Le riduzioni fiscali dell’Ue per le pmi del settore chimico

Bruxelles ha alleggerito in maniera importante la pressione fiscale che grava sulle piccole e medie imprese che provvedono alla registrazione dei prodotti del settore chimico. La scelta della Commissione Europea ha riguardato sia le tasse che i diritti che queste aziende sono obbligate a sostenere, con l’intento di incrementare la competitività del mercato della produzione e commercializzazione dei prodotti settoriali. Le dimensioni conteranno parecchio in tal senso, visto che ogni singola impresa avrà la possibilità di sfruttare agevolazioni che vanno da un minimo del 35 fino a un massimo di addirittura il 95% per quel che concerne le tasse di registrazione classiche.

Irlanda: Bruxelles approva la nuova versione dell’air travel tax

Se si associano i termini “Irlanda” e “aeronautica” si pensa immediatamente al celebre vettore low cost Ryanair, ma ultimamente la nazione nordeuropea è salita agli onori della ribalta anche per una procedura di infrazione: che cosa è successo esattamente? Il riferimento deve andare alla cosiddetta air travel tax, imposta che non aveva convinto la Commissione Europea a causa di alcuni elementi contradditori in merito ai viaggi aerei. Questa tassa è stata progettata dal governo di Dublino anche per sfruttare una certa leadership continentale nel settore e per gestire al meglio, quindi, la profonda crisi del debito. Sono ormai due anni che si lavora a una iniziativa simile e il funzionamento tributario è presto detto. In effetti, tutto dipende essenzialmente dalla distanza effettiva del collegamento aereo: l’impostazione di base prevede dieci euro per ogni passeggero che ha affrontato un volo di lunghezza superiore ai trecento chilometri, mentre le tratte più corte prevedono un esborso di due euro.

La Commissione Europea vuole revisionare il sistema dell’Iva

L’Imposta sul Valore Aggiunto è il tributo su cui l’Unione Europea intende concentrarsi con maggiore attenzione: il rafforzamento e il miglioramento del sistema in questione sono infatti i due punti all’ordine del giorno della consultazione pubblica avviata dalla Commissione Europea, un’indagine che vuole essere aperta a qualsiasi tipo di soggetto. Quello che viene richiesto alle parti coinvolte è semplicemente di esprimere un parere e una valutazione sulla proposta. Come è stato spiegato da Algirdas Semeta, commissario per la fiscalità e l’Unione Doganale, l’Iva viene riscossa dalle imprese e rappresenta senza dubbio una delle entrate principali per gli stati membri; quindi, un giudizio più ampio possibile può essere in grado di far funzionare al meglio il sistema. Il prossimo 31 marzo sarà dunque il termine ultimo per far conoscere il parere citato in precedenza: sarà poi un esplicito compito della Commissione comprendere in che direzione spostare la riforma del sistema dell’Iva, puntando però su tre precisi concetti, la stabilità, la solidità e l’efficacia.

Contribuenti minimi: per il regime italiano proroga di tre anni

Ora l’Italia potrà contare anche sul fondamentale via libera della Commissione Europea per quel che concerne il cosiddetto regime dei contribuenti minimi (si tratta, come è noto, dei piccoli imprenditori e professionisti): in effetti, quei soggetti che solitamente riescono a porre in essere un fatturato che non supera i 30.000 euro potranno beneficiare di una fondamentale proroga in relazione alla data di emanazione della direttiva che disciplinerà questa specifica categoria (il nuovo termine è previsto tra tre anni, nel 2013). Come mai si è deciso in tal senso? L’Unione Europea si è espressa con favore in merito all’autorizzazione per il nostro paese riguardo al mantenimento di questo regime dei soggetti passivi (bisogna ricordare che il calcolo si riferisce sempre ai ricavi, oppure ai compensi), almeno fino al momento in cui non verrà finalmente posto in essere un testo normativo in grado di apportare le necessarie modifiche in merito alle modalità da seguire per beneficiare del regime in questione.

Ue: il Rapporto Monti ha illustrato le principali proposte fiscali

Risale ormai a un mese fa la pubblicazione del rapporto denominato “Una nuova strategia per il mercato unico al servizio dell’economia e della società europea”: si tratta di un lavoro elaborato da Mario Monti, noto economista del nostro paese, il quale risponde pienamente alle richieste del presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso, circa il rinnovamento strategico in questo campo. L’importanza di tale lavoro risiede essenzialmente nelle raccomandazioni e nelle proposte che si possono estrapolare e la loro utilità per il continente europeo. Quello che auspica Monti è un concetto di economia sociale di mercato competitiva, utilizzando in maniera decisa e concreta il coordinamento fiscale in modo da difendere la sovranità tributaria. Come si può ottenere questo risultato? Secondo il rapporto in questione, l’Unione Europea, con i suoi 27 stati membri, presenta delle realtà molto variegate dal punto di vista di tasse e imposte, un elemento che comporta come prima conseguenza distorsioni e forti possibilità di evasione.

 

Istruzione e formazione: le esperienze fiscali nell’Ue

Il prossimo 22 settembre è la data scelta per una conferenza che si terrà a Bruxelles per analizzare i risultati di una ricerca riguardante le forme di sostegno nell’Unione Europea. L’argomento è molto interessante ed attuale e si tenterà di cercare un modo in cui le politiche fiscali siano idonee a sostenere istruzione e formazione, andando a ridurre i costi per le imprese e gli individui: la conferenza è stata organizzata dalla direzione generale dell’Istruzione e della Cultura congiuntamente a quella della Fiscalità e dell’Unione doganale della Commissione Europea. Nel corso del dibattito interverrà anche il Cedefop, per illustrare appunto tali dati. Non bisogna infatti dimenticare che proprio il mondo dell’istruzione rappresenta uno dei motori più pulsanti della crescita occupazionale ed economica, così come è anche emerso dalla strategia di Lisbona del 2000.

 

Commissione Europea: via libera agli incentivi fiscali per i cinema italiani

L’Unione Europa ha dunque dato il proprio assenso per quel che riguarda il pacchetto di agevolazioni fiscali relativo ai cinema del nostro paese: si tratta della seconda “tornata” di incentivi tributari in questo senso, il loro ammontare dovrebbe aggirarsi attorno agli 82 milioni di euro e saranno validi fino al 31 dicembre 2010. Il via libera da parte della Commissione è arrivato dopo che tali incentivi sono stati riconosciuti come conformi alle norme europee sugli aiuti statali. L’obiettivo che si intende perseguire è quello di offrire un valido sostegno alla distribuzione cinematografica. La notizia arriva a pochi giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei decreti a firma del Ministero dei Beni e Attività Culturali, per quel che concerne due strumenti fiscali, il tax shelter e il tax credit. Il tax shelter si riferisce alla detassazione degli utili che sono stati reinvestiti per produrre film italiani, mentre il tax credit è previsto anche per la produzione esecutiva di film “culturali” su commissione dall’estero.

 

Finlandia: ecco i riferimenti di base per il “transfer pricing”

Il Fisco finlandese ha provveduto a rendere note le istruzioni e le linee guida a cui conformarsi per determinare le modalità del cosiddetto “transfer pricing”, ovvero i prezzi di trasferimento infragruppo. I contribuenti saranno ora obbligati ad esibire tutti i documenti necessari per comprovare che le transazioni effettuate con le società sono state poste in essere al valore normale, vale a dire senza la sottrazione di imponibili fiscali all’imposizione nazionale a vantaggio di altri paesi. C’è infatti da notare che la Finlandia rappresenta una delle nazioni europee con la maggiore pressione tributaria e, per tale motivo, si presta più facilmente a fenomeni di elusione sui prezzi di trasferimento: il governo e le diverse istituzioni nazionali hanno quindi deciso di incentivare la messa a punto di strumenti normativi che possano contrastare in modo più efficace questi problemi. I contribuenti che non esibiranno la documentazione idonea in questo senso verranno sanzionati in maniera adeguata.

 

Terzo “compleanno” per Europe Direct, la rete europea di informazione fiscale

La rete Enterprise Europe ha recentemente festeggiato il suo terzo compleanno e si può affermare a ragione che si tratta di un compleanno allietato dal successo che ha caratterizzato nel corso del tempo l’iniziativa della Commissione Europea. L’obiettivo principe di questa rete di informazione fiscale, ma non solo, è quello di potenziare l’efficacia dei centri sul territorio e favorire la sinergia tra gli stessi. Si tratta ormai di una realtà consolidata e sono i dati a confermarlo: i 500 punti di contatto e i 4.000 esperti rappresentano infatti la più vasta rete europea di servizi per le imprese. Le tematiche di maggior interesse per i cittadini europei che vengono affrontate dalla rete riguardano ovviamente anche il settore fiscale e tributario. I 27 stati dell’Unione Europea possono ora beneficiare di una struttura di antenne locali, la cosiddetta “rete di informazione Europe Direct”, la quale ha il compito di diffondere in maniera capillare fatti e cifre relativi alle politiche dell’Europa, anche attraverso l’importante contributo delle università più importanti. Per quel che concerne l’Italia, informazioni a carattere fiscale riguardanti le politiche dell’Ue possono essere apprese nei 46 centri informativi dislocati nelle varie zone del paese.

 

L’Ue indaga sulla disciplina italiana relativa alle cessioni di immobili

La Commissione Europea ha espressamente richiesto alle autorità italiane delle modifiche da apportare a quella parte della legislazione Iva che disciplina le cessioni e le pertinenze relative agli immobili. La parte a cui si riferisce l’Unione Europea riguarda la possibilità di quantificare la base imponibile di tali cessioni sulla base del loro valore normale, a prescindere da prove di frode o evasione fiscale: questa normativa, infatti, risulterebbe troppo sproporzionata nei confronti dei contribuenti, dato che la prova dell’evasione deve essere portata dagli organi preposti al controllo e non riversata sul contribuente. Qual è dunque la norma contestata da Bruxelles? Si tratta del decreto 223/2006, il quale ha riconosciuto all’amministrazione fiscale il potere di apportare rettifiche alla dichiarazione Iva, presumendo che la base imponibile per la cessione degli immobili sia rappresentata dal loro valore normale.