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La Commissione Europea vuole revisionare il sistema dell’Iva

L’Imposta sul Valore Aggiunto è il tributo su cui l’Unione Europea intende concentrarsi con maggiore attenzione: il rafforzamento e il miglioramento del sistema in questione sono infatti i due punti all’ordine del giorno della consultazione pubblica avviata dalla Commissione Europea, un’indagine che vuole essere aperta a qualsiasi tipo di soggetto. Quello che viene richiesto alle parti coinvolte è semplicemente di esprimere un parere e una valutazione sulla proposta. Come è stato spiegato da Algirdas Semeta, commissario per la fiscalità e l’Unione Doganale, l’Iva viene riscossa dalle imprese e rappresenta senza dubbio una delle entrate principali per gli stati membri; quindi, un giudizio più ampio possibile può essere in grado di far funzionare al meglio il sistema. Il prossimo 31 marzo sarà dunque il termine ultimo per far conoscere il parere citato in precedenza: sarà poi un esplicito compito della Commissione comprendere in che direzione spostare la riforma del sistema dell’Iva, puntando però su tre precisi concetti, la stabilità, la solidità e l’efficacia.


La fine del 2011, invece, dovrebbe essere il periodo più adatto per quel che riguarda la comunicazione delle priorità future. Come si può spiegare una necessità così forte di cambiamento? Il regime che vige attualmente non viene considerato adatto alle esigenze dell’economia, improntata in larga misura al servizio e ai settori tecnologici; d’altronde, l’introduzione dell’Iva risale a ben quarant’anni fa, ma è ovvio come le condizioni di mercato siano profondamente mutate in un arco di tempo così vasto, quindi una modernizzazione e una semplificazione complessiva sono viste come le soluzioni più ideali in questo senso.

Il sito del Taxud (Taxation and Customs Union) è ricco di informazioni; in particolare, è stato reso disponibile il Libro Verde che illustra nel dettaglio le risposte agli interrogativi più stringenti, tra cui possiamo citare la pertinenza delle aliquote, il luogo di tassazione da scegliere per beni e servizi e l’impermeabilità del sistema alle frodi.