Tornano al centro delle attenzioni l’accordo Ue relativo alla trasparenza e allo scambio automatico di informazioni dei tax ruling, nonché gli accordi fiscali anticipati siglati fra alcuni Stati membri e centinaia di imprese multinazionali.
Queste intese sono finite nel mirino della stessa Commissione Ue, che vuole chiarire se giganti multinazionali quali Amazon, Apple o Fca sono stati favoriti con aiuti di Stato in cambio della loro presenza in Paesi quali Lussemburgo o Irlanda. La madre di tutti gli scandali, in questo senso, è stata la vicenda LuxLeaks, che ha coinvolto lo stesso presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, in quanto ex primo ministro del Granducato.
I 28 ministri delle Finanze dell’Unione Europea hanno siglato un’intesa nel corso della riunione dell’Ecofin a Lussemburgo. “Abbiamo dato un segnale forte”, ha commentato Pierre Gramegna, ministro delle Finanze del Lussemburgo e presidente di turno del Consiglio Ecofin. L’italiano Pier Carlo Padoan ha accolto la novità parlando di un “accordo importante” che inaugura “un nuovo regime di trasparenza fiscale”. Il titolare del Tesoro ha aggiunto: “Ci sono sicuramente le basi per un forte recupero dell’evasione, della lotta all’evasione e all’elusione e di una maggiore trasparenza sull’informazione degli accordi che le imprese in termini di tasse hanno stabilito”.
La direttiva proposta imporrebbe agli Stati membri di scambiarsi automaticamente informazioni sui tax ruling transfrontalieri e sugli accordi anticipati. La Commissione potrebbe poi sviluppare una directory centrale, accessibile a tutti gli Stati membri, per memorizzare le informazioni scambiate. Il compromesso è stato raggiunto grazie ad alcuni emendamenti, tra cui l’esenzione per le Pmi (sotto i 40 milioni di fatturato di gruppo), tranne quelle che si occupano di investimenti e attività finanziarie.