Gli impegni del governo Monti contro le società di comodo

Qual è la posizione del governo Monti nei confronti delle società di comodo? Queste ultime, come è noto, sono quelle entità che il legislatore considera non operative e costituite solamente ai fini dell’elusione fiscale, un altro fenomeno da stroncare nel nostro paese: ebbene, l’esecutivo si sta impegnando nel promuovere apposite leggi che siano in grado di stroncare l’elusione stessa, visto che questi comportamenti fiscali vengono troppo spesso trascurati. Bisogna dunque attendersi un vero e proprio giro di vite? I due esempi più classici di società di comodo prevedono aziende che acquistano altre imprese per ridurre la contabilità e versare meno tasse, ma anche la costituzione in spa di un determinato immobile, la strada scelta da coloro che intendono avere meno oneri fiscali nel caso di una eventuale cessione.

Contro l’elusione fiscale una stretta decisiva

C’è chi evade le tasse senza alcuno scrupolo e chi invece aggira le norme fiscali rispettando formalmente le leggi vigenti, ma aggirandole nel loro aspetto sostanziale. Quanti aggirano, senza infrangerle, le norme tributarie dovranno vedersela presto con una stretta decisa contro l’elusione, che tramite una normativa di contrasto al cosiddetto abuso di diritto si anteporrà a tutti i furbetti del fisco. Questa lotta però non dovrebbe essere un mezzo per aumentare le entrate dello Stato ma un metodo attraverso il quale ridistribuire il reddito a favore di chi le tasse le paga e attraverso gli introiti recuperati si potrebbero ridurre le aliquote. Queste sono almeno le speranze di molti ma, seguendo le esperienze di altri Paesi europei come Francia e Germania, anche il nostro Paese si prepara a distinguere chiaramente il risparmio d’imposta legittimo e il vantaggio fiscale indebito, illecito.

Tassa aggiuntiva dell’1,5% sui capitali scudati

Potrebbe generare un gettito di circa 2,1 miliardi, secondo le stime del governo, la tassa straordinaria sugli oltre 180 miliardi condonati con lo scudo fiscale. Ma d’altra parte potrebbe rivelarsi molto fumo e nulla più: la procedura prevede che siano le banche a trattenere l’imposta dalle attività rimpatriate, ma se il contribuente ha reinvestito il denaro in altre attività finanziarie o semplicemente ha spostato la sua posizione presso un’altra banca, chi sarebbe il sostituto di imposta? Un’operazione non facilissima quindi, inoltre, sulla sua concretizzazione potrebbe pesare anche le perplessità degli intermediari finanziari interessati. E’ questo il quesito a cui sono giunti i tecnici della Camera dopo un’attenta analisi del decreto legge.

Riforma del catasto proposta dal Governo Monti

Dopo la reintroduzione dell’ICI sulla prima casa, la tanto discussa tassa sugli immobili, che dal prossimo anno si chiamerà IMU, il governo sta studiando una vera e propria riforma del catasto che dovrebbe collegare i valori fiscali degli immobili a quelli di mercato.

L’obiettivo ambizioso che l’esecutivo si pone è quello di rendere la nuova imposta “equa”, o se non altro il meno doloroso possibile per i contribuenti, soprattutto per coloro i quali possiedono un immobile non “di pregio” e magari anche in periferia.

Monti ha già promesso che l’operazione non sarà un’altra stangata per gli italiani, ma che la tassazione degli immobili rappresenti una voce importante per il pareggio di bilancio è fin troppo evidente, anche perché in Italia sono circa 33 milioni gli immobili destinati ad abitazione principale.

La manovra porta le tasse in Italia al 45%

Un aumento della pressione fiscale pari al 45 per cento del Pil potrebbe portare a una riduzione del prodotto interno lordo, secondo il sillogismo meno denaro a disposizione-meno consumi-diminuzione della produzione, in una spirale vorticosa a cui si accompagnera’ la contrazione del ricavato delle imprese, valutabile a circa mezzo punto percentuale. Un dato significativo che e’ emerso dalle audizioni del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e del presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, di fronte alle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera.

Per Tremonti troppe tasse, servono tagli

La manovra che dallo stesso Mario Monti é stata definita Salva-Italia é sbarcata in Senato e dovrà essere approvata domani, sono circa 180 gli emendamenti presentati alle commissioni Bilancio e Finanze. Nello specifico l’Idy ha presentato 46 emendamenti, la Lega 60 e il Pd nessuno. Dopo che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha difeso l’esecutivo di Mario Monti dalle polemiche, anche il Rapporto Afo dell’Abi 2011-13 si esprime in merito al decreto: secondo le previsioni dell’associazione é prevista una riduzione del rapporto deficit-Pil a -0,1% nel 2013 e una riduzione del rapporto debito-Pil al 117,4%. Continuano però i dubbi da parte di vari esponenti politici.

Troppe tasse mettono a rischio l’agricoltura

La manovra economica “salva Italia” sembra aver dimenticato uno dei settori più importanti del nostro Paese: il primario, o almeno é quanto sostiene il Presidente di Confagricoltura. Il decreto, al vaglio dei due rami del Parlamento non soddisfa l’organizzazione, sono previste tante tasse, ma poche o nulle misure a sostegno della crescita del settore primario e, al contrario di dare sostegno in questo periodo di crisi, porta incrementi di tassazione per il settore agricolo che vanno dal 100 fino al 400 per cento.

Tasse sui conti correnti: niente più bollo

Chi ha un conto corrente con una giacenza inferiore a 5000 euro se ne accorgerà presto: ogni 3 mesi tra le operazioni a debito trovava l'”antipatica” somma di 8,55 euro, che all’anno in totale raggiunge 34,2 euro. Tasse allo stato, questo rappresentava la famosa imposta di bollo che erano tenuti a pagare tutti i correntisti: il nuovo governo però, tra le varie tasse, ha trovato spazio anche per qualche esenzione. Sono esenti dal pagamento dell’imposta di bollo, tutti i conti correnti con meno di 5000 euro, per gli altri la tassa rimane invariata.

Iva al 23% partirà da settembre 2012

Sta facendo discutere molto l’aumento dell’IVA al 23%: l’imposta era già stata aumentata di un punto percentuale a settembre di quest’anno, posto in essere dal governo Berlusconi e ora il nuovo premier ha pensato di rincarare la dose. La grande distribuzione ha in genere ammortizzato questo punto percentuale e non ci sono stati grandi sconvolgimenti, ma un IVA al 23% é di più ampio spessore ed é al centro delle polemiche di vari settori, nonchè dei cittadini. L’IVA passerà dal 21% al 23% dal primo settembre 2012 e c’è da precisare, per stemperare almeno un po’ gli animi, che la misura entrerà in vigore solo se necessaria per coprire la delega fiscale del governo precedente.

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Manovra finanziaria: l’abbonamento speciale al canone Rai

La manovra finanziaria varata dal governo Monti contempla molti tipi di tasse, anche una di cui non si sta parlando moltissimo, il canone Rai: il tributo in questione viene infatti menzionato nell’articolo 17 del decreto, con particolare riferimento all’abbonamento speciale che solitamente viene sottoscritto da aziende e imprese. La richiesta che il governo fa a queste ultime è quella di inserire all’interno delle loro dichiarazioni dei redditi il pagamento che è stato versato in tal senso, con la relativa categoria di appartenenza. Il tutto dovrebbe servire a far comprendere qual è la tariffa effettiva dell’abbonamento.

Con la manovra Monti le tasse per salvare l’Italia

Il nuovo esecutivo ha finalmente presentato in conferenza stampa tutte le novità contenute nella manovra anti-crisi. Il premier ha spiegato ai cronisti che questo potrebbe essere chiamato “decreto salva-Italia”, le cifre rispecchiano in toto le richieste della Commissione Europea, che nutre parecchie speranze sul nostro Paese. Meno di un mese fa, i governatori di Francia e Germania avevano sottolineato che se l’Italia avesse dichiarato default, per l’euro non ci sarebbero state più speranze. La sintesi? L’Italia é costretta a prendersi questa responsabilità e il nuovo premier, nella cosiddetta manovra “salva Italia” ha inserito una serie di provvedimenti per rimpinguare le magre casse dello Stato.

Patrimoniale calibrata meglio di aumento IVA

Non manca di intervenire nella discussione “Iva o non Iva” anche il quotidiano dei Vescovi ‘l’Avvenire’, il quale non risparmia suggerimenti al governo Monti in merito al pacchetto di misure che il Governo varerà lunedì, puntando alla successiva approvazione parlamentare in due settimane. Sembra quasi che i preti ne sappiano di più dei governatori e nel contesto attuale, fatto di incertezze e volatilità non ci sarebbe da stupirsi. Fatto sta che dalla Cei arriva una proposta più calmierata, che potrebbe essere la soluzione per molti, forse.

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Manovra correttiva Monti: governo tecnico per il pareggio di bilancio

Monti ha deciso di portare l’Italia fuori dalla crisi, o almeno, da quella crisi economica che sta mettendo in discussione la presenza del nostro Paese nell’area euro. Grazie a una “squadra snella e forte”, quella composta da una serie di ministri tecnici, avrà l’arduo compito di portare il bilancio italiano in pareggio entro il 2013. Meno di una settimana fa è iniziata alla Camera la discussione sulla riforma dell’articolo 81 affinchè venga introdotto il principio del pareggio di bilancio in Costituzione.

Riforma sul lavoro: dal PD presto proposta unitaria

Si parla in questi giorni delle tasse che saranno introdotte dal governo Monti, Iva al 23%, patrimoniale o non patrimoniale e, quello che ci si aspetta più di tutti, una riforma sul lavoro. Soprattutto che sia una riforma che agevoli il lavoro. Il Pd esprimera’ in Parlamento una posizione unitaria sulla riforma del mercato del lavoro, come ha affermato con certezza il giuslavorista e senatore Pietro Ichino il quale, a una domanda precisa a margine di una conferenza dedicata alla presentazione del suo libro ‘Inchiesta sul lavoro‘ si é così espresso: