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Gli impegni del governo Monti contro le società di comodo

Qual è la posizione del governo Monti nei confronti delle società di comodo? Queste ultime, come è noto, sono quelle entità che il legislatore considera non operative e costituite solamente ai fini dell’elusione fiscale, un altro fenomeno da stroncare nel nostro paese: ebbene, l’esecutivo si sta impegnando nel promuovere apposite leggi che siano in grado di stroncare l’elusione stessa, visto che questi comportamenti fiscali vengono troppo spesso trascurati. Bisogna dunque attendersi un vero e proprio giro di vite? I due esempi più classici di società di comodo prevedono aziende che acquistano altre imprese per ridurre la contabilità e versare meno tasse, ma anche la costituzione in spa di un determinato immobile, la strada scelta da coloro che intendono avere meno oneri fiscali nel caso di una eventuale cessione.

Uno dei maggiori problemi in questo caso è quello di tracciare un solco tra quei contribuenti che sono protagonisti di risparmi tributari in tutto e per tutto legittimi e chi si appropria di vantaggi a livello di tasse senza averne diritto e in assenza di specifiche motivazioni. L’obiettivo del premier Mario Monti è proprio quello di ridimensionare i fenomeni elusivi, puntando, in particolare, sui grandi gruppi che pongono in essere operazioni finanziarie di un certo tipo, in primis affidando la gestione della contabilità di bilancio ad altre nazioni e cercando l’imposizione fiscale che meglio si confà alle loro volontà di risparmiare.

Le società di comodo sono in larga misura compagnie off-shore, costituite quindi all’estero, dunque il governo dovrà rivolgersi soprattutto in questa direzione; in aggiunta, vi sono dei settori in cui l’elusione sta letteralmente proliferando, quali quello ambientale, il quale consente spesso delle agevolazioni in fatto di Iva e altre imposte, ma che ovviamente non sono destinate a tutti i contribuenti. L’ispirazione maggiore dovrà derivare necessariamente dall’articolo 53 della Costituzione, vale a dire quello che ribadisce la lealtà che deve avere il contribuente nei confronti dell’amministrazione finanziaria.

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