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Esenzione Iva: la scadenza della dichiarazione d’intento

Il prossimo 17 settembre non rappresenta solamente il termine entro cui va versata la seconda rata dell’Imu: in effetti, fra meno di due settimane bisognerà provvedere anche alla comunicazione dei dati delle cosiddette “dichiarazioni di intento” per quel che riguarda le operazioni realizzate senza applicare alcuna imposta. In pratica, si tratta di quelle operazioni che poi hanno finito per confluire nella liquidazione periodica dell’Imposta sul Valore Aggiunto dello scorso mese di agosto. Il termine in questione deve essere rispettato dai soggetti che sono fornitori di abituali esportatori e che hanno intenzione, allo stesso tempo, di realizzare gli acquisti e le importazioni senza applicare l’Iva.

Con la legge di Stabilità dello scorso anno sono aumentati i limiti dei versamenti dell’Iva, ma per determinati contribuenti esiste la possibilità di questa opportuna trasmissione in modalità telematica. Volendo essere più precisi, i soggetti che vendono beni o forniscono servizi a operatori che non hanno l’obbligo del versamento dell’Iva possono fare riferimento a tale comunicazione. Con il termine “esportatore abituale”, inoltre, si intende colui che ha registrato delle esportazioni e altre operazioni per un totale superiore al 10% del volume di affari nell’anno solare precedente oppure nei dodici mesi che precedono questo adempimento. In effetti, può anche capitare che gli affari siano in quantità molto alta, mentre le esportazioni si fermano a dei valori più bassi.

Per l’appunto, quando si vuole evitare l’Iva in tale situazione si presenta ai fornitori la dichiarazione d’intento, con i fornitori che comunicano a loro volta i dati della dichiarazione. Manca ancora qualche giorno per far fronte a tutto ciò, ma occorre muoversi per tempo. In effetti, la comunicazione a cui si sta facendo riferimento può essere trasmessa solamente con la modalità elettronica, sia in modo diretto che avvalendosi degli intermediari abilitati più comuni; pertanto, è possibile rivolgersi a questi ultimi, in primis ai professionisti, alle associazioni di categoria e ai Centri di Assistenza Fiscale.