La tassa svizzera per la riparazione anticipata degli smartphone

Tassa di riparazione anticipata: è questo il nome con cui è stata chiamata l’imposta ideata dal partito svizzero dei Verdi, una proposta utile per lo smaltimento e l’uso sostenibile degli apparecchi elettrici ed elettronici. L’obiettivo è presto detto, visto che si punta a evitare situazioni paradossali, come ad esempio l’acquisto di un nuovo smartphone e quello vecchio che diventa praticamente un contributo all’inquinamento. La durata di vita così breve di simili apparecchi non è certo un fatto positivo, visto che viene richiesta una massiccia dose di energia, più che nociva per l’ambiente.

Le trattative fiscali tra Germania e Svizzera potrebbero ripartire

Se n’è parlato molto nei mesi scorsi, fino ad arrivare a una situazione molto tesa che ha fatto immediatamente pensare a un fallimento delle trattative: ora che le acque si sono calmate, l’accordo fiscale tra la Germania e la Svizzera sembra pronto a ripartire nella sua fase di discussione (vedi anche Scudo fiscale Germania-Svizzera rinviato. Possibili ripercussioni sull’Italia?). Che cosa fa indurre maggiormente all’ottimismo? Nel dettaglio, i punti di contatto, come è noto, riguardano lo scambio automatico delle informazioni, mentre non c’è la stessa sintonia per quel che concerne l’evasione fiscale che ha caratterizzato gli anni passati.

Circolare dell’Inps sull’indennità dei frontalieri in Svizzera

La circolare numero 50 diffusa pochi giorni fa dall’Inps ha avuto come oggetto specifico l’indennità di disoccupazione destinata ai lavoratori frontalieri italiani in Svizzera (vedi anche Capitali oltrefrontiera, accordo Italia-Svizzera). L’accordo bilaterale tra Roma e Berna è stato prorogato di sette anni nel 2002, poi si è deciso di non proseguire oltre. Ecco perché dal 2009 sono stati applicati alla nazione elvetica i regolamenti comunitari in materia di sicurezza sociale, con norme molto specifiche sulla disoccupazione dei frontalieri.

In Svizzera aumentano le tasse sulle residenze secondarie

Residenze secondarie e scarsamente utilizzate: alcune località turistiche della Svizzera si stanno scagliando contro questi immobili, i quali comporterebbero dei costi infrastrutturali non certo trascurabili. La reazione è stata dunque quella di ipotizzare delle tasse di incentivazione, già ribattezzate come “imposte sui letti freddi”. In questa maniera, si andrebbero a colpire i proprietari di case di vacanza, provocando lo sdegno da parte dell’alleanza di questi stessi soggetti. Uno dei comuni elvetici maggiormente criticati è senza dubbio Silvaplana, meno di mille abitanti nel Canton Grigioni (zona sud-orientale della Confederazione).

La concorrenza fiscale tra i cantoni svizzeri

Una competizione agguerrita: non basta che la Svizzera sia un paradiso fiscale tra i più gettonati al mondo, ora ci si mettono anche i singoli cantoni a farsi concorrenza tra loro, proponendo le tariffe di imposizione tributaria più basse. Ma che conseguenze può avere una situazione di questo tipo? Le aliquote leggere e moderate dei cantoni in questione hanno attirato sia i redditi dei contribuenti che i guadagni incamerati dalle imprese. L’Unione Europea guarda con sospetto e sfiducia a tutto ciò, tanto è vero che le lamentele nei confronti del governo di Berna non si contano.

Svizzera: iniziativa popolare per la tassa sull’energia

I cittadini svizzeri dovranno esprimersi con tutta probabilità su una nuova tassa propugnata dal partito dei Verdi Liberali: si tratta dell’imposta sull’energia, la quale dovrà sostituire di fatto l’Imposta sul Valore Aggiunto. Il partito in questione, infatti, è riuscito a depositare presso la Cancelleria Federale l’iniziativa popolare per riformare il fisco ambientale ed ecologico (sono state raggiunte quasi 109mila firme per la precisione). Del paese elvetico e di Fisco si è parlato anche due settimane fa, quando gli aumenti fiscali della Svizzera sul tabacco hanno destato notevole interesse.

Gli aumenti fiscali della Svizzera sul tabacco

Il Consiglio Federale della Svizzera ha appena deciso di aumentare l’imposta sul tabacco di dieci centesimi, un provvedimento che sarà valido a partire dal prossimo 1° aprile: le tariffe nuove di zecca sono presto dette, visto che si spazierà da un minimo di 5,90 fino a un massimo di otto franchi. Le Finanze elvetiche hanno spiegato il perché di una misura così drastica. Anzitutto, si tratta di un bisogno economico (le casse statali possono beneficiarne in modo evidente), senza dimenticare quello più prettamente sanitario e salutistico. In aggiunta, il terzo motivo consiste nell’adeguamento dei prezzi a quelli delle nazioni vicine, molto attive per quel che riguarda gli acquisti transfrontalieri (anche la benzina è coinvolta).

Italia-Svizzera, possibile una tassa salata sui conti deposito

La lotta all’evasione fiscale è una delle priorità su cui è tornato a insistere il nostro governo: non è un caso, quindi, che la vacanza in svizzera del premier Mario Monti sia stata anche l’occasione per un importante incontro con Eveline Widmer-Schlumpf, ministro delle Finanze della confederazione elvetica. In effetti, l’obiettivo dell’esecutivo tecnico è diventato quello di imporre una tassa piuttosto forte sui conti depositi degli italiani, mantenendo comunque intatto la privacy e l’anonimato. In questa maniera potrebbero forse essere recuperati i circa trecento miliardi di euro che ogni anno sono sottratti al Fisco.

L’accordo fiscale tra Grecia e Svizzera

Che cosa hanno da spartire nel momento economico attuale due paesi come Grecia e Svizzera? I negoziati tra i governi di Atene e Berna sono in fermento per ottenere una intesa proficua su entrambi i fronti. In particolare, l’intenzione del premier ellenico, Antonis Samaras, è quella di bloccare le fuoriuscite di utili capitali dal paese, in grosse difficoltà finanziarie e sull’orlo del baratro da diversi mesi. Insomma, la Grecia vuole mostrarsi al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Centrale Europea come una nazione virtuosa e che rispetta gli impegni, sfruttando un’arma finora un po’ trascurata, quella del Fisco.

L’accordo fiscale tra Svizzera e Germania è ancora in alto mare

Svizzera e Germania stanno cercando di essere ancora più unite dal punto di vista tributario: in effetti, i due paesi europei hanno intenzione di siglare un importante accordo fiscale, una intesa che renderebbe più che felice il ministero teutonico delle Finanze. Da Berlino sono giunti degli apprezzamenti molto decisi da parte di Wolfgang Schaeuble, titolare del dicastero in questione, ma vi sono degli ostacoli non certo indifferenti, dato che si rischia seriamente di non superare uno scoglio fondamentale come quello del Bundesrat, vale a dire la Camera dei Lander tedesca.