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La Svizzera propone l’amnistia fiscale per superare la crisi

L’ultima proposta avanzata dal governo svizzero conferma la gravità della crisi economica: anche la nazione europea , infatti, uno dei principali paradisi fiscali, sta assistendo al rallentamento della propria economia e delle entrate fiscali, oltre che a una leggera crescita del tasso di disoccupazione. La ricetta dello Stato elvetico per fronteggiare questa situazione è presto detta: il governo di Berna intende varare un’amnistia fiscale generale, al fine di favorire l’emersione di ben 141 miliardi di euro, i quali non sarebbero mai stati dichiarati al fisco svizzero. Si tratta dunque di una sorta di “perdono tributario” e, secondo le stime degli analisti, si potrebbe concludere con il ritorno nelle casse dell’erario di una somma compresa tra i 7 e i 14 miliardi di euro. I politici svizzeri sono infatti convinti che in tal modo il denaro verrebbe riversato sul mercato nazionale, con l’importante conseguenza di contenere gli squilibri prodotti dalla crisi e favorendo la ripresa economica.

 


L’iniziativa elvetica arriva in un momento particolare in cui ferve il lavoro di alcune nazioni come la Francia, la Germania e l’Italia per velocizzare il rientro dei capitali dall’estero: la Svizzera, che rappresenta proprio uno dei centri da cui dovrebbero tornare questi capitali, sorprende tutti con l’ideazione di questo vero e proprio “contro-scudo” fiscale, che ha se non altro l’obiettivo di attenuare gli effetti negativi dello scudo fiscale. Le ipotesi di contro-scudo, bisogna sottolinearlo, sono al momento solo in fase di studio, ma si trovano già in una fase avanzata.

 

In particolare, il governo svizzero ha già pensato a due alternative: la prima ipotesi del Dipartimento delle finanze della Confederazione prevede l’introduzione di un’amnistia generale, con l’aggiunta di una imposizione retroattiva forfetaria che porterebbe alla rinuncia alla multa da parte del contribuente. La seconda ipotesi, invece, punta maggiormente ad una amnistia individuale, in cui gli evasori possano dichiarare e pagare l’imposta dovuta senza incorrere in alcun tipo di sanzione (l’applicazione di questa ipotesi avrebbe una cadenza trentennale).

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