Principi contabili internazionali e leasing: via al dibattito

 Il 17 luglio rappresenta il termine ultimo per inviare allo Iasb (International Accounting Standards Board) i commenti relativi al dibattito sulla modifica delle regole contabili internazionali che disciplinano le operazioni di leasing. Iasb e US Fasb (Financial Accounting Standards Board) hanno dunque dato il via libera a questa sorta di “discussion paper”: si tratta di un cambiamento che le due organizzazioni stanno tentando di mettere in evidenza, soprattutto a causa dei numerosi problemi che si creano ogni volta che si effettua una distinzione tra il leasing operativo e il leasing finanziario. Le maggiori difficoltà, infatti, nascono dal fatto che si ha a che fare con due operazioni sostanzialmente simili, ma che vengono contabilizzate in maniera diversa da soggetti diversi: in questo modo, poi, non si riesce a identificare in modo chiaro quella che è la struttura patrimoniale e finanziaria del locatore.

 

Afghanistan: ecco come funziona la tassa dei Talebani

 La parte settentrionale dell’Afghanistan può considerarsi forse l’area più “pacifica” del paese, se è concesso utilizzare questo aggettivo, almeno rispetto agli scontri che divampano nel resto del territorio: un chiaro segnale in questo senso viene fornito anche dall’infrastruttura economica qui esistente, in grado di generare un livello di produttività tale che molte bande organizzate di Talebani stanno rivolgendo su questa porzione di terra la loro attenzione. È da questi fattori che bisogna partire per spiegare il recente avvio in territorio afghano di un vero e proprio sistema di riscossione tributaria da parte delle amministrazioni locali; i Talebani sono soliti applicare questa sorta di “flat tax” in maniera generalizzata, senza fare distinzioni per quel che riguarda l’attività svolta dai contribuenti. È ovvio come l’attività a cui si riferisce la riscossione sia soprattutto quella agricola: la tassa talebana costa circa il 10% di ciò che si produce. Il metodo di riscossione è alquanto singolare, visto che gli stessi Talebani, con le armi ben in vista, impongono ai contribuenti di effettuare velocemente il versamento (ad esempio, un agricoltore che ha raccolto 200 chili di riso ne verserà 20 alle “autorità”).

 

L’Agenzia delle Entrate illustra le nuove credenziali per accedere ai servizi online

 Per l’accesso e la conseguente autenticazione a Entratel, l’Agenzia delle Entrate ha voluto rinnovare profondamente tutte le credenziali per usufruire dei servizi online: tutti i dettagli delle novità dell’Amministrazione sono contenuti nella circolare 30/E, con le relative istruzioni per contribuenti e uffici. Anzitutto, verranno introdotte nuove password a scadenza; il progetto segue da vicino le disposizioni dettate dal Garante della privacy, con la creazione della “ password policy”, già avviata a febbraio con i Caf. Tutti coloro che sono interessati da questa innovazione sono stati pertanto invitati a modificare la password di accesso, la quale dovrà essere poi sostituita ogni 90 giorni. Inoltre, dal prossimo mese di settembre, tutti gli utenti, escluse le persone fisiche, non avranno più la possibilità di usufruire delle credenziali di accesso ai canali telematici.

 

I modelli Ine allegati a Unico 2009: ecco le novità

 Il modello Ine (Indicatori di Normalità Economica) deve essere compilato e allegato obbligatoriamente ad Unico 2009 anche in relazione al periodo d’imposta 2008, per quel che riguarda i contribuenti che non applicano gli studi di settore: il modello è sicuramente un documento molto utile per l’Agenzia delle Entrate, in quanto consente ad essa di individuare gli indicatori che mettono in luce la presenza di ricavi o compensi non dichiarati. Tra l’altro, la mancata presentazione dell’Ine comporta una sanzione amministrativa compresa tra 258 e 2.065 euro. Non bisogna comunque confondere gli indicatori di normalità che stiamo qui affrontando con quelli inseriti nell’ambito della procedura Gerico, visto che questi ultimi si riferiscono a ricavi e compensi relativi all’attività svolta. Una differenza sostanziale tra i due tipi di indicatore risiede inoltre nel fatto che i contribuenti che compilano l’Ine vedranno utilizzare gli indicatori dall’Amministrazione per selezionare i soggetti da controllare, mentre per Gerico si può verificare la coerenza o meno rispetto all’indicatore stesso.

 

Bonus famiglia: il 30 giugno scade il termine per l’invio telematico della richiesta

 Dunque, mancano pochi giorni per provvedere all’invio per via telematica all’Agenzia delle Entrate della richiesta del cosiddetto “bonus famiglia”: la scadenza, per la precisione, si riferisce ai redditi che sono stati conseguiti nel 2008 e a quei soggetti che sono esonerati dall’adempimento. Come è noto ormai da diverso tempo, questo particolare bonus è stato introdotto dal celebre decreto anticrisi (il Decreto legge 185/2008) ed è un’iniziativa che è stata ideata per venire incontro a lavoratori, pensionati e famigli a basso reddito: la somma in questo senso è molto variabile, in quanto si passa dai 200 ai 1.000 euro, in riferimento al numero dei componenti della famiglia. Ci sono altre condizioni che contraddistinguono questo provvedimento: ad esempio, il fatto che per poter usufruire di esso è necessario percepire redditi non superiori ai 2.500 euro, intendendosi in questo caso la somma totale riferita all’intero nucleo. In che modo deve avvenire questo invio?

 

Per salse aromatizzate e funghi porcini vale l’Iva al 10%

 La risoluzione 164/E dell’Agenzia delle Entrate ha precisato alcune disposizioni relative all’applicazione dell’Iva nell’ambito alimentare: in sostanza, secondo quanto precisato dal documento, l’Imposta sul valore aggiunto rimane al 4% nel caso in cui il prodotto alimentare contiene una specifica quantità di grasso da latte, mentre nel caso in cui tali limiti vengano superati, un prodotto come il burro al tartufo viene considerato come “salsa aromatizzata”, categoria assimilabile ai condimenti e che sconta quindi l’aliquota del 10%. È sempre il tartufo a maggiorare il trattamento fiscale di altri prodotti, come ad esempio le farine di mais e di grano. L’interpello da cui ha preso spunto la pubblicazione di questa circolare si riferisce al caso di una ditta che aveva chiesto quale aliquota Iva applicare a prodotti contenenti tartufo e funghi porcini. Le Entrate hanno precisato anzitutto che la loro risoluzione vale solo come consulenza giuridica, in quanto la determinazione dell’imposta deriva dalla classificazione merceologica dell’alimento. Nello specifico, l’azienda ha suddiviso i prodotti aromatizzati al tartufo in tre categorie, caseari, farinacei e alimentari, prevedendo per i primi due l’Iva al 4% e del 10% per la terza categoria.

 

Finlandia: ecco i riferimenti di base per il “transfer pricing”

 Il Fisco finlandese ha provveduto a rendere note le istruzioni e le linee guida a cui conformarsi per determinare le modalità del cosiddetto “transfer pricing”, ovvero i prezzi di trasferimento infragruppo. I contribuenti saranno ora obbligati ad esibire tutti i documenti necessari per comprovare che le transazioni effettuate con le società sono state poste in essere al valore normale, vale a dire senza la sottrazione di imponibili fiscali all’imposizione nazionale a vantaggio di altri paesi. C’è infatti da notare che la Finlandia rappresenta una delle nazioni europee con la maggiore pressione tributaria e, per tale motivo, si presta più facilmente a fenomeni di elusione sui prezzi di trasferimento: il governo e le diverse istituzioni nazionali hanno quindi deciso di incentivare la messa a punto di strumenti normativi che possano contrastare in modo più efficace questi problemi. I contribuenti che non esibiranno la documentazione idonea in questo senso verranno sanzionati in maniera adeguata.

 

Fattura Iva: rimane l’onere anche in caso di errata esposizione

 La Corte di Giustizia dell’Unione Europa è stata chiamata a intervenire in merito alla verifica della corretta esposizione dell’Iva nel documento contabile: la questione ha infatti avuto origine da una controversia nata tra un’impresa olandese e il Fisco del paese nord europeo. Il dibattito principale si riferiva ad alcuni servizi svolti dall’azienda in Germania e altri stati terzi per conto di un ufficio di diritto pubblico. Quest’ufficio, però, operava solamente nell’ambito di attività non assoggettabili al regime dell’Iva nei Paesi Bassi e, quindi, non aveva diritto ad alcuna detrazione. L’iter procedurale in questo senso è stato piuttosto lungo, dato che nel 1996 il Fisco olandese ha provveduto a comunicare alla società che non era necessario alcun versamento dell’imposta sull’Iva per quel che concerneva le prestazioni fuori del territorio dei Paesi Bassi. Nel 2000, poi, veniva rilevato che l’impresa non aveva emesso alcuna nota di accredito e non aveva provveduto a nessuna rettifica delle fatture: l’impresa stessa è intervenuta contro l’avviso di accertamento.

 

Imposta di registro all’1% per le società che fanno trading immobiliare

 Le società che svolgono un’attività di trading immobiliare possono godere dello sconto per quel che riguarda l’imposta di registro con un’aliquota pari all’1% nel caso si provveda all’acquisto di un fabbricato abitativo: questa possibilità, comunque, sussiste, nell’ipotesi in cui la cessione in esame è stata portata avanti da un’impresa in esenzione dal regime dell’Iva. Tale posizione è stata, tra l’altro, ribadita dal ministero dell’Economia (il Fisco si era espresso in proposito ben dieci anni fa con la risoluzione 93/E, nell’ambito della cessione messa in atto da un ente regionale di sviluppo agricolo). Il principale riferimento per il trattamento agevolato è il D.P.R. 131 del 1986, per la precisione si tratta del “Testo Unico dell’imposta di registro”, il quale dispone che per lo sconto dall’imposta è necessario che si verifichi in acquisto in esenzione Iva, vale a dire che la cessione riguardi un fabbricato non strumentale e che sia posta in essere da un soggetto che non abbia costruito il fabbricato stesso. In questo senso possiamo distinguere due precise ipotesi, le quali danno luogo al beneficio del trattamento agevolato: anzitutto, occorre che l’acquirente del fabbricato sia un’impresa il cui oggetto esclusivo e principale sia rappresentato da un’attività di trading immobiliare.

 

Le Bermuda lasciano la “lista grigia” e siglano un nuovo accordo fiscale

 La lista grigia dei paradisi fiscali continua ad assottigliarsi sempre più: l’ultimo accordo siglato tra l’Olanda e le Isole Bermuda consentirà alla colonia britannica di dire addio ai lidi offshore. L’intento delle Bermuda è chiaro, in quanto risponde alla necessità di entrare a far parte del novero degli stati fiscalmente corretti e conformi agli standard dettati in proposito dall’Ocse. La lista grigia rappresenta l’elenco delle trentuno giurisdizioni che ancora non avevano messo a punto le disposizioni fiscali dettate proprio dall’Organizzazione. Non si tratta dell’unico passo in avanti verso una fiscalità più virtuosa, perché ancora prima delle Bermuda, altri famosi regni dell’offshore, come ad esempio le Isole Vergini e il Guernesey, si erano accordati per ottenere il nuovo status di “paese virtuoso in materia di Fisco”. Per raggiungere questo obiettivo è necessario stipulare dodici trattati bilaterali. Non è stato facile raggiungere un risultato così prestigioso per quel che riguarda le Bermuda.

 

Imposta di registro per la vendita di un fondo destinato a centro sportivo

 La Suprema Corte è intervenuta per disciplinare una casistica funzionale alla definizione di area edificabile: la sentenza 10713 dello scorso 11 maggio ha infatti stabilito che la vendita di un terreno destinato in base al piano regolatore a divenire un centro sportivo deve essere sottoposta all’imposta di registro. La Corte ha anche spiegato, ai fini di questa decisione, che non rileva la presenza di un basso indice di edificabilità. Perché ci si è dovuti pronunciare in proposito? Due srl avevano fatto ricorso contro un avviso di liquidazione, con cui l’Amministrazione richiedeva appunto l’applicazione di tale imposta proporzionalmente alla cessione di terreni: per l’ufficio non sussistevano i requisiti per sottoporre l’operazione all’imposizione dell’Iva.

 

Spazio economico europeo: uguali diritti anche in ambito fiscale

 I giudici europei si sono pronunciati in merito ad una norma che era stata ritenuta discriminatoria, per la precisione quella promulgata dai Paesi Bassi sui dividendi. La controversia era nata da un ricorso portato avanti dalla Commissione Europea: il punto di maggior contrasto riguardava i dividendi pagati da una società olandese ad un’altra azienda stabilita in uno Stato membro dell’Ue o al di fuori di essa, i quali, in base alla legge già menzionata, erano esentati dalla ritenuta alla fonte dell’imposta sui dividendi a carico della prima società. Questa discriminazione, a detta della Commissione, rappresenterebbe una evidente violazione del principio che sancisce la libera circolazione di capitali. Il ricorso alla Corte di Giustizia ha  avuto proprio il preciso intento di far accertare che, non esonerando i dividendi pagati alle società stabilite in paesi come Islanda e Norvegia (i più discriminati dalla normativa) dalla ritenuta alla fonte dell’imposta sui dividendi, l’Olanda è venuta meno alle disposizioni relative all’accordo sullo Spazio Economico Europeo.

 

L’Agenzia delle Entrate si mobilita contro le compensazioni indebite

 Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, ha annunciato l’avvio di un vero e proprio giro di vite volto a contrastare l’utilizzo improprio e illecito delle compensazioni: le compensazioni indebite, usate per lo più come bancomat, hanno già provocato un buco pari a un miliardo di euro, i quali devono essere prontamente recuperati. Non si tratta quindi di un fenomeno sporadico, dato che sono ancora troppi i contribuenti che non pagano al fisco i tributi, indicando di aver diritto a delle compensazioni che in realtà non esistono. L’intento dell’Agenzia è molto chiaro e preciso ed è stato sottolineato dallo stesso Befera:

Si vuole anzitutto stroncare il fenomeno facendo cessare questo utilizzo improprio soprattutto da parte delle imprese, che troppo spesso tendono a non pagare le imposte al fisco.

In proposito, le Entrate hanno già individuato ben 317 milioni di compensazioni indebite in questi primi sei mesi del 2009; ci si riferisce in particolare ai crediti Iva. Luigi Magistro, direttore dell’Accertamento delle Entrate, ha anche aggiunto che sono 8.000 i contribuenti che hanno utilizzato crediti Iva in compensazione nel modello F24.

 

La Gazzetta Ufficiale pubblica le regole del 5 per mille 2009

 Il 5 per mille torna a far parlare di sé: la Gazzetta Ufficiale ha provveduto alla pubblicazione del decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 3 aprile 2009, il quale contiene le disposizioni relative ai soggetti ammessi al beneficio fiscale, nonché le tempistiche e modalità per l’inserimento negli elenchi, il riparto delle somme, i termini per recuperare gli importi percepiti in maniera indebita. Tutti questi aspetti erano ben noti, ma ora hanno assunto il carattere dell’ufficialità: sono stati ammessi al riparto del 5 per mille 2009 le associazioni di volontariato, le Onlus, gli enti di ricerca scientifica, associazioni sportive e Comuni. Come è noto, il cinque per mille dell’Irpef relativo all’anno finanziario 2009 verrà destinato a cinque diverse finalità: sostegno del volontariato e di altre organizzazioni non lucrative, finanziamento della ricerca scientifica e universitaria, sostegno della ricerca sanitaria, sostegno di attività sociali e sostegno delle associazioni sportive dilettantistiche.