Nuova Targa Motorini entro il 13 Febbraio: cosa cambia e come adeguarsi

 Da più di un anno stiamo assistendo ad un adeguamento massiccio delle targhe per i motorini. La riforma del codice della strada di un anno e mezzo fa’ è il seguito al provvedimento che nel 2006 costringeva all’immatricolazione dei nuovi ciclomotori per garantire un legame tra mezzo e proprietario e quindi controllare tutte le fasi della vita del ciclomotore.

Innanzitutto ricordiamo che il provvedimento sulle targhe riguarda quelli che vengono considerati “motorini” e quindi rientrano nei 50 centimetri cubici di cilindrata fino a 4 Kw di potenza. L’obiettivo di questa azione massiccia sulle targhe dei motorini è sicuramente quello di controllare le responsabilità civili dei veicoli messi su strada; grazie al legame tra mezzo e proprietario si può tenere traccia dei furti ma sopratutto si riesce a controllare lo smaltimento dei mezzi che attualmente si riduce all’abbandono del ciclomotore in posti nascosti.

EX regime dei minimi verso il semplificato

 Gli ex-minimi costretti a fuoriuscire dal regime e che entrano a partire da quest’anno nel nuovo regime agevolato, conservano alcune delle agevolazioni previste dalla disciplina originaria dei minimi. Rimane la possibilità di optare per il regime ordinario, l’esonero della registrazione e tenuta delle scritture contabili, delle liquidazioni e dai versamenti periodici Iva, dell’Irap; si dovrà comunque addebitare l’Iva in fattura (i minimi invece non sono soggetti a fattura). Il regime semplificato potrà essere utilizzato anche da coloro che provengono dal regime delle nuove iniziative produttive o da quello ordinario. Si può accedere al nuovo regime semplificato se, nell’anno solare precedente:

Decreto liberalizzazioni penalizza settori deboli?

 Il decreto sulle liberalizzazioni che dovrebbe servire a rilanciare il Paese facendo leva sulla concorrenza nei settori strategici, secondo l’opposizione e secondo gli attori dei settori stessi presi in considerazione sembrerebbe essere assolutamente non equo e dannoso per le classi di lavoratori più deboli.

A parte il solito discorso sulla reale utilità delle liberalizzazioni per quanto riguarda la concorrenza, che vede smentita più volte la credenza che queste siano veramente di aiuto, quello che viene portato all’attenzione dell’opinione pubblica da quelle forze politiche contro il decreto è l’aspetto di equità che viene a meno.

Diciamo le cose come stanno: il settore bancario ed il settore assicurativo possono avere tutti i problemi del caso ma continuano “incredibilmente” ad avere profitti da record e stipendi di tutto rispetto per gli innumerevoli manager di medio e alto livello. Questi sono i due settori dove la concorrenza sembra non esserci ed i prezzi aumentano non solo tanto quanto basta per “coprire” l’inflazione ma anche 2-3-10 volte tanto, aumentando nel tempo il potere di questi due settori strategici.

Decreto Liberalizzazioni RC-Auto: cosa cambia?

Tasse universitarie alte e ricorsi al Tar

 Tasse universitarie troppo alte e studenti esasperati: se studiare é un diritto, é altrettanto vero che per alcuni diviene troppo difficile sobbarcarsi spese di trasporto, libri e tasse. Soprattutto quando il reddito é troppo alto per avere diritto a borse di studio o altre agevolazioni, ma troppo basso per permettere un sereno percorso universitario. Nuovi ricorsi contro tasse universitarie fuorilegge perché superano una certa soglia: l’Unione degli universitari ha dato mandato ai propri avvocati di iniziare a presentare nuovi ricorsi nelle facoltà di Modena e Reggio e Pavia. Quest’ultimo già lo scorso anno era stato al centro dell’attenzione mediatica quando condannato lo scorso novembre dal Tar della Lombardia a risarcire gli studenti. E in quel caso il risarcimento era stato di ben 2 milioni di euro. È la stessa legge a stabilire dei limiti: il contributo richiesto agli studenti deve rimanere al di sotto del 20% del finanziamento statale rivolto all’ateneo.

Oneri deducibili modello 730: gli interessi passivi su mutui

 Chi ha un mutuo e paga quindi gli interessi, nella compilazione del modello 730 o modello unico può indicare la detrazione per oneri sostenuti a titolo di interessi passivi sul mutuo relativamente all’abitazione principale: gli interessi danno diritto ad una detrazione del 19% sul costo sostenuto e devono essere indicati nel quadro RE della dichiarazione dei redditi, precisamente righi da E7 a E11, per il pagamento delle imposte. Se andiamo a compilare il Modello Univo, questa dichiarazione riguarda il quadro RP, ma la cella è la stessa. Ma non solo gl interessi sono detraibili: a questi si possono sommare anche gli oneri accessori connessi alla stipula del mutuo con la banca oppure altri oneri a titolo di variazioni del cambio di valuta,  commissioni bancarie, imposta di iscrizione o cancellazione di ipoteca. E non finisce qui: possiamo detrarre anche la provvigione per lo scarto rateizzato e le spese notarili sostenute per istruzione la pratica di mutuo.

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Modello 730 2012, bozza pronta

 Con un comunicato stampa del 23 dicembre 2011, l’Agenzia delle entrate annuncia la pubblicazione sul sito dell’Agenzia delle Entrate della bozza del nuovo modello 730/2012 con le relative istruzioni. Tra le novità di quest’anno, la cedolare secca sugli affitti, i 5 per mille destinato dal prossimo anno, il contributo di solidarietà per chi guadagna più di 300mila euro l’anno, la riduzione dell’acconto Irpef  e le novità riguardanti il “bonus ristrutturazioni”. La dichiarazione può essere presentata entro il 30 aprile 2012, per chi presenta il 730 al proprio sostituto d’imposta, o entro il 31 maggio per chi presenta il 730 a un Centro di assistenza fiscale (Caf) o a un professionista abilitato quindi per esempio a un commercialista oppure a un ragioniere o a un consulente del lavoro.

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In aumento le aziende fallite e in perdita

 È un quadro allarmante quello che emerge dalle statistiche sulle dichiarazioni Ires e Irap pubblicate dal dipartimento delle Finanze del Tesoro: il numero delle società che hanno presentato la dichiarazione dei redditi per l’anno 2009 segnalando di essere in fallimento è cresciuto del 61,67%, mentre quelle estinte nel corso dell’anno fiscale sono aumentate del 52,1%. Colpa della crisi economica, delle tasse che imperversano che arrivano a soffocare le aziende. La crisi economica, come sottolinea il documento, può spiegare questa situazione negativa che anche quando non porta a un fallimento della società, la colpisce sul fronte utili. Dal documento si evince infatti che la quota di società in utile é calata di oltre due punti percentuali (ora al 57,9%).

Evasione Fiscale Svizzera: USA contro il segreto bancario

 Continua la lotta dell’amministrazione Obama contro l’evasione fiscale. In particolare, gli Stati Uniti hanno dichiarato guerra al sistema bancario Elvetico, principale “contenitore” di capitali sfuggiti al fisco Americano che ora viene preso di mira per la seconda volta in maniera sostanziale.

Il primo round aveva visto gli Stati Uniti avanzare la richiesta di avere migliaia di nomi e cognomi di cittadini statunitensi con conti correnti sul suolo Svizzero; la posta in gioco è decisamente interessante per le casse USA, visto che si parla di 7 mila miliardi di euro distribuiti su oltre 300 istituti Svizzeri, ma ovviamente la resistenza incontrata non è cosa da poco.

Fiscal Compact per puntare sulla crescita

 È necessaria una regolamentazione fiscale comune. Almeno secondo il professor Monti, che da qualche mese siede sulla poltrona da premier del nostro Paese. Il via libera a nuove regole di bilancio, il cosiddetto fiscal compact, ripristinera’ la fiducia nella zona euro: é d’accordo con Monti il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble. Secondo il ministro é importante consolidare i bilanci per risolvere la crisi del debito della zona euro. Monti non esclude che la stessa BCE, dopo l’accordo sul fiscal compact, ne trarrà vantaggi e si sentirà più “rilassata”. Se l’obiettivo dichiarato è dotare l’Unione di un più solido pilastro economico, secondo il nostro governatore, le norme con disposizioni per la crescita e la competitività rafforzeranno l’integrazione economica.

Come Calcolare il Bollo Auto

 Quello che comunemente chiamiamo Bollo Auto è in realtà una tassa di possesso sul veicolo che viene pagata alla regione di appartenenza. L’importo della tassa deriva direttamente dalle caratteristiche dell’automezzo, in particolare si fa’ riferimento alla potenza in cavalli dello stesso e si moltiplica per la quota stabilita dalla regione di appartenenza. Si ottiene in questo modo l’importo da versare di anno in anno, con scadenza stabilita in base al tipo di veicolo ed alla sua data di immatricolazione.

Per calcolare l’importo esatto del Bollo Auto ci viene in aiuto direttamente il sito dell’Agenzia delle Entrate; nella pagina dedicata, di cui riportiamo il link a fondo articolo, possiamo scegliere di calcolare l’importo del bollo auto in due diversi modi. 

Londra organizza una lotteria per chi paga le tasse in anticipo

 Che ne direste se lo Stato italiano organizzasse una lotteria per chi paga le tasse in anticipo? Si potrebbe dire addio all’evasione fiscale? Ci sarebbe una corsa agli sportelli dell’Erario? Ci stanno provando gli inglesi: il fisco della terra della regina Elisabetta ha organizzato una lotteria, primo premio 100mila sterline, dedicata a chi presenta la dichiarazione dei redditi con 60 giorni di anticipo rispetto alla scadenza. In questo modo i cittadini saranno incentivati a pagare più velocemente e lo Stato risparmierà il denaro che si spenderebbe con l’invio di documenti a ridosso dell’ultimo giorno utile per versare le imposte. Almeno questo é l’obiettivo.

Contro l’elusione fiscale una stretta decisiva

 C’è chi evade le tasse senza alcuno scrupolo e chi invece aggira le norme fiscali rispettando formalmente le leggi vigenti, ma aggirandole nel loro aspetto sostanziale. Quanti aggirano, senza infrangerle, le norme tributarie dovranno vedersela presto con una stretta decisa contro l’elusione, che tramite una normativa di contrasto al cosiddetto abuso di diritto si anteporrà a tutti i furbetti del fisco. Questa lotta però non dovrebbe essere un mezzo per aumentare le entrate dello Stato ma un metodo attraverso il quale ridistribuire il reddito a favore di chi le tasse le paga e attraverso gli introiti recuperati si potrebbero ridurre le aliquote. Queste sono almeno le speranze di molti ma, seguendo le esperienze di altri Paesi europei come Francia e Germania, anche il nostro Paese si prepara a distinguere chiaramente il risparmio d’imposta legittimo e il vantaggio fiscale indebito, illecito.

Il canone RAI è una tassa obbligatoria?

 Il tema centrale di questo inizio 2012 dal punto di vista fiscale è sicuramente il “blitz” di Cortina che ha smascherato le usanze degli imprenditori locali mettendo sotto i riflettori quello che tutti sanno da anni; l’evasione fiscale in Italia non conosce pudore e le situazioni al limite dell’assurdo sono ovunque.

Il secondo argomento di questo Gennaio 2012 è sicuramente la scadenza del canone RAI; le pubblicità ci ricordano che è obbligatorio pagarlo (ma sarà vero?) anche se quasi tutti i contribuenti non sanno effettivamente “cosa” si paga quando si versa il canone. E visto che non lo sanno, non lo pagano.

Ecco l’anello che congiunge i due argomenti del momento: l’evasione fiscale. Si perchè il Canone Rai, anche se si chiama così, è in realtà una tassa e per la precisione è tra quelle più “evase” dagli italiani. Si stima infatti che il 41% degli italiani non versi la somma richiesta anche se in certe regioni la cifra sale ad uno spaventoso 80%. Ma è giusto pagarlo?

Tassazione dei proventi illeciti

 La tassazione dei proventi illeciti, ottenuti con lo svolgimento di attività illecita, ovviamente sono difficilmente inquadrabili nelle ordinarie categorie di reddito. Nel Tuir esisteva una norma di cui all’articolo 80, dove si parlava di  “Altri redditi” e sottolineava che alla formazione del reddito complessivo contribuiscono anche i redditi diversi da quelli espressamente considerati. In questa fattispecie quindi potevano anche essere ricondotti i proventi da attività illecita. Con questo non si vuole certo dare liceità alle attività criminose, ma non si può non ammettere che queste spesso rappresentano ingenti somme di denaro.