Tasse: pressione fiscale più elevata in Lombardia

 In Italia, quando si parla di tasse e di pressione fiscale, sono i contribuenti lombardi quelli ad essere più tartassati. A rivelarlo è uno studio della Cgia di Mestre che al riguardo ha effettuato un confronto su scala regionale sul gettito fiscale derivate dalle tasse versate dall’intera platea dei contribuenti, siano essi imprese, pensionati, lavoratori dipendenti o lavoratori autonomi. Analizzando le 20 Regioni italiane, e prendendo a riferimento gli ultimi dati ufficiali e consolidati, relativi all’anno 2007, l’Associazione degli artigiani mestrina ha rilevato come i contribuenti lombardi versino ogni anno in media sia allo Stato centrale, sia ai governi locali, un ammontare complessivo di tasse pari a ben 12.456 euro, corrispondenti ad una media di 1038 euro al mese. Al secondo ed al terzo posto di questa speciale classifica dei contribuenti più tartassati ci sono poi la Valle d’Aosta, dove si pagano in media ben 11.708 euro di tasse, e poi l’Emilia-Romagna con 10716 euro. Al quarto, al quinto ed al sesto posto ci sono poi il Trentino Alto Adige, il Piemonte ed il Veneto con, rispettivamente, 9.854 euro pro-capite, 9.784 euro e 9.507 euro.

G8: accordo su tassa banche ancora inconcluso

 Se n’è discusso tanto in questi giorni e ancora se ne parlerà, ma finora sembra che i Grandi 8 non siano ancora giunti a una conclusione. Tra i membri non c’è ancora alcun accordo a proposito di una tassa comune sulle banche, lo rivela la delegazione del Canada, che ha la presidenza di turno del G8, tuttavia sembra che almeno un punto sia chiaro: ogni Paese è libero di imporre in autonomia eventuali nuove tasse sul suo sistema creditizio. La proposta di una tassa mirava a far contribuire le banche stesse ai costi derivanti dai rischi creati sull’economia globale ed era appoggiata soprattutto da Francia, Germania e Gran Bretagna.

Condono e scudo fiscale: grandi evasori più ricchi

 E’ giusto andare avanti nel nostro Paese a colpi di condoni e di scudi fiscali? Ebbene, secondo il Presidente di Contribuenti.it, Associazione Contribuenti Italiani, Vittorio Carlomagno, quella dei condoni e degli scudi è una stagione che nel nostro Paese occorre chiudere al più presto visto che in questo modo altro non si fa che arricchire i grandi evasori. Il Presidente dell’Associazione sottolinea inoltre come quello dell’evasione fiscale sia diventato nel nostro Paese, purtroppp, lo sport più praticato dagli italiani. E allora, come sovvertire questa situazione critica? Ebbene, secondo Vittorio Carlomagno occorre innanzitutto rendere la tassazione meno opprimente abbassandola di cinque punti percentuale; dopodiché occorre anche tagliare gli sprechi di denaro pubblico, migliorare la qualità dei servizi resi dalle Amministrazioni Pubbliche, ed istituire dei premi/incentivi a favore del personale dell’Amministrazione finanziaria dello Stato ogni volta che grazie al loro operato le grandi imprese vengono pizzicate ad evadere il Fisco.

Veneto: 1,3 miliardi sottratti al Fisco recuperati

 L’economia italiana è fuori dalla recessione, lo conferma il rapporto redatto dal Centro Studi di Confindustria. Ma i dubbi, nonostante il rapporto, continuano ad aleggiare. L’economia sommersa stenta a salire in superficie: I dati sull’evasione fiscale in Italia sono impressionanti’, ha sottolineato il presidente di Confindustria e sostiene che i proventi della lotta all’evasione devono andare ad abbassare le tasse e non a coprire i buchi nei conti pubblici. Il Veneto inizia a fare i conti con la lotta all’evasione: la Guardia di finanza nei primi mesi del 2010, ha ottenuto risultati notevoli in confronto agli anni  passati. I dati veneti, divulgati precisamente alla cerimonia per il 236esimo anniversario della fondazione del corpo della Finanza, rilevano che da gennaio a maggio è emersa l’evasione di oltre 270 milioni di Iva (411 violazioni, +21,5% rispetto al 2009), 1,3 miliardi di mancata dichiarazione dei redditi da sottoporre a tassazione. Gli evasori in totale sono stati 338 evasori totali.

Sisma Abruzzo: i versamenti fiscali rimangono sospesi

 Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, e Antonio Mastrapasqua, numero uno dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (Inps), si sono resi protagonisti di un comunicato congiunto con importanti novità dal punto di vista degli adempimenti fiscali: in effetti, in seguito all’approvazione del Governo di un emendamento che è stato apposto al decreto legge 78 del 2010 (si tratta, come è noto, delle “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”) e che si riferisce, nello specifico, alla data di decorrenza del recupero delle riscossioni arretrate nelle zone che sono state colpite dal terremoto di un anno fa in Abruzzo, il versamento fiscale in questione che non è stato ancora portato a compimento può beneficiare di un’ulteriore sospensione, visto che bisogna attendere la conversione vera e propria in legge dello stesso decreto. Che cosa dice di preciso il decreto?

 

Affitto immobili: Siena, scoperti quattro milioni di redditi evasi

 In Toscana l’Agenzia delle Entrate ha messo a segno un nuovo “colpo” in materia di lotta all’evasione fiscale andando a scovare ben quattro milioni di redditi non dichiarati e legati, dal 2005 al 2009, ad un’attività Web nel settore degli affitti immobiliari. Nel dettaglio, a carico di una persona fisica residente nella Provincia di Siena, la Direzione provinciale delle Entrate di Siena ha scovato i quattro milioni di redditi evasi a partire dalla segnalazione relativa ad un sito Internet che si faceva letteralmente scudo, al fine di evadere, di una società straniera avente la sede nel Liechtenstein. Sul portale Web di affitti immobiliari venivano indicati i recapiti che facevano risalire alla persona fisica nella Provincia di Siena, ma per i pagamenti doveva essere effettuato il bonifico su un conto corrente di una banca del Liechtenstein. L’attività, dal 2005 al 2009, ha riguardato la proposta di affitti per case vacanza, anche di pregio, unitamente a case coloniche ristrutturate nei confronti di potenziali turisti ma anche agenzie di viaggio sia estere, sia italiane.

Lista nera Ocse: dal 1° luglio via alla comunicazione delle transazioni

 Mancano soltanto cinque giorni dal momento in cui comincerà a essere effettivo l’obbligo di comunicazione di quelle transazioni che vedono coinvolti i clienti e i fornitori degli stati che figurano nella cosiddetta “black list dell’Ocse (i paradisi fiscali più “tenaci” in questo senso): in effetti, dal prossimo 1° luglio, l’Agenzia delle Entrate dovrà ricevere i modelli telematici che sono stati predisposti mediante l’apposito provvedimento dello scorso 28 maggio. L’ambito di riferimento di questi adempimenti è molto vasto e riguarda sostanzialmente ogni operazione che è rilevante ai fini dell’Imposta sul Valore Aggiunto e che è stata posta in essere da soggetti che risiedono, che hanno il domicilio o che si sono stabiliti in uno dei paesi sopracitati. I dubbi e le perplessità sono comunque ancora moltissimi. In pratica, l’obbligo in questione si riferisce alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi che hanno avuto qualche contatto con operatori appartenenti alla black list: gli elementi da indicare in questo senso sono diversi, tra cui il codice fiscale, l’importo delle operazioni (distinguendo tra quelle imponibili e quelle non imponibili), ma anche l’importo complessivo dell’imposta.

 

Entrate: a Modena scoperti oltre 40 milioni di euro nascosti

 È l’Emilia Romagna la regione che ha indossato l’abito della protagonista principale dell’ultima vicenda di evasione ed elusione fiscale: per essere più precisi, l’Agenzia delle Entrate è riuscita a scoprire un giro illegale di affari che ha visto coinvolta la città di Modena con un gruppo multinazionale del settore meccanico. In effetti, le operazioni illecite avevano portato a nascondere alla nostra amministrazione finanziaria una cifra superiore ai 40 milioni di euro, dato che l’azienda era in contatto con un numero piuttosto alto di società estere, un chiaro segnale di evasione. Che cosa accadeva nello specifico? La società coinvolta dall’indagine aveva provveduto a diminuire in maniera sensibile i propri ricavi, soprattutto attraverso la cessione di prodotti finiti a prezzi ben inferiori a quelli che invece venivano praticati sul mercato. In questo caso, la diminuzione si è avvicinata anche ai sette milioni, denaro poi risparmiato nell’interesse di altre compagnie presenti in paesi come la Germania, l’India e parte dell’America Latina.

 

Cinque per mille 2010: invio dichiarazione sostitutiva in scadenza

 Scade mercoledì prossimo, 30 giugno 2010, per gli iscritti agli elenchi del cinque per mille di quest’anno, il termine per l’invio della dichiarazione sostitutiva. A ricordarlo con una nota ufficiale è l’Agenzia delle Entrate nel far presente come gli enti del volontariato, ai fini dell’attestazione inerente il possesso dei requisiti per l’accesso al beneficio, debbano inviare la dichiarazione sostitutiva su modello conforme a cura e firma del legale rappresentante; la dichiarazione, nello specifico, deve essere inviata a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, unitamente ad una copia di un documento di riconoscimento in corso di validità, alla Direzione regionale delle Entrate competente per territorio.

Marcegaglia: tassa banche la pagherebbero i clienti

 Emma Marcegaglia non ha fatto attendere la sua opinione e alla tassa sugli intermediari finanziari risponde con un secco no. Barnier, il commissario dell’Unione Europea per il mercato interno e i servizi finanziari, ha illustrato l’idea del «fondo pagato dalle banche per le banche» per evitare che gli oneri delle crisi bancarie in futuro ricadano solo sui contribuenti. E mentre il ministro Tremonti si augura una maggiore flessibilita’ da Paese a Paese, a proposito della tassa Ue sulle banche, la presidente di Confindustria, ha ribadito oggi a Bruxelles la sua contrarietà alla raccomandazione del Consiglio europeo, di attivare, in tutti gli Stati membri una tassa sulle banche per farle contribuire ai costi della crisi. Rimane quindi ferma l’opposizione di Confindustria a una tassa sulle banche per creare un fondo anti-crisi Ue.

Milano paradiso fiscale come la Svizzera

 I paradisi fiscali, sono, secondole le stime, da 60 a 90 unità, e rappresentano dei microterritori o degli stati le cui legislazioni fiscali sono volutamente molto basse o inesistenti allo scopo anche, delle volte, di attirare gli investimenti stranieri. Si può parlare di stati che commercializzano la propria sovranità offrendo un regime favorevole, una totale deregulation ai detentori di capitali, indipendentemente dalla loro origine. La Svizzera è considerata un paradiso fiscale per alcune categorie di residenti ed una determinata tipologia di società. Per i privati le aliquote di tassazione sono vantaggiose rispetto alle aliquote fiscali di Germania, Scandinavia e Italia. Le imprese pagano imposte ad aliquote variabili, a seconda della loro attività e del luogo in cui si trovano. In certe circostanze, le società svizzere possono pagare tasse molto basse, in genere intorno al 9 % del reddito.

Evasione fiscale edilizia: Marche, Entrate recupera quasi tre milioni

 Nella Regione Marche, ed in particolare nel Comune di Senigallia, in Provincia di Ancona, l’Ufficio delle Entrate è riuscito a recuperare quasi tre milioni di euro da un’operazione antievasione nel settore edile dopo che i funzionari del Fisco, attraverso un minuzioso lavoro di ricostruzione contabile dei costi di competenza e dei ricavi, riferiti ad alcuni cantieri, sono risaliti alla mancata contabilizzazione dei ricavi, unitamente a costi inesistenti, per l’anno di imposta 2006. I quasi tre milioni di euro recuperati dall’ufficio dell’Agenzia delle Entrate del Comune di Senigallia (AN) derivano da maggiori imposte accertate in materia di imposta sul valore aggiunto (Iva), imposta sul reddito delle società (Ires) ed imposta regionale sulle attività produttive (Irap) cui vanno aggiunte chiaramente anche le relative sanzioni. Nel dettaglio, i funzionari del fisco sono risaliti ai costi inesistenti ed ai maggiori ricavi non dichiarati in base a delle anomalie che sono state riscontrate nelle scritture contabili, e che nello specifico riguardavano i rapporti di natura commerciale che venivano intrattenuti con altre aziende del comparto edile appaltatrici sulle quali, a loro volta, sono scattati i controlli fiscali.

Aifa: bombole e gas medicinali scontano l’Iva al 4%

 L’Agenzia delle Entrate è dovuta intervenire con la pubblicazione della risoluzione 55/E per chiarire in maniera esatta in che modo devono essere trattate dal punto di vista fiscale le cessioni di bombole di gas medicali: in estrema sintesi, l’amministrazione finanziaria ha considerato tali prodotti delle vere e proprie miscele per l’uso di tipo terapeutico, ragione per la quale si possono far ricomprendere nelle agevolazioni dell’aliquota Iva previste dal Dpr 633 del 1972. Il problema in questione era sorto quando una ditta specializzata in tali produzioni aveva chiesto delle delucidazioni in merito al modo con cui qualificare questi gas in bombola; in effetti, in base a quanto disposto quattro anni fa dall’Autorizzazione per l’immissione in commercio rilasciata dall’Aifa (l’Agenzia Italiana per il Farmaco) per queste bombole, le aziende produttrici venivano esonerate dalla richiesta. Secondo le richieste della ditta, componenti come l’aria medicinale, l’ossigeno e il protossido di azoto non sono altro che medicinali e dunque rimaneva il dubbio se applicare la normale aliquota del 10%, oppure se portare la stessa fino al 4% in quanto gas per uso terapeutico.

 

Liti tributarie: agevolazioni per quelle ultradecennali

 L’Agenzia delle Entrate nella giornata di ieri, lunedì 21 giugno 2010, ha emanato una importante Circolare, la numero 37/E, che introduce grosse novità per quel che riguarda le liti con il Fisco, e che in particolare definisce nuove regole e nuove agevolazioni affinché il Fisco ed il contribuente possano far pace. La Circolare, nel dettaglio, permette di chiudere le controversie in sospeso vecchie di oltre dieci anni che risultano essere ancora pendenti presso i giudici tributari di ultimo grado; si tratta, nello specifico, di una vera e propria “rottamazione” a patto che il contribuente sia risultato vittorioso in primo ed in secondo grado. La rottamazione avviene su richiesta del contribuente ed a fronte del versamento di un importo pari al 5% del valore della lite da saldare con il codice tributo “8109” che a sua volta è stato istituito dall’Agenzia delle Entrate, sempre nella giornata di ieri, con la risoluzione numero 53/E.