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Lista nera Ocse: dal 1° luglio via alla comunicazione delle transazioni

Mancano soltanto cinque giorni dal momento in cui comincerà a essere effettivo l’obbligo di comunicazione di quelle transazioni che vedono coinvolti i clienti e i fornitori degli stati che figurano nella cosiddetta “black list dell’Ocse (i paradisi fiscali più “tenaci” in questo senso): in effetti, dal prossimo 1° luglio, l’Agenzia delle Entrate dovrà ricevere i modelli telematici che sono stati predisposti mediante l’apposito provvedimento dello scorso 28 maggio. L’ambito di riferimento di questi adempimenti è molto vasto e riguarda sostanzialmente ogni operazione che è rilevante ai fini dell’Imposta sul Valore Aggiunto e che è stata posta in essere da soggetti che risiedono, che hanno il domicilio o che si sono stabiliti in uno dei paesi sopracitati. I dubbi e le perplessità sono comunque ancora moltissimi. In pratica, l’obbligo in questione si riferisce alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi che hanno avuto qualche contatto con operatori appartenenti alla black list: gli elementi da indicare in questo senso sono diversi, tra cui il codice fiscale, l’importo delle operazioni (distinguendo tra quelle imponibili e quelle non imponibili), ma anche l’importo complessivo dell’imposta.

 

L’operazione deve inoltre possedere due specifici requisiti; si tratta, nel dettaglio, della rilevanza ai fini dell’Iva, senza alcuna distinzione per quel che concerne il trattamento fiscale, e la sussistenza dell’obbligo di registrazione ai fini impositivi. Tra l’altro, la comunicazione può essere di tipo trimestrale, in relazione ai contribuenti che hanno totalizzato non più di 50.000 euro nei quattro trimestri precedenti, oppure mensile, nell’ipotesi in cui i soggetti non si trovino in questa condizione.

 

Infine, occorre rinfrescare la memoria anche per quel che riguarda alcune delle nazioni più importanti che fanno parte della lista nera: si tratta, solo per fare alcuni esempi, di Andorra, Antille Olandesi, Bahamas, Bermuda, Hong Kong, le Isole Cayman, il Liechtenstein, San Marino, il Principato di Monaco, ma anche Uruguay e Svizzera.

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