A Imperia le tasse e le multe si pagheranno on line

Gli italiani diventano sempre più sedentari o non amano le code d’attesa presso gli uffici? I servizi per la dichiarazione dei redditi sul Web, sul sito dell’Agenzia delle Entrate, registrano una crescita del 3,7% e rilevano quindi come nel Belpaese si preferisca pagarele tasse con un click piuttosto che recandosi fisicamente sul posto. Sempre secondo l’Agenzia delle Entrate le dichiarazione dei redditi sul Web sono cresciute del 3,7% rispetto allo scorso anno. Circa 37 milioni di dichiarazioni, in aumento del 3,7% sono state effettuate comodamente seduti da casa propria.

E c’è chi decide di attrezzarsi ancora meglio. A Imperia da pochi giorni tutte le tasse e i tributi comunali si possono pagare on-line con carta di credito. Lo ha annunciato pochi giorni fa l’assessore alla Programmazione Finanziaria, Rodolfo Leone. L’assessore si era sin dalla sua elezione di completare l’iter di informatizzazione dell’Ufficio Tributi. Ma non solo tasse, anche le multe (i cittadini saranno meno contenti).

Barack Obama stravolge il sistema sanitario Usa: tassiamo i ricchi e curiamo i poveri

Una specie di Robin Hood tax, quella pensata da Barack Obama: tassare i ricchi per curare i poveri. In occasione del bilancio da 3,94 trilioni di dollari che Barack Obama ha inviato al Congresso con l’obiettivo di sconfiggere la recessione e porre le basi per le ripresa economica, il presidente lancia anche la proposta che in realtà stravolgerebbe il sistema sanitario americano. Sistema basato prevalentemente sul settore privato, o comunque sulle assicurazioni poste in essere dai datori di lavoro. Se quindi si lavora per una grande impresa si godrà di una buona assicurazione, se invece si lavora per una piccola compagnia o si è lavoratori autonomi la situazione é molto diversa. I premi assicurativi da pagare sono realmente molto alti e non tutti possono permettersi di sostenere tale spesa. Sono quarantaquattro milioni i cittadini americani che non sono protetti da alcuna forma assicurativa perché non si possono permettere di pagare il premio o perché il loro rischio è così alto che nessuno li assicura.

Bonus ricerca: via libera alla trasmissione telematica del formulario

Per l’inoltro all’Agenzia delle Entrate delle istanze relative al bonus ricerca e sviluppo, erogato nella forma di credito di imposta, è tutto pronto. Da domani, 22 aprile 2009, a partire dalle ore 10, si potranno infatti inviare le richieste utilizzando “Credito FRS“, il software di gestione predisposto ad hoc dall’Agenzia delle Entrate per la presentazione del formulario finalizzato alla concessione del credito di imposta; nel formulario, in particolare, devono essere inseriti i dati riguardanti gli investimenti per i quali viene richiesto il bonus ricerca e sviluppo. L’inoltro delle istanze può essere effettuato sia dai diretti interessati, sia per conto terzi dagli intermediari autorizzati, fermo restando il rispetto dei termini di scadenza per la presentazione della domanda; in particolare, per i progetti di ricerca e sviluppo avviati prima del 28 novembre 2008, il termine di inoltro dell’istanza scade improrogabilmente alle ore 24 del 22 maggio 2009; questo significa che ci sono 30 giorni di tempo a partire dalla data di domani. Dall’anno in corso, rispetto al passato, la fruizione del bonus ricerca e sviluppo avviene tramite un’operazione di prenotazione e di monitoraggio e controllo dei flussi.

Documenti e ricevute fiscali: attenzione ai tempi di conservazione

Il cittadino onesto che paga puntualmente e regolarmente tasse e tributi, dichiarando tutti i redditi percepiti nel corso dell’anno, deve essere anche un cittadino diligente nel conservare tutti i documenti e le ricevute fiscali che, in caso di controlli e richieste da parte dell’Amministrazione finanziaria e non solo, debbono essere esibiti come prova inconfutabile. Ne consegue che, una volta presentata la dichiarazione dei redditi, tutti i documenti e le ricevute devono essere riposte e conservate in un luogo sicuro, adottando la diligenza del buon padre di famiglia, in modo tale in caso di controllo il contribuente sia pronto a fornire l’onere della prova. E siccome il controllo può anche avvenire a distanza di anni, è opportuno conservare documenti e ricevute per lungo tempo, e in particolare, rispettando almeno i termini di Legge previsti.

No nuove tasse per la ricostruzione in Abruzzo

Abbiamo trovato un modo di rinunciare ad alcune spese e limitare gli sprechi – afferma il premier Berlusconi in Abruzzo – E venerdì prossimo, nel Consiglio dei ministri che terremo nel capoluogo, avremo pronto il piano, il decreto Abruzzo, con i fondi da investire per la ricostruzione. I finanziamenti li abbiamo, quindi non aumenteremo l’imposizione fiscale, visto che la filosofia del governo è diminuire e non aumentare le tasse. Non chiederemo soldi agli italiani, che se vorranno, potranno essere vicini agli abruzzesi anche con le donazioni.

Il presidente del Consiglio continuando, prova a infondere fiducia:

Tasse universitarie: l’Ateneo di Udine rinvia a giugno pagamento seconda rata

Con la crisi economica per le famiglie, i cui redditi sono in media diminuiti, spesso drasticamente, è diventato sempre più difficile far fronte alle spese obbligate: dalle utenze energetiche a quelle telefoniche passando per la rata del mutuo, la tassa rifiuti e quella per il servizio idrico. Il Consiglio di Amministrazione dell’Università di Udine, congiuntamente ed all’unanimità con le delibere del Senato accademico dell’Ateneo, consci delle difficoltà che si trovano ad affrontare le famiglie, hanno così deciso di prorogare al giugno del 2009 il termine di pagamento della seconda rata delle tasse che gli studenti universitari sono chiamati a saldare. La scadenza di pagamento, rispetto al 30 aprile 2009, slitta così all’1 giugno 2009 per venire incontro alle difficoltà delle famiglie e, soprattutto, degli studenti universitari iscritti all’Ateneo friulano. Nell’Ateneo di Udine l’importo delle tasse universitarie per l’anno accademico in corso è stato tra l’altro oggetto di una ridefinizione avvantaggiando le famiglie a medio o basso reddito, e rivedendo verso l’altro gli importi nei confronti di quegli studenti universitari il cui nucleo familiare ha redditi elevati.

Obesi? Ryanair vi tassa

Gli obesi potrebbero iniziare a viaggiare meno, oppure a mangiare più moderatamente. Ryanair, la più famosa compagnia low cost europea, sta pensando a una ‘tassa sul grasso’ a carico dei passeggeri “in carne”. La proposta (secondo la fonte del ‘Times‘), lanciata online dalla società ha ricevuto un discreto successo: ben 100 mila i partecipanti al sondaggio promosso il mese scorso. E la compagnia, che ha bisogno di introdurre nuove tasse come contrappeso ai suoi prezzi, ha chiesto ai potenziali clienti di suggerirne alcune.

Le 5 preferenze al momento sono:

Corte Europea: il canone RAI non é un abbonamento ma un’imposta

Vi sembra giusto pagare il canone Rai anche se non vedete la telvisione pubblica? Se l’è chiesto qualcuno e la risposta é arrivata bella e pronta direttamente dalla Corte Europea di Strasburgo. Ma partiamo dall’inizio: Antonio Faccio, cittadino di Vicenza, si era opposto alle misure adottate nei suoi confronti per non aver pagato il canone di abbonamento al servizio pubblico. In pratica nel 1999 Faccio inviò una richiesta alla Rai affinché venisse sospeso il suo abbonamento. Faccio cominciò a non pagare più il canone e quattro anni dopo gli uomini della Guardia di Finanza si presentarono a casa sua e con tanto di buste di nylon sigillarono la televisione in modo che non potesse essere più utilizzata. Faccio si era rivolto alla Corte di Strasburgo sostenendo che la misura adottata dalle forze dell’ordine aveva violato il suo diritto a ricevere informazioni attraverso altri canali televisivi, il suo diritto al rispetto della vita privata e anche quello alla protezione della proprietà privata.

Paradisi fiscali: serve un giro di vite sui conti offshore

Nel nostro Paese sia le piccole realtà imprenditoriali, sia le famiglie, ne hanno abbastanza in materia di pressione fiscale in virtù del fatto che in Italia ogni anno vengono sottratti alle casse dell’Erario ben 50 miliardi di euro di imposte non pagate grazie ai conti offshore aperti nei paradisi fiscali sia dalle imprese, sia dalle famiglie miliardarie. Questa è, in sintesi, la posizione di Vittorio Carlomagno, Presidente di Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, sottolineando come con i soldi “rubati” allo Stato non solo si potrebbe ricostruire l’Aquila e Provincia, ma si potrebbero anche mettere a punto delle politiche per rilanciare nel nostro Paese i consumi. Dopo i proclami nel corso del “G20“, tra l’altro, l’Unione Europea è tornata a fare la voce grossa chiedendo misure di contrasto e di lotta nei confronti dei paradisi fiscali dove viene stimato ci sia un movimento di denaro pari all’astronomica cifra di 11.000 miliardi di dollari. In sostanza, quindi, una tale montagna di denaro contribuisce palesemente ad impoverire le casse degli Stati con la conseguenza di una maggiore pressione fiscale sui contribuenti onesti, meno risorse da destinare alle politiche sociali, e soprattutto meno opportunità di lavoro.

Evasione fiscale: in Liguria più accertamenti e più qualità nei servizi

Nella Regione Liguria l’attività di lotta e di contrasto all’evasione fiscale ha portato nel 2008 ad un incremento della maggiore imposta accertata dell’85%, frutto non solo di un forte incremento dell’attività di accertamento, con un +41%, ma anche a seguito di un maggiore grado di accoglienza delle pretese del Fisco a carico dei contribuenti. Contestualmente, in linea con la tendenza su scala nazionale, è avvenuto nella Regione un ulteriore potenziamento sia dei servizi telematici, sia dell’attività di assistenza alla compilazione delle dichiarazioni da parte degli Uffici delle Entrate attraverso il meccanismo della prenotazione tramite appuntamento. L’attività di controllo è stata potenziata non solo per i “piccoli contribuenti”, ma anche per i soggetti aventi grandi dimensioni: non a caso, nella Regione Liguria, è cresciuto nel 2008 del 7% il numero delle verifiche su quei contribuenti con un volume d’affari superiore ai 25,8 milioni di euro. Un vero e proprio boom di entrate c’è stato anche da strumenti di accertamento basati sia sulle indagini finanziarie, sia sul redditometro.

Dove la religione diventa abuso e sopruso: tasse in Asia per i cristiani

Purtroppo a volte si fa della religione un fanatismo. Mentre qui in Italia possiamo liberamente professare la nostra religione, in altre parti del mondo questo é impedito, o addirittura vietato. La persecuzione dei cristiani non é solo storia, ma anche dura, attuale realtà. In quasi tutti gli stati dell’Asia dove il buddismo è maggioranza, infierisce la repressione religiosa che colpisce tutte le religioni che non siano il buddismo. Dal dipartimento di stato americano emerge che il Myanmar è classificato tra i sei peggiori oppressori al mondo della libertà religiosa. In un’altra classifica sulle persecuzioni dei cristiani stilata da Open Doors il Laos, altro stato buddhista é al terzo posto.

Ecco un ultimo avvenimento. La giunta militare ha costretto i cristiani di etnia kachin – nell’omonimo Stato, nel nord del Myanmar in Asia Sudorientale – a versare contributi per la festa buddista di Thingyan. Si tratta di una festa buddista che apre il nuovo anno birmano e si celebra nel segno dell’acqua e cade a metà aprile.

Aumento pressione fiscale: in America sale la protesta

Il Governo americano ha stanziato centinaia di miliardi di dollari a favore delle banche per salvarle dal collasso; la conseguenza è che i fondi stanziati hanno contribuito e contribuiranno a far letteralmente esplodere il deficit di una nazione colpita al cuore dal collasso del settore immobiliare a seguito dello scoppio della bolla dei mutui subprime; il tutto sta avvenendo a carico dei contribuenti americani, i quali a quanto pare stanno però perdendo la pazienza. A causa della crisi finanziaria e della recessione economica, il Presidente Barack Obama è chiamato a fare scelte impopolari; in primis, la Casa Bianca ha messo a punto un giro di vite mediatico contro i bonus stellari e scandalosi, visti i bilanci in rosso, da parte dei manager e dei dirigenti delle società, a partire da quelli elargiti ad alcuni esponenti della AIG nonostante il collasso di quella che fino a qualche mese fa era la prima compagnia assicurativa del mondo. Ma l’attenzione, dai manager ai dirigenti si sposta verso i ricchi ed i super ricchi americani, i quali oltre a sobbarcarsi, come tutti gli altri, il deficit USA, ben presto potrebbero vedersi aumentate le tasse e non di poco al fine di un processo di redistribuzione della ricchezza finalizzato a far emergere dalla povertà ben due milioni di cittadini americani.

Tassa super ricchi per aiutare i terremotati

Il tema della ricostruzione e dei fondi necessari sarà oggetto della prossima riunione dei ministri a L’Aquila. Tra le ipotesi allo studio un contributo dai contribuenti “super-ricchi” per raccogliere i fondi necessari alla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto. Tra le valutazioni tecniche avviate infatti, un decreto legge con gli interventi per la raccolta delle risorse che contempli anche la possibile introduzione di un “contributo obbligatorio” per i contribuenti che hanno un reddito annuo che superiore a 130.000-140.000 euro.

Si tratta ancora di una delle ipotesi allo studio, e ancora oggetto di confronto all’interno della maggioranza. Il contributo sarebbe obbligatorio, una-tantum e consisterebbe in due punti di Irpef. Tra le altre ipotesi, anche un’addizionale sui giochi come Lotto e Superenalotto.

Scudo fiscale per il rientro dei capitali

Nel nostro Paese, anche a seguito del tragico terremoto in Abruzzo, è in corso un dibattito che sta coinvolgendo la maggioranza di Governo, l’opposizione, ma anche i Sindacati riguardo alle modalità con cui reperire le risorse necessarie per garantire in breve tempo la ricostruzione delle case nei Comuni della Regione colpite dal sisma. Ebbene, tra le soluzioni allo studio c’è quella relativa allo scudo fiscale, quel meccanismo “incentivante” grazie al quale i capitali “fuggiti” all’estero potranno rientrare in Italia. Con lo scudo fiscale, infatti, i capitali rientranti godrebbero di una tassazione di favore, paragonabile ad una “sanatoria”, e lo Stato potrebbe incassare risorse anche ingenti da destinare alle popolazioni terremotate. Favorevole allo scudo fiscale è tra l’altro anche Gianni Chiodi, Presidente della Regione Abruzzo, in virtù del fatto che in questo modo si potrebbero reperire con rapidità fondi per la ricostruzione senza pesare sulle tasche dei cittadini/contribuenti.