luglio 2009, è stato attivato allo stesso modo un canale dedicato che riguarda sempre il periodo di imposta 2006, ed in special modo il modello Unico 2007 Società di Persone. L’Amministrazione finanziaria ha deciso di estendere il servizio anche alle comunicazioni di irregolarità per il modello Unico 2007 Società di Persone a seguito dei riscontri positivi ottenuti dalla gestione delle comunicazioni di irregolarità, attraverso il controllo automatizzato, per il modelli Unico 2007 Società di Capitali.

La Consulta boccia le leggi regionali sostanziali inerenti l’Irap

 La Corte Costituzionale è intervenuta in merito alle leggi regionali che contengono delle disposizioni di tipo sostanziale e che si riferiscono all’Irap: la sentenza numero 216 di due giorni fa, in proposito, ha ribadito che leggi di questo tipo devono essere considerate illegittime dal punto di vista costituzionale. Per essere più precisi, l’intervento della Consulta è giunto a seguito del ricorso messo in atto dall’amministrazione statale per quel che concerneva appunto la legittimità della legge della Regione Piemonte numero 12 del 2008 (si tratta sostanzialmente della Legge finanziaria per il 2008). Come viene precisato nella sentenza, quando si va determinare la base imponibile per il calcolo dell’imposta regionale sulle attività produttive, si devono escludere tutti quei contributi della regione che sono stati erogati in riferimento al piano casa regionale cosiddetto “10.000 alloggi per il 2012”: c’è da ricordare che questo piano è stato approvato con una delibera del Consiglio Regionale del 2006.

 

Scudo fiscale: serve l’approvazione dell’UE

 In linea con quanto emerso negli ultimi giorni, il Governo ha inserito nel Decreto fiscale un emendamento che reintroduce in Italia lo “scudo fiscale“, ovverosia quello strumento che serve per far rientrare dall’estero i capitali illecitamente esportati. Quella odierna in merito è stata una giornata movimentata a livello politico, visto che da un lato l’Esecutivo ha cercato di giustificare tale scelta, mentre dall’altro l’opposizione, con in testa il Partito Democratico e l’Italia dei Valori, ha attaccato senza riserve la maggioranza di Governo sottolineando come tale strumento sia a conti fatti non solo un condono vero e proprio, ma anche un regalo ai più furbi a danno dei cittadini che invece pagano onestamente le tasse. Altrettanto accesa è stata anche la conferenza stampa tenuta da Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia e delle Finanze, il qualche ha avuto uno scambio di idee un po’ “fuori dagli schemi” con un corrispondente americano.

Federalismo fiscale: via all’istituzione della commissione tecnica

 È stato finalmente dato il via libera alla costituzione della commissione tecnica, dopo che tale istituzione era già stata formalizzata dall’articolo 4 della legge relativa al cosiddetto federalismo fiscale. Questo nuovo ente consentirà ora di avviare in maniera definitiva la riforma approvata dal Consiglio dei Ministri ed avrà principalmente compiti inerenti la riorganizzazione dell’ordinamento finanziario di province, comuni, regioni e città metropolitane. C’è anche da dire che tale provvedimento è anche presente nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e si riferisce proprio al Dpcm dello scorso 3 luglio. La commissione tecnica non svolgerà solamente i compiti sopracitati, ma si occuperà anche delle relazioni finanziarie a livello intergovernativo. Per l’espletamento di tali funzioni, essa avrà a disposizione importanti strumenti: la commissione potrà infatti anche rilevare tutte le informazioni economiche e tributarie che si riferiscono agli enti locali, promuovere delle iniziative volte ad ottenere ulteriori dati importanti, trasmettere gli stessi dati di cui è entrata in possesso alle Camere e ai Consigli Regionali o delle Province, qualora vi sia stata una specifica richiesta.

 

Tassa passi sull’Adriatica e sulla Romea: rivolta degli imprenditori

 Siamo alla ricerca di un posto da mezz’ora, iniziamo a innervosirci, ma si sa, il traffico cittadino genera nervosismo che dobbiamo cercare di tenere a bada se non vogliamo rovinarci la giornata…Durante questi ragionamenti però il posto non sbuca…invece no, eccolo lì, sembra proprio ci stia aspettando, ci avviciniamo prima che qualche altro automobilista noti la preda e siamo lì pronti ad effettuare la manovra. Delusione: é un passo carrabile. Croce per gli automobilisti costretti a continuare la loro ricerca e croce e delizia dei proprietari di casa che hanno sì il posto libero ma sono costretti a pagare la tassa.

E le tasse aumentano vertiginosamente. Parla Ermano Chieregatti, titolare di un noto bar di Polesella, che si affaccia sul territorio extraurbano della Statale 16 Adriatica, dai primi anni 2000 e che, per una legge del 1997, ha visto un aumento esponenziale della tassa di concessione dell’Anas che lo ha messo in condizioni di non riuscire più a pagare.

Ha ben 60mila euro di arretrati da pagare per il suo passo carraio: