Abolizione ICI prima casa: Comuni battono cassa su mancato gettito

 L’abolizione dell’imposta comunale sugli immobili (ICI) per quanto riguarda la prima casa è oramai in vigore da un po’ di tempo, e rappresenta una vera e propria “conquista” per i proprietari di immobili ad uso residenziale; era infatti ingiusto pagare una tassa per un bene che non ha carattere “speculativo“, ma che è utilizzato come dimora per se stessi e per la propria famiglia. Pur tuttavia, da tale provvedimento ad uscirne per certi versi con le ossa rotte sono stati i Comuni italiani, i quali hanno perso una importante fetta di introiti che in passato è servita per finanziare servizi primari per l’amministrazione come gli asili nido e la manutenzione stradale. Ebbene, in merito nei giorni scorsi, come riporta il Portale di ANCI Lombardia, si è espresso il Sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini, il quale, a conclusione della Conferenza Stato-Città, ha sottolineato come ci sia bisogno di chiarezza riguardo all’erogazione dei fondi a copertura del mancato gettito dell’ICI.

Scudo e “moralità” fiscale

 Cos’è lo scudo fiscale? Se ne sente ormai parlare tantissimo e forse non sono pochi coloro che non sanno precisamente di cosa si tratti. Partiamo dai paradisi fiscali. Chi ha deciso di non pagare le tasse ha depositato capitali stranieri all’estero e quindi in Italia é considerato evasore.

Lo stato italiano però può attuare una politica di rintracciamento di queste persone e quindi applicare grosse sanzioni. Ovviamente questo ha dei costi per lo Stato, ecco perchè il governo sta optando per lo scudo fiscale: esso consiste in una piccola multa (5% dei capitali) che dovranno pagare coloro che decidono di far rientrare i capitali in Italia. Pagando, i cittadini e il loro capitale saranno regolarizzati. Ammontano a quasi 300 miliardi di euro i patrimoni detenuti all’estero dagli italiani che potrebbero essere rimpatriati tramite la manovra.

Debito fiscale: orecchini Maradona all’asta su eBay

 Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza di Bolzano, in un vero e proprio “blitz” in presenza di un funzionario per la riscossione di Equitalia, ha provveduto a sequestrare a Diego Armando Maradona, che alloggiava a Merano presso un hotel, un paio di orecchini del valore di quattromila euro. Si è trattato di un tentativo, peraltro l’ennesimo a carico del “Pibe de oro” ogni volta che torna in Italia, di recupero di un ingente debito fiscale che l’ex giocatore di calcio deve saldare al Fisco italiano. Ebbene, a quanto pare, vista la rilevanza del personaggio con cui il Fisco ha a che fare, gli orecchini, attualmente pignorati presso Tribunale di Bolzano, potrebbero andare a finire in asta su e-Bay. In questo modo, Equitalia punta a conseguire il massimo “ritorno” dalla coppia di orecchini, ma di certo non si arriverà ai 36 milioni di euro che, in base alle ultime stime, Diego Armando Maradona deve al Fisco.

Canone Rai: per la disdetta basta poco

Ritengo che il canone Rai si debba pagare, ma bisogna verificare la qualità del servizio offerto dalla tv pubblica altrimenti c’è il rischio che il cittadino si possa ribellare non pagando il canone e mettendo in crisi la tv pubblica, che ha già dei conti molto difficili. Qualità del servizio che la televisione pubblica deve dare proprio perché c’è il canone che viene pagato dal cittadino. E proprio perché non si deve rompere questo patto tra gli ascoltatori e la Rai, è necessario responsabilità. Dove andremmo a finire se ci fosse una disdetta di abbonamenti che non facesse più tornare i conti della Rai?

Afferma il ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola.

Detrazione indebita dell’Iva: il diritto va sempre dimostrato

 Nel caso in cui un singolo contribuente abbia intenzione di far valere il proprio diritto alla detrazione dell’Iva, egli dovrà sempre fornire la prova della legittimità della fonte e della correttezza del diritto. È quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, la quale ha dunque rinforzato e ribadito il principio secondo cui, quando il Fisco provvede a contestare al contribuente la detrazione indebita dell’imposta (si tratta, per l’appunto, di fatture false), quest’ultima va recuperata a tassazione se il contribuente non ha provato l’effettiva esistenza delle operazioni documentate dalle fatture. La pronuncia della Suprema Corte è giunta a seguito di un ricorso dell’Agenzia delle Entrate contro una sentenza della Commissione Tributaria regionale: per la precisione, questa sentenza sarebbe stata in contrasto con le disposizione del Dpr 633 del 1972.

 

Equitalia: estratto conto online, aumentano le province attive

 Nel breve termine in tutte le province italiane sarà possibile accedere all’estratto conto on line, il comodo servizio con accesso via Internet annunciato e messo a punto nelle scorse settimane da Equitalia. Non a caso, Equitalia sta rilevando un gradimento in aumento per un servizio che, collegandosi al sito Internet di Equitalia permette di consultare, comodamente seduti da casa, la situazione relativa al proprio debito tributario. Attualmente il servizio è accessibile da parte dei contribuenti in ben quarantasette province: da Napoli a Roma e passando per Milano, Torino, Bari, Bologna, L’Aquila, Livorno, Reggio Calabria, Mantova, Treviso, Venezia, Varese, Vicenza, Pavia, Lecco e tante altre. Ma come si accede e, soprattutto, come si usa il servizio dell’estratto conto on line di Equitalia? Ebbene, innanzi tutto occorre acquisire le credenziali di accesso al “cassetto fiscale” dell’Agenzia delle Entrate.

In Piemonte lo sportello virtuale elimina le code in ufficio

 Un nuovo servizio dell’Agenzia delle Entrate è ora disponibile per i professionisti del settore fiscale del Piemonte: è partito infatti da Torino il cosiddetto “sportello virtuale per i professionisti”, una interessante innovazione che dovrebbe consentire notevoli vantaggi dal punto di vista tributario. In effetti, si potranno, attraverso tale strumento, seguire le pratiche dei clienti direttamente dallo studio, eliminando quindi del tutto la classica coda dell’ufficio. Per i commercialisti piemontesi si prospetta dunque la velocizzazione dell’intero lavoro. L’iniziativa è stata promossa dalla Direzione regionale della stessa Agenzia, la quale aveva per l’appunto l’intenzione di rendere più agevoli e rapide le pratiche maggiormente frequenti, oltre che di evitare eccessive code ai front office. Non si tratta comunque di un progetto unicamente regionale, in quanto il programma rientra in un altro progetto più ampio, a livello nazionale, con cui le Entrate mirano a fornire agli intermediari del settore fiscale degli strumenti assistenziali a distanza.

 

Tredicesima: detassazione al 100% costosa per lo Stato

 Da quando la crisi finanziaria ha avuto il suo impatto devastante sull’economia reale e sui redditi delle famiglie, il Governo ha preso in considerazione varie soluzioni per il sostegno al reddito, tra cui quella della detassazione delle tredicesime; poi, anche per questioni legate alla quadratura dei conti pubblici, l’Esecutivo ha abbandonato la strada della detassazione delle tredicesime ed ha puntato sul bonus familiare e sulla social card. Ma nel nostro Paese, allo stato attuale, ci possono essere le condizioni per detassare al 100% le tredicesime dei lavoratori dipendenti? Ebbene, secondo la CGIA di Mestre, per voce del suo segretario, Giuseppe Bortolussi, quella della detassazione al 100% delle tredicesime è una strada difficilmente praticabile proprio in scia alla situazione delle finanze pubbliche.

Tarsu: a Roma nuovi aumenti

 La tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, abbreviata in TARSU, è applicata sulla base del costo totale del servizio di raccolta e successivo smaltimento dei rifiuti e usa come parametro la superficie dei locali. La tassa è pagata al Comune per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, oltre che di spazzamento delle strade pubbliche.

Dall’anno prossimo a Roma per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti si pagherà di più. Lo si legge nel documento di programmazione finanziaria 2010-2012 messo a punto dal nuovo assessore comunale al Bilancio, Maurizio Leo:

Iva e territorialità: ecco i nuovi criteri per il 2010

 Le nuove disposizioni sulla territorialità dell’Iva che sono state emanate per quel che riguarda l’Unione Europea, saranno ora introdotte anche in Italia con un apposito decreto legislativo. Per i rapporti transfrontalieri, infatti, vi sono importanti novità: la direttiva comunitaria 2008/8 ha messo a punto i nuovi criteri territoriali utili ai fini della tassazione dell’Iva relativamente alle prestazioni di servizi. È fondamentale, in questo senso, come precisa la stessa direttiva, stabilire qual è il luogo dove si è svolta questa prestazione; la norma spiega che si tratta del luogo in cui avviene il consumo effettivo, anche se bisognerebbe poi applicare delle deroghe di tipo politico e amministrativo. Una prima deroga fa sì che, per le prestazioni di servizi verso soggetti passivi, il luogo della tassazione è quello in cui è stabilito il destinatario. Inoltre, ai soggetti passivi sono riferibili anche attività non imponibili. In riferimento, poi, ai soggetti privati, il luogo di tassazione è quello in cui il prestatore del servizio ha stabilito la sede della propria attività economica.

 

Stabilimenti balneari Massa: i risultati dei controlli estivi

 Quest’anno l’Agenzia delle Entrate è stata molto attiva nelle attività di contrasto all’evasione fiscale sulle coste e sui litorali, scovando tra l’altro anche numerosi party estivi organizzati in maniera del tutto abusiva, ovverosia emettendo biglietti di ingresso senza alcuna validità ai fini fiscali. Ebbene, l’Amministrazione di Massa ha provveduto ad effettuare dei controlli estivi anche presso gli stabilimenti balneari della zona, provvedendo, in un caso su due, a recuperare ricavi che non sono stati dichiarati. L’attività di controllo si è appena conclusa e, in accordo con quanto rivela la Direzione regionale Toscana dell’Agenzia delle Entrate, sul litorale di Massa sono stati oggetto di controlli e di ispezioni ben 45 stabilimenti balneari su un totale di 112; ebbene, per 22 di questi 45 le ispezioni si sono concluse con l’emissione di avvisi di accertamento finalizzati al recupero di una quota parte del giro d’affari che, pur conseguita dallo stabilimento, non è stata dichiarata al fisco. Ma come ha fatto l’Amministrazione finanziaria a risalire ai ricavi non dichiarati?

Roma dà il via alla sperimentazione del federalismo fiscale

 Roma è ufficialmente il primo comune d’Italia a dare il via alla sperimentazione del cosiddetto federalismo fiscale, il noto provvedimento tributario adottato dal governo: la firma che sancisce l’avvio del programma è arrivata nella giornata di ieri, quando è stato concluso proprio in Campidoglio un protocollo d’intesa tra il sindaco della capitale, Gianni Alemanno, il presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), Sergio Chiamparino, e il presidente dell’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale dell’Anci (Ifel), Angelo Rughetti. Un’attuazione, dunque, molto importante, che viene già presentata come portatrice di risultati positivi in termini di servizi più efficienti, a tutto vantaggio dei cittadini. Ma, al di là dei proclami, cosa cambia con il federalismo fiscale?

 

Biltco: fisco on line in Lazio

Le nostre azioni contro l’evasione fiscale sono molto forti. Tutti i paesi stanno facendo il rimpatrio dei capitali dall’estero. In Inghilterra fanno un’amnistia totale. In Francia il rapporto tra procure e governo e’ di dipendenza. E’ piu’ grave lasciare andare fuori i soldi o farli rientrare per finanziare l’Universita’? Se qualcuno ha idee migliori, le prenderemo in considerazione. – Così, il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha affermato dopo l’approvazione della Finanziaria -. L’talia – ha proseguito – e’ un paese con un alto tasso di evasione, ma siamo convinti che l’azione di contrasto stia dando risultati.

Purtroppo l’evasione fiscale é un male che affligge il nostro Paese, tuttavia ci sono casi in cui evadere sta diventando più difficile. Grazie all’informatica divene più raro per i cittadini incappare in disguidi burocratici o errori e non solo: non sembra neanche più facile evadere le tasse.

Lotta ai paradisi fiscali: nuovi dati a disposizione del Fisco

 Riguardo alla lotta ai “paradisi fiscali“, l’Agenzia delle Entrate ha reso noto che gli archivi per le verifiche si arricchiranno di nuovi dati. Trattasi, nello specifico, dei dati di quegli intermediari ed istituti di credito italiani che hanno filiali all’estero; le banche e gli intermediari italiani, infatti, sono tenuti ad inoltrare, all’Archivio dei conti correnti dell’Amministrazione finanziaria, anche i dati e le operazioni effettuate dai cittadini italiani che intrattengono rapporti con filiali italiane all’estero. Anche i dati che arriveranno dalle filiali bancarie italiane all’estero e dagli intermediari potranno essere utilizzati dal Fisco per verificare se, come prevede il nostro sistema fiscale, i cittadini italiani che intrattengono dei rapporti abbiano regolarmente comunicato/dichiarato i soldi depositati all’estero nel quadro Rw della dichiarazione dei redditi; ed in merito, tra l’altro, l’Agenzia delle entrate ha reso noto d’aver diffuso in data odierna una circolare. Ma cosa contiene l’Archivio dei conti correnti dell’Amministrazione finanziaria?