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Evadere il Fisco: più facile con i pagamenti in contanti

Per evadere il fisco non è necessario portare i capitali all’estero e/o creare società fittizie nei paradisi fiscali. Molto spesso basta semplicemente sfuggire alla tracciabilità dei pagamenti effettuando le transazioni in contanti; in passato, sopra una certa soglia, era obbligatorio in Italia saldare fatture, parcelle e prestazioni con bonifico bancario e/o con carta di credito, ma da un po’ di tempo tutto e tornato come prima e, di conseguenza, è facile “incappare” nel libero professionista che con la fattura vuole un determinato ammontare, mentre senza fattura c’è lo “sconto”. La conseguenza di tutto ciò è che il fenomeno dell’evasione fiscale, nonostante le indagini ed i controlli all’ordine del giorno da parte della Guardia di Finanza, non è così semplice da contrastare se, come riporta Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, nel nostro Paese è tornato il boom delle transazioni in contanti con una crescita che sfiora il 20%. L’Associazione stima che complessivamente l’imposta evasa ammonti a ben 126 miliardi, a conferma di come le misure anti-evasione fin qui messe a punto siano insufficienti nel contrastare un fenomeno a dir poco dilagante.

Oltre ad un giro di vite sui pagamenti in contanti, servono secondo Contribuenti.it maggiori controlli doganali e contrasto alle attività sommerse che generano un ammontare di imposta evasa in misura proporzionale alla produzione dei beni e dei servizi messi in commercio. Ma chiaramente l’evasione non si annida solo tra i liberi professionisti ed i lavoratori autonomi; ci sono ingenti imposte che sfuggono al Fisco anche quando si parla di grandi imprese, le quali molto spesso hanno attività, società ed interessi nei paradisi fiscali al fine di dribblare la tassazione nazionale.

In tal senso, nei prossimi mesi si attendono con particolare interesse i dati relativi allo scudo fiscale; maggiori saranno infatti gli introiti per il Fisco con l’applicazione dell’aliquota secca per far “rientrare” immobili, barche e capitali, maggiore sarà la consapevolezza del fatto che nel nostro Paese manca una vera e propria “cultura fiscale“. Non a caso, un recentissimo sondaggio condotto dallo “Lo Sportello del Contribuente” di Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani rivela come, su un campione pari a quasi 5.300 votanti, solamente un italiano su sei affermi di avere fiducia nel Fisco. Tra gli italiani che pagano le tasse, infatti, regna la consapevolezza che a fronte di tale onestà ci sia da qualche parte un altro cittadino che sta facendo il furbo.

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