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Scudo fiscale: serve l’approvazione dell’UE

In linea con quanto emerso negli ultimi giorni, il Governo ha inserito nel Decreto fiscale un emendamento che reintroduce in Italia lo “scudo fiscale“, ovverosia quello strumento che serve per far rientrare dall’estero i capitali illecitamente esportati. Quella odierna in merito è stata una giornata movimentata a livello politico, visto che da un lato l’Esecutivo ha cercato di giustificare tale scelta, mentre dall’altro l’opposizione, con in testa il Partito Democratico e l’Italia dei Valori, ha attaccato senza riserve la maggioranza di Governo sottolineando come tale strumento sia a conti fatti non solo un condono vero e proprio, ma anche un regalo ai più furbi a danno dei cittadini che invece pagano onestamente le tasse. Altrettanto accesa è stata anche la conferenza stampa tenuta da Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia e delle Finanze, il qualche ha avuto uno scambio di idee un po’ “fuori dagli schemi” con un corrispondente americano.

Innanzi tutto, il Ministro Tremonti ha precisato come lo scudo fiscale messo a punto necessita del via libera da parte dell’UE; poi, al reporter statunitense che lo incalzava ha ricordato come anche l’Amministrazione Obama abbia adottato provvedimenti di questo tipo. Secondo Tremonti, il provvedimento servirà a “chiudere la caverna di Ali Babà”, visto che risulta difficile contrastare il fenomeno dell’evasione delle tasse quando poi ancora nel mondo ci sono i paradisi fiscali. Lo scudo fiscale “made in Italy” prevede in particolare un’imposta/aliquota “secca” del 5% sui capitali illeciti che rientreranno dall’estero dal prossimo mese di ottobre e fino all’aprile del 2010.

Sul fronte sindacale, la CISL è favorevole allo scudo fiscale, ma a patto che i soggetti che hanno portato illegalmente i capitali all’estero, nel momento in cui li faranno rientrare, vengano ufficialmente dichiarati come evasori fiscali; secondo il leader della CISL, Raffaele Bonanni, coloro che portano i soldi illegalmente fuori dai nostri confini adottano infatti un modello di comportamento anti-sociale, ragion per cui è giusto che vengano ufficialmente dichiarati evasori agli occhi del fisco. Inoltre, per quanto riguarda le politiche fiscali, Bonanni preme per la destinazione al fondo per la non autosufficienza di quelle risorse stanziate per la social card e non utilizzate.

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