Ravvedimento operoso: sanzioni ridotte con il Decreto anticrisi

Molto spesso capita di dover pagare le tasse in ritardo. Non perché non si vuole regolarizzare la propria posizione, ma perché magari i committenti non hanno pagato puntualmente le fatture; la crisi economica ha tra l’altro contribuito ad allargare i tempi tra l’emissione della fattura ed il relativo pagamento, al punto che con il recente “Decreto anticrisi” è stato introdotto il cosiddetto meccanismo dell’ IVA di cassa per mezzo del quale l’IVA può essere versata solamente in corrispondenza dell’effettivo pagamento. Ma con il “Decreto anticrisi” il Governo ha altresì alleggerito le sanzioni per chi paga le tasse in ritardo avvalendosi del cosiddetto “ravvedimento operoso“, che può essere breve, se le tasse vengono saldate con un ritardo non superiore ai trenta giorni, oppure lungo se il ritardo supera i trenta giorni. In entrambi i casi le sanzioni sono state alleggerite con la conseguenza che l’importo accessorio da pagare unitamente alle tasse in ritardo, nel modello F24, si riduce sensibilmente. In particolare, per il ravvedimento lungo le sanzioni sono state dimezzate da 1/5 del minimo previsto a 1/10; alle sanzioni ridotte andranno aggiunti gli interessi legali, come prescrive la Legge, in ragione del 3% annuo.

Controlli fiscali: nuovi criteri per identificare i grandi contribuenti

Con le imposte evase ogni anno in Italia da piccoli, medi e grandi contribuenti, si potrebbe finanziare sia la manovra di Bilancio annuale dello Stato, sia interventi a sostegno delle fasce più deboli della popolazione, a partire dai disabili, gli invalidi e tutti i cittadini non autosufficienti. Ne consegue che per il prossimo futuro, specie con la crisi che imperversa, sarà determinante per ragioni di equità e di ordine nei conti pubblici inasprire le attività di accertamento, controllo e riscossione.

Nell’ambito della riorganizzazione dell’Agenzia delle Entrate, annunciata nei mesi scorsi, l’Amministrazione finanziaria ha reso nota la pubblicazione di un provvedimento grazie al quale, a seguito della messa a punto di alcuni criteri chiave, sarà possibile identificare, ai fini dei controlli, quelle che rientrano tra le grandi imprese, ovverosia quelle che “muovono” ogni anno più di 100 milioni di euro.

No tasse per nuovi imprenditori e cassa integrazione per precari

Buone notizie per chi ha deciso di intraprendere una nuova attività imprenditoriale. il governo annuncia di essere deciso a dare degli incentivi a coloro che decidono di affidarsi a sè stessi e dare vita ad un’attività economica. Chi aprirà un’azienda sarà escluso dalla tassazione per i primi tre anni. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa conclusiva del G8 Lavoro:

Stiamo studiando un aiuto per chi vuole diventare imprenditore e fondare un’impresa escludendolo dalla tassazione per i primi tre anni.

Inoltre il presidente del Consiglio ha poi confermato che la cassa integrazione sarà allargata anche ai precari. A sentirla dire così sembra quasi un miraggio, ma Berlusconi continua sicuro:

Le principali novità fiscali del Federalismo

Con la recente approvazione alla Camera e la prossima discussione in Senato del cosiddetto Federalismo Fiscale, molte sono ovviamente le novità che avranno luogo in ambito di imposte e riscossione dei tributi. Anzitutto, verrà cancellata la riserva di aliquota Irpef per le regioni; in luogo di essa vi saranno infatti delle compartecipazioni ai tributi erariali (soprattutto all’Iva), le quali verranno utilizzate come fonte di finanziamento per le funzioni essenziali. Uno degli obiettivi principali del Federalismo è proprio quello di portare ad una riduzione graduale della pressione fiscale, attraverso la determinazione periodica del suo limite massimo e il riparto tra i vari livelli di governo. Fondamentale sarà inoltre l’istituzione di una commissione parlamentare che avrà compiti di vigilanza per quanto riguarda l’anagrafe tributaria. Tale commissione svolgerà anche indagini conoscitive e ricerche sulla gestione dei servizi di accertamento e di riscossione dei principali tributi locali.

La Cassazione conferma l’esenzione Iva per le aree demaniali

Secondo la Cassazione la concessione demaniale non è soggetta all’imposizione dell’Iva; la recentissima sentenza della corte ha stabilito infatti che questo tipo di concessione, effettuata attraverso il conferimento di un ente pubblico economico ad un soggetto terzo del diritto all’uso di un’area di demanio pubblico, rientra nella definizione di locazione di beni immobili stabilita dalla direttiva comunitaria relativa all’imposta sul valore aggiunto n. 388 del 1977. La questione su cui ha dovuto giudicare la Cassazione era sorta dal fatto che il consorzio che aveva in gestione le aree demaniali del porto di Genova non versava l’imposta riguardo alla fatturazione dei canoni percepiti per la concessione di tali aree agli operatori del porto: l’amministrazione finanziaria aveva contestato lo svolgimento di tali prestazioni, ma i giudici hanno respinto il ricorso.

 

Donne: paghiamo più tasse ma vogliamo servizi migliori

Le donne sono le protagoniste dello scenario economico ed anche fiscale. Il profilo che emerge dall’indagine promossa dalle Acli, ‘Donne: uno sguardo diverso sull’economia?’ (presentata nei giorni scorsi a Roma in occasione di un seminario organizzato dal Dipartimento Welfare, il Coordinamento donne e i Giovani delle Acli), é quello di donne fiduciose, che hanno alte aspettative nei confronti delle politiche pubbliche. Sono oltre mille in 48 province italiane, le donne intervistate inoltre sarebbero disposte a pagare persino più tasse a fronte di più servizi (il 63% delle donne). E, tra questi, soprattutto servizi per l’infanzia (40%). Nella vita quotidiana, in particolare, le donne vorrebbero poter beneficiare di più congedi lavorativi per conciliare famiglia e lavoro (41%).

Sono comprensibilmente contrarie all’innalzamento dell’età pensionabile (63%), perchè ritengono necessario considerare tutto il percorso lavorativo femminile e non solo la sua conclusione (40%). Non mancano le femministe che invece si dicono d’accordo 811%) e ritengono che l’allineamento dell’età pensionabile femminile a quella maschile sia un segno di parità. Il 21% accetterebbe di andare in pensione più tardi solo se ciò comportasse maggiori servizi per la cura della famiglia.

Il pagamento delle quote di Srl diventa definitivamente telematico

Si attende ormai fra pochi giorni la firma da parte del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, del provvedimento che stabilisce le modalità per i commercialisti per versare telematicamente l’imposta di registro nei passaggi delle quote delle società a responsabilità limitata. Tale provvedimento darà la possibilità di gestire solamente per via telematica, dunque, la registrazione degli atti relativi al trasferimento delle partecipazioni di Srl. L’iniziativa di Befera rientra in quello che lo stesso direttore dell’Agenzia delle Entrate ha definito come “clima di collaborazione con i commercialisti“. Si parla già della fine di marzo come possibile periodo per la firma di tutti gli atti: in proposito, sarà Sogei, la società di Ict del Ministero dell’Economia, a gestire tutto il flusso telematico.

 

Il governo approva un decreto per l’applicazione della “pornotax” in internet

La cosiddetta “pornotax”, ovvero il prelievo del 25% sul guadagno di chi ottiene un lucro dalla pornografia, vale ora anche per internet: la decisione è arrivata dopo l’approvazione da parte del governo del decreto di attuazione, il quale ha in previsione delle imposte straordinarie per combattere il problema. Era stato già il decreto anti-crisi a prevedere questa sorta di addizionale sui prodotti pornografici; la pubblicazione del decreto impone dunque che sia esigibile il supplemento di tributo pardi al 25% del reddito, in maniera proporzionale ai ricavi che sono stati ottenuti anche dalla trasmissione di programmi televisivi a carattere pornografico. Questo supplemento di tributo dovrà essere pagato facendo riferimento al periodo di imposta 2008. Ma il decreto approvato dal governo vale anche per quei soggetti che fanno uso di trasmissioni televisive che sfruttano e sollecitano la credulità popolare attraverso la proposizione di numeri telefonici a pagamento: l’addizionale verrà applicato anche in capo a tali soggetti.

 

ICI: modalità di calcolo e scadenze

L’Imposta Comunale sugli Immobili (ICI) è una delle principali imposte statali del nostro paese, la quale viene applicata sui fabbricati e sui terreni agricoli e da costruzione della Repubblica Italiana. La legge che attualmente regola tale tributo è il decreto legislativo 504/1992 che ha fatto diventare l’ICI la principale entrata del bilancio dei comuni italiani. Anzitutto, l’ICI non è un’imposta progressiva come le imposte che gravano sul reddito, ma colpisce il valore del fabbricato con una percentuale fissa decisa da ogni singolo comune.
Quali sono i soggetti che sono tenuti al pagamento dell’ICI? Come già detto, i proprietari di fabbricati e terreni, ma anche i concessionari di aree demaniali, i locatari e i titolari di diritti reali di godimento sui beni (usufrutto, uso…).

Iva: L’imposta generali sugli scambi

L’Imposta sul Valore Aggiunto (Iva) è un’imposta che è stata introdotta dalla legislazione europea: la disciplina principale di tale tributo è contenuta nel D.P.R. 633/1972 e in alcune direttive europee, per quanto riguarda il livello comunitario. Le modalità di applicazione di un’imposta generale sugli scambi possono essere di tre tipi: 1)imposta monofase, la quale colpisce in una sola fase del processo di produzione del bene; 2)imposta plurifase cumulativa, che invece colpisce in tutte le fasi di tale processo; 3)imposta plurifase non cumulativa, la quale si applica solo all’incremento di valore realizzato in una determinata fase. I soggetti passivi dell’Iva sono gli imprenditori, gli esercenti arti e professioni e tutti quei soggetti che effettuano importazioni intracomunitarie. Esistono diverse aliquote in Italia da applicare ai vari beni: un’aliquota del 4% per i beni di prima necessità e le abitazioni, 10% per servizi turistici e recupero edilizio, 20% che rappresenta l’aliquota ordinaria.