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Fisco Emilia-Romagna: aumentano i Comuni “caccia-evasori”

Prosegue a passo spedito in Emilia Romagna il processo di adesione dei comuni al protocollo anti-evasione siglato congiuntamente nelle scorse settimane dall’ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, e dall’Agenzia delle Entrate. Secondo quanto reso noto ieri dalla Direzione Regionale Emilia Romagna dell’Agenzia delle Entrate, infatti, altre tre Amministrazioni locali hanno aderito al protocollo diventando in tutto e per tutto dei Comuni “caccia-evasori”. I Comuni, lo ricordiamo, svolgono attraverso le segnalazioni un ruolo attivo nell’attività congiunta con il Fisco per stanare gli evasori, e per questo alle Amministrazioni locali spetterà in base alle segnalazioni il 30% delle maggiori imposte che saranno incassate dall’Erario a seguito delle attività di accertamento. In particolare, le “new entry” in Emilia Romagna sono San Martino in Rio, il Comune di Crespellano e Parma.

Con questi ultimi tre Comuni, in Emilia Romagna quelli che hanno aderito all’alleanza anti-evasione salgono a quota 151; di questi, 14 sono nella Provincia di Parma, 19 nella Provincia di Bologna ed altrettanti nel reggiano; in più, ci sono comuni di rilevanza economica per il territorio dell’Emilia Romagna come Faenza, Riccione, Carpi ed Imola. I Comuni “caccia-evasori”, una volta che avranno identificato le posizioni di soggetti che risultano potenzialmente elusive e/o evasive, le trasmetteranno all’Agenzia delle Entrate; ad esempio, la tipica posizione evasiva è quella di un contribuente che, a fronte di nessun reddito dichiarato, o reddito oggettivamente basso in funzione del proprio stile di vita, è in possesso di beni di lusso come barche e macchine di grossa cilindrata.

Allo stesso modo, sarà monitorata e, quando necessario, saranno inviate delle segnalazioni, la presenza di posizioni evasive nel settore delle libere professioni ed in quello edile; così come ampio sarà il contrasto alle cosiddette residenze fittizie, ovverosia a soggetti che, pur mantenendo il proprio centro di business in Italia, dichiarano la propria residenza all’estero per “dribblare” la tassazione italiana e per avvalersi della fiscalità agevolata del Paese estero.

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