La Commissione di Esperti approva i nuovi studi di settore

La Commissione di Esperti ha giudicato idonea la nuova versione degli studi di settore: la riunione a cui si sta facendo riferimento si è tenuta proprio nel corso della mattinata, quando i sessantanove parametri fiscali che entreranno in vigore per quel che concerne quest’anno hanno ricevuto il via libero definitivo, dopo quello del ministro dell’Economia e delle Finanze, il premier Mario Monti. L’evoluzione di questi studi era stata posta in essere almeno tre anni fa, ma ora si ha una ripartizione ben precisa: in effetti, diciassette di essi fanno riferimento alle attività dei servizi, altri diciotto alle attività relative al comparto manifatturiero, ben ventotto al settore commerciale e infine gli ultimi sei alle cosiddette “attività professionali”.

Tassazione ambientale: un rimedio contro la crisi?

Manovra estiva e tassazione ecologica, qualcuno ha pensato a quanto stretta può essere questa correlazione? Le ipotesi più convincenti parlando di un vero e proprio trasferimento di oltre cinquanta miliardi di imposte dal mondo del lavoro a quello delle risorse non rinnovabili, una vera e propria manna dal cielo per l’ambiente. La tassazione in questione dovrebbe quindi aumentare, anche a livello locale, una mossa che non è affatto innovativa, visto che se ne parla già dagli anni Novanta. Stavolta, però, si punta soprattutto a rinvigorire il settore e a dare una risposta pronta e concreta alla crisi economica.

La crisi ha bruciato miliardi di euro di tasse

Secondo gli artigiani della Cgia di Mestre, la crisi economica, oltre ad un’ elevata perdita di posti di lavoro ha anche sottratto al gettito statale, solo in Italia 15,4 miliardi di euro di tasse. Intervenendo a Firenze al primo Congresso di Sinistra Ecologia e Libertà, il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, ha sottolineato che con la crisi economica nel Paese sono stati persi 800 mila posti di lavoro e sono 600 mila i lavoratori in Cassa integrazione. Inoltre la perdita di gettito registrata dall’Erario italiano negli ultimi tre anni é stata consistente.

Meno ricchezza prodotta e piu’ disoccupazione hanno colpito non solo i bilanci delle aziende e delle famiglie italiane, ma anche le casse dello Stato – ha sottolineato Giuseppe Bertolussi, segretario della Cgia -. In realtà la perdita cumulata in questi ultimi tre anni è stata di 35,8 miliardi. In seguito, questo importo è stato rivisto al ribasso attraverso il taglio del gettito di quelle misure fiscali introdotte dal legislatore in questo periodo di tempo, che nulla hanno avuto a che fare con l’andamento negativo dell’economia.

Tassazione giochi: aumentarla per renderli meno appetibili

In Italia sarebbe necessario un inasprimento della tassazione sui giochi al fine di renderli meno appetibili, ma anche per abbassare nel nostro Paese la febbre da gioco che, nei casi più gravi di giocatori affetti da ludopatia, crea disagio sociale e problemi rilevanti all’interno del nucleo familiare. Questa, in particolare, è stata una delle proposte formulate nei giorni scorsi da Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, nel far presente come nei primi otto mesi di quest’anno, in base ad una rilevazione effettuata dall’Associazione attraverso lo Lo Sportello Antiusura, in Italia le perdite legate ai giochi legalizzati siano aumentate a carico degli italiani del 13,6%. Questo in controvalore significa che in otto mesi quest’anno i giocatori hanno lasciato sul tavolo oltre seicento milioni di euro in più rispetto allo scorso anno.

Studi di settore: adempimenti ridotti per i contribuenti abruzzesi

Nella giornata di ieri, in accordo con quanto riferisce l’Agenzia delle Entrate, è stato diffuso un Provvedimento del Direttore con cui vengono fornite indicazioni in merito agli adempimenti sugli studi di settore nella Regione Abruzzo, ed in particolare nelle aree colpite dal sisma dell’aprile 2009. Per quei contribuenti che operano nelle zone colpite dal sisma, e individuati da un’ordinanza, la numero 3837, firmata il 30 dicembre scorso dal Presidente del Consiglio dei Ministri, scatta l’esonero dalla compilazione e dall’invio del modello dei dati rilevanti; il tutto, pur tuttavia, fatto salvo il fatto che, comunque, sia le imprese di assicurazione, sia le banche, sono escluse dalla possibilità di poter avvalersi degli adempimenti ridotti, ragion per cui dovranno essere osservati tutti gli adempimenti che normalmente vengono richiesti dal Fisco.

Tasse sui giochi rimpinguano casse dello Stato

Nel nostro Paese la tassazione sui giochi serve a rimpinguare le casse dello Stato italiano. A sottolinearlo è l’Associazione Contribuenti.it che, in virtù di questo fatto, mette in evidenza come in Italia, nonostante il gioco provochi dipendenza al pari, in sostanza, a droghe ed alcol, questo non venga percepito in tal senso dall’Erario e soprattutto dalle Istituzioni con la conseguenza che ci sono ben 29 milioni di italiani che partecipano ai giochi legalizzati a fronte dello sviluppo di un fatturato annuo che, in base agli ultimissimi dati, è pari alla bellezza di 54 miliardi di euro. Dei ventinove milioni di italiani “giocatori”, ben sette milioni di questi giocano addirittura con una frequenza settimanale contribuendo a versare allo Stato una buona fetta di quella che l’Associazione Contribuenti.it bolla senza mezzi termini come la “tassa sugli imbecilli”.

Saldi invernali: scontrini fiscali, attenzione a quelli “fantasma”

I saldi invernali 2010 non sono iniziati in Italia nel migliore dei modi, sia per quanto riguarda il volume delle vendite, sia dal fronte dell’evasione fiscale. Lo Sportello del Contribuente e Contribuenti.it – Associazione contribuenti italiani, hanno infatti effettuato in data odierna, giorno di partenza dei saldi invernali 2010 in Italia, un’indagine a campione nelle città di Milano, Venezia, Bologna, Roma e Palermo, rilevando come alle ore 13 il livello delle vendite segnava un pesante -15% rispetto alla stessa ora del primo giorno di saldi invernali dello scorso anno. Per quanto riguarda gli acquisti durante questo periodo “frenetico”, il consumatore deve inoltre fare molta attenzione non solo a farsi rilasciare lo scontrino, ma deve anche accertarsi che questo non sia uno “scontrino fantasma”.

Pressione fiscale Lombardia: bassa quella sulle imposte “manovrabili”

In Lombardia, su un lavoratore dipendente, grava in media un importo pari a 267 euro annui di tasse legate alle addizionali regionali. Il dato, in particolare, si ricava da un recente studio effettuato dalla Cisl, ma sul quale la Regione Lombardia, in particolare, ha tenuto a precisare ed a mettere in evidenza come la pressione fiscale sui lavoratori, riguardo alle imposte “manovrabili” dalla Regione, sia alquanto bassa. Nel dettaglio, infatti, di quei 267 euro citati solo il 14,5%, corrispondente a meno di 40 euro, rappresenta in effetti una quota parte di tasse volute ed introdotte dalla Regione, mentre la restante parte è semplicemente frutto di imposte statali obbligatorie sulle quali, chiaramente, la Regione Lombardia non può per nulla metter mano.

Scontrino fiscale: da conservare sempre, anche a Natale

Il Natale è alle porte ed è tempo di acquisti. Di conseguenza, molti italiani dedicheranno intere giornate allo shopping, ma nel caos e nella frenesia occorre sempre fare molta attenzione agli scontrini fiscali, da conservare sempre e gelosamente anche a Natale nel caso in cui ciò che si acquista, ad esempio, presenti poi, arrivati a casa, dei difetti di qualsiasi tipo. Nel frattempo i negozianti, per scacciare la crisi e per alzare il volume delle vendite, non hanno aspettato il classico periodo degli sconti promozionali, visto che già in tanti non solo hanno messo gli addobbi natalizi in vetrina, ma hanno anche tagliato i prezzi fino al 30% per attirare i consumatori visto che sul fronte degli acquisti è elevato il rischio che il Natale 2009 a causa della crisi sia “gelido”.

Studi di settore da sottoporre a revisione

Per gli studi di settore è tempo di “restyling”, e per questo l’Agenzia delle Entrate, con un provvedimento, ha individuato quasi settanta studi di settore, 68 per la precisione, che saranno “ritoccati”. Trattasi, nello specifico, di studi di settore che riguardano tante categorie di attività: dagli albergatori ai gioiellieri ai produttori di abbigliamento e scarpe, e passando per i registi ed i farmacisti. Sul tema, tra l’altro, l’Amministrazione ha giocato d’anticipo visto che di norma il provvedimento di revisione degli studi di settore, con la comunicazione delle categorie economiche e dei relativi codici soggetti alla revisione, viene messo a punto ogni anno alla fine del mese di febbraio. In questo modo, i contribuenti avranno più tempo per essere nelle condizioni di poter conoscere se il proprio settore di attività sia soggetto o meno al periodico “restyling” per gli studi di settore.

Studi di settore: ancora slittamenti per la data di revisione

La settimana che si conclude oggi non ha visto progressi per quel che riguarda i 69 studi di settore in fase di revisione relativi all’anno d’imposta 2009: per la precisione, la Commissione di esperti che si occupa di questo importante strumento fiscale non ha ancora provveduto ad esprimere il proprio parere in merito. Non esiste dunque il parere tanto atteso, anzi la stessa commissione ha chiesto anche un ulteriore slittamento della data di approvazione degli studi, che deve avere luogo entro pochi giorni. La legge che disciplina tutto l’iter degli studi di settore, infatti, ha specificato che la data in questione è il prossimo 30 settembre, quindi non molto lontana nel tempo, anche se bisogna precisare che le varie associazioni che riuniscono e rappresentano i contribuenti nella già citata Commissione di esperti, hanno richiesto uno spostamento di questo termine ultimo a fine marzo 2010 (in pratica, si tratta di una proroga di sei mesi).

 

Giochi d’azzardo legalizzati: una manna per il Fisco

Lo Stato non incassa soldi solo attraverso il pagamento di tasse, tributi e contributi, ma anche con la cosiddetta “tassa sugli imbecilli“, ovverosia quegli introiti derivanti da chi per una vita gioca un po’ a tutto sperando di vincere quei soldi che permettano di riscattare una vita. Nel nostro Paese, il consumo e l’abuso di alcol e droghe viene visto come un problema sociale per la collettività e di salute per il singolo, mentre la dipendenza da gioco non viene riconosciuta dallo Stato, e chissà perché, come una malattia sebbene a livello psichiatrico, invece, venga catalogata come una vera e propria patologia. E così, tra il Superenalotto che presenta un montepremi per il “6” fuori da ogni logica razionale, ed il poker on line legalizzato, non mancano le tentazioni di chi, affetto in maniera latente dal vizio del gioco, rischia di entrare nel tunnel della dipendenza. Ai tempi della crisi, tra l’altro, il fatturato dei giochi di Stato anziché scendere aumenta a conferma di come gli italiani, sempre più disperati, sperano in un full d’assi o in una sestina vincente per ottenere ciò che non gli è permesso nella vita reale.

Software fiscali: pronto Gerico 2009

Semaforo verde in materia fiscale per tutti i contribuenti soggetti agli studi di settore. L’Agenzia delle Entrate ha infatti messo a disposizione da poche ore “Gerico 2009”, il software per determinare e verificare la congruità dei compensi e dei ricavi in sede di dichiarazione dei redditi. La versione 2009 di Gerico si presenta per i lavoratori autonomi e per le imprese sotto una nuova veste in scia ai correttivi apportati per tenere conto, ai fini della determinazione dei compensi e dei ricavi, delle difficoltà congiunturali cui si è dovuto far fronte lo scorso anno, specie nel secondo semestre del 2008. E non a caso, l’Agenzia delle Entrate definisce la versione 2009 di Gerico “a prova di crisi”, visto che per i 206 studi di settore c’è una sezione tutta nuova che, ai fini del calcolo delle soglie cosiddette di “normalità economica“, tiene conto degli effetti negativi della crisi. Sono tre, in particolare, le “aree correttive” del software Gerico 2009 che permettono, specie ai settori dell’economia che più degli altri hanno risentito della crisi, di rientrare nelle soglie di “normalità economica“.