L’imposta regionale sulle attività produttive (Irap) è probabilmente una delle tasse meno gradite, anzi, tra le più odiate probabilmente da parte delle imprese; e se l’abolizione di tale imposta, anche per evitare ripercussioni sui conti pubblici, non appare nella sostanza possibile, quantomeno sarebbe necessario attuale una progressiva riduzione. Ogni anno, infatti, secondo quanto mette in evidenza la CGIA di Mestre, gli incassi da Irap per lo Stato ammontano ad oltre trenta miliardi di euro, di cui una larga fetta va a finanziare un settore indispensabile come quello della sanità. Pur tuttavia, Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA di Mestre, ritiene che si potrebbe alleggerire il carico fiscale da Irap delle imprese permettendo la deduzione degli interessi passivi dalla base imponibile dell’imposta. In questo modo, nelle casse delle aziende rimarrebbero 3,57 miliardi di euro, ed il Fisco, nonostante le attuali difficoltà congiunturali, potrebbe comunque sopportare il peso di tale mancato gettito.
Cna: contro la crisi un freno alle tasse
Lancia l’allarme la Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) sulla situazione delle piccole imprese. Il presidente dell’associazione Tristano Mussini ha scritto una lettera aperta ai sindaci dei 45 Comuni reggiani e alla Provincia per sottolineare le gravi conseguenze della crisi sulle imprese di piccole dimensioni.
Durante il 2009 il numero delle imprese iscritte all’albo della Camera di Commercio sono diminuite di 700 unità e il numero di aziende artigiane coinvolte dalla cassa integrazione aumenta sempre più. Per questo motivo la Cna chiede concretamente un freno alle tasse, consistente almeno in una dilazione dei pagamenti per le imprese in difficoltà, riduzione dell’Irap per quelle che mantengono l’occupazione, semplificazione e accordi con le banche per crediti anticipati alle imprese.
Dati Ici e Iscop: a breve sarà attivo il canale Entratel
Buone notizie per quel che riguarda i dati dei versamenti Ici e Iscop (Imposta di Scopo) 2009 che sono stati effettuati fino allo scorso 31 luglio; dal 22 al 31 ottobre prossimo, infatti, sarà possibile trasmettere tali informazioni fiscali al dipartimento delle Finanze tramite il canale telematico Entratel. Si tratta quindi di una modalità informatica ideata per i ritardatari e gli inadempienti in questo senso. Tra l’altro, bisogna precisare che queste stesse modalità di invio sono valide per i pagamenti effettuati fino al 31 gennaio 2009, ma in questo caso l’intera operazione deve essere portata a termine entro il 31 marzo 2010. In particolare, i dati sono relativi a Comuni, agenti di riscossione e Poste Italiane Spa: tutto ciò emerge chiaramente dal protocollo 25281 che lo stesso dipartimento ha pubblicato due giorni fa. Come si procede dunque alla trasmissione elettronica? Chi è responsabile per i dati sopracitati dovrà approntare il file secondo le indicazioni del decreto ministeriale del 10 dicembre 2008, scaricando l’apposito programma messo a disposizione dal Dipartimento Finanze.
Modello Eas: proroga presentazione al 15 dicembre 2009
Da qualche settimana è attivo un canale di dialogo tra l’Amministrazione finanziaria ed il terzo settore in merito all’inoltro in via esclusivamente telematica del “Modello Eas“, la dichiarazione con i dati rilevanti ai fini fiscali che deve essere inviata al fine di potersi avvalere delle agevolazioni previste per il mondo dell’associazionismo. Ebbene, nella giornata di ieri l’Agenzia delle Entrate ha reso noto che è ufficialmente scattata, come già ampiamente preannunciato nei giorni scorsi, la proroga per l’inoltro del modello, che potrà così ora essere inviato entro il termine ultimo del 15 dicembre 2009; inoltre, nell’ambito dei tavoli tecnici aperti con il terzo settore, è stato altresì raggiunto un accordo per la compilazione semplificata dei dati, dei quadri e dei righi in funzione del tipo di associazione che, per via telematica, dovrà inviare il “Modello Eas“.
Bankitalia: scudo fiscale bocciato
La Banca d’Italia non ha tardato a dire la sua riguardo il provvedimento fiscale più controverso dell’ultimo periodo. Così, mentre Di Pietro parla dello scudo fiscale come lavatoio mondiale della criminalità organizzata, Bankitalia manifesta il suo dissenso.
E sembra che il dissenso sia fondato sui numeri: l’istituto di via Nazionale ha rilevato anche un incremento dell’evasione fiscale. Il direttore generale della Banca d’Italia Fabrizio Saccomanni ha sottolineato quali effetti negativi possa avere lo scudo fiscale sugli incentivi dei contribuenti a pagare le tasse per il futuro e ricordato che simili provvedimenti sono stati presi anche in altri paesi, ma in quei casi sono stati accompagnati dalla richiesta di pagamento di tutte le imposte dovute.
All’estero l’adesione almeno comporta il pagamento dell’intero ammontare delle imposte dovute e non versate, inclusi gli interessi per ritardato pagamento – afferma Saccomanni -. In Italia invece, oltre ad essere anonima, l’adesione comporta un costo relativamente modesto: Lo scudo può essere utilizzato a fronte di qualsiasi accertamento fiscale e previdenziale, anche su redditi derivanti da attività svolte in Italia e non direttamente ricollegabili ai beni rimpatriati e regolarizzati.
730: rimangono dieci giorni per le correzioni pro contribuente
C’è tempo fino al prossimo 26 ottobre per rimediare agli errori o alle dimenticanze commessi dai contribuenti in sede di dichiarazione dei redditi: si tratta sostanzialmente di correzioni di errori commessi a danno degli stessi contribuenti e che comportano un minor debito o un maggior credito d’imposta. A seconda dell’errore e di chi l’ha commesso (Caf o contribuente), si possono seguire varie strade; se la dimenticanza è attribuibile a chi ha prestato assistenza fiscale, deve essere il dichiarante a far presente questa situazione, in modo da elaborare in maniera tempestiva un modello 730 di rettificazione. Se è invece lo stesso contribuente ad accorgersi di non aver consegnato tutti i documenti utili, cambiano a loro volta le modalità di rettifica a seconda della differenza di importo a titolo di imposta; se la correzione dell’errore dà luogo a un minor credito o a un maggior debito è necessario ricorrere all’utilizzo del modello Unico Persone Fisiche.
Agenzia delle Entrate e Comune di Napoli: insieme contro evasione
Nell’alleanza anti-evasione siglata nei mesi scorsi tra l’Agenzia delle Entrate e l’ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, c’è anche il Comune di Napoli. Questo dopo che l’Amministrazione partenopea ha siglato in data odierna l’apposita convenzione che permetterà anche al Comune di Napoli di incassare il 30% dalle maggiori imposte recuperate dalle azioni di contrasto all’evasione mediante le segnalazioni di situazioni potenzialmente elusive e/o evasive. Nel dettaglio, da un lato il Comune di Napoli inoltrerà i dati attraverso “Segnalazioni“, una procedura istituita ad hoc per l’invio in modalità telematica delle informazioni utili al contrasto dell’evasione fiscale, mentre dall’altro l’Agenzia delle Entrate permetterà all’Amministrazione partenopea di accedere ad un flusso di informazioni che permetteranno a livello locale di portare avanti delle azioni di lotta all’evasione attraverso la recente costituzione di una “task force“.
Tariffe aeroportuali: nuovi aumenti
I biglietti aerei costano troppo? Rassegnatevi, i prezzi sono destinati a salire. Sono infatti in arrivo aumenti sulle tasse aeroportuali italiane: il governo ha approvato un decreto legge che ha l’obiettivo di sbloccare gli investimenti negli scali della Penisola.
Gli investimenti saranno ovviamente finanziati dai cittadini viaggianti difatti il decreto fissa 3 euro in più a passeggero per gli aeroporti di Fiumicino e Malpensa e 2 per Linate, Venezia, Bergamo o Catania. I passeggeri di Palermo, Napoli, Bologna, Torino, Verona, Bari o Cagliari saranno più fortunati e vedranno un rincaro del loro biglietto di un solo euro. Le tasse aeroportuali passeranno così da 5,67 a 8,67 euro per chi parte da Malpensa, da 5,33 a 7,33 euro da Linate, da 5,06 a 8,06 per chi parte da Fiumicino.
Tassa sui turisti? Gli Usa ci pensano seriamente
Le crisi economiche accendono spesso la fantasia dei governi, i quali si dimostrano, in tali occasioni, più propensi a scovare nuove iniziative volte a risollevare le finanze del paese: è quello che sta accadendo negli Stati Uniti dove, viste le pessime performance della Borsa del turismo, sta diventando sempre più urgente rilanciare il settore almeno in tema di bilanci. Il Congresso si è infatti convinto a ricorrere a un intervento drastico in ambito tributario, una nuova tassa sul turismo. Nell’intenso dibattito per il rilancio dell’industria turistica, all’interno della nuova legge per la promozione del comparto (si tratta del Travel Promotion Act) è spuntato fuori proprio questo nuovo tributo. Il pedaggio di un turista straniero che farà rotta in America avrà ora il valore di 10 dollari, come sovrattassa per avere libero accesso alle bellezze del paese. Non c’è ancora nulla di definitivo, in quanto manca il via libera definitivo da parte del Senato, ma già a partire dalla prossima primavera l’imposta turistica potrebbe fare il suo esordio, in concomitanza con il maggior afflusso di visitatori stranieri.
Fondi europei: eliminare l’Iva per i progetti comunali
Fernando Errico, capogruppo consiliare regionale Popolari Udeur ha portato alla luce la questione del rimborso dell’IVA non rendicontabile alla Commissione Europea.
Questione di non poco conto – ha affermato Errico – in quanto sono sempre più numerosi i Comuni che hanno manifestato la loro difficoltà a partecipare ai bandi del Piano di Sviluppo Rurale perché non hanno le risorse economiche per pagare l’imposta.
Il capogruppo si batte quindi per la definitiva approvazione della risoluzione. Inoltre Errico, nella sua replica, ha chiesto di verificare la fondatezza della notizia secondo cui alcuni Comuni starebbero presentando progetti con la rendicontazione dell’IVA a carico del Fondo nazionale presso l’AGEA-OP. Dai dati riportati nella risposta all’interrogazione fornita dall’Assessore Nappi si rileva inoltre che le misure individuate per l’IVA sono quelle più strettamente legate allo sviluppo dell’agricoltura.
Bonus fiscale: credito d’imposta anche per il cinema
L’Agenzia delle Entrate, in data odierna, a seguito della risoluzione numero 258/E, ha reso noto che anche per l’industria del cinema sono pronti i codici tributo per poter fruire del credito di imposta. Trattasi, nello specifico, dei codici tributo “6823” e “6824” che devono essere riportati nella sezione “Erario” del modello F24 in corrispondenza della colonna “Importi a credito compensati”. Il beneficio del credito di imposta è fruibile da parte delle imprese operanti nel comparto della esecuzione e della produzione cinematografica in linea con quanto prevede la Legge numero 244 del 2007, ovverosia la manovra finanziaria per l’anno 2008. Il calcolo dei crediti in compensazione, in accordo con quanto spiega una nota emessa dall’Amministrazione finanziaria, deve essere effettuato in base alle spese che l’impresa cinematografica ha sostenuto nei tre periodi di imposta successivi a quello che era in corso alla data del 31 dicembre del 2007.
Unico 2009: ancora due giorni per i versamenti dei soggetti Ires
Il 16 ottobre rappresenta un giorno da segnare e sottolineare sul calendario per quel che riguarda alcuni importanti versamenti relativi a Unico 2009. In particolare, sono quindi ancora due i giorni utili per le persone fisiche, le società semplici, le società di persone e quei soggetti che sono titolari di partita Iva e che hanno scelto di effettuare il pagamento rateale nella dichiarazione dei redditi; nel dettaglio, ci si riferisce a quei contribuenti che hanno posto in essere il loro primo versamento entro il 16 giugno 2009 (nel caso non siano soggetti agli studi di settore) o entro il 6 luglio 2009 (contribuenti soggetti agli studi di settore); le date di riferimento in questo senso sono invece il 16 luglio e il 5 agosto 2009, rispettivamente per i soggetti non sottoposti e sottoposti agli studi di settore e che hanno effettuato il versamento della quinta o della quarta rata delle imposte e dei contributi che sono dovuti a titolo di saldo e di primo acconto.
Scudo fiscale o riciclaggio di Stato?
Lo scudo fiscale varato con il D.L. n. 78/2009 si rivolge alle persone fisiche e agli altri soggetti fiscalmente residenti nel territorio dello Stato che, prima del 31 dicembre 2008, hanno esportato all’estero capitali in violazione degli obblighi valutari e tributari.
Grazie allo scudo fiscale sarà possibile far emergere denaro e attività di natura finanziaria e patrimoniale. La regolarizzazione é tuttavia consentita però solo nel caso in cui le attività siano detenute in Paesi dell’Unione Europea e che permettono un effettivo scambio di informazioni in via amministrativa. Proprio su questo punto occorre chiarire che non opera nessun tipo di regolarizzazione con la Svizzera.
Comuni-Entrate: alleanza anti-evasione funziona
L’alleanza anti-evasione tra il Fisco e tantissimi comuni italiani che hanno già aderito al “patto” non solo funziona, ma sta iniziando a dare i primi frutti. Ad esempio, in Emilia Romagna, così come riferisce la Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate, a soli sei mesi dalla stipula dell’alleanza anti-evasione con i comuni, sono già stati già notificati numerosi accertamenti a fronte di un vero e proprio boom di segnalazioni. Nei mesi scorsi, l’ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, ha siglato con l’Agenzia delle Entrate l’alleanza anti-evasione, e successivamente i comuni, in questo caso dell’Emilia Romagna, hanno via via aderito all’iniziativa che, cosa non trascurabile, permette loro non solo di avere un ruolo attivo nel contrasto all’evasione con le segnalazioni, ma anche di incassare il 30% delle maggiori imposte che il Fisco sarà in grado di recuperare.