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Fisco Emilia-Romagna: quasi sei Comuni su dieci sono caccia-evasori

Continuano ad aumentare a ritmi elevati nella Regione Emilia-Romagna i Comuni cosiddetti “caccia evasori fiscali”, ovverosia quelli che hanno aderito al protocollo d’intesa che, nell’ambito dell’alleanza anti-evasione, è stato stipulato nei mesi scorsi tra l’Anci, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, e l’Agenzia delle Entrate. A darne notizia è stata la Direzione Regione dell’Agenzia delle Entrate dell’Emilia-Romagna nel rendere noto in particolare che nell’ambito dell’alleanza anti-evasione hanno aderito al protocollo d’intesa anche i Comuni di Zola Predosa, in Provincia di Bologna, il Comune di Boretto, in Provincia di Reggio Emilia, il Comune di Santarcangelo di Romagna, in Provincia di Rimini, ed il Comune di Mercato Saraceno in Provincia di Forlì-Cesena. Con le ultimissime new entry nella Regione Emilia-Romagna il 57% dei Comuni, ovverosia ben 197, è diventato “caccia-evasore” in quanto ora collaboreranno con il Fisco per lo scambio continuo di informazioni e di dati finalizzato all’emersione di situazioni potenzialmente evasive.

A livello territoriale, nella Provincia di Reggio Emilia ci sono sinora 26 Comuni caccia evasori su un totale di 45, 23 su 30 in Provincia di Forlì-Cesena, 25 su 60 in Provincia di Bologna e 10 su 27 in Provincia di Rimini. In accordo con quanto previsto con il Decreto Legge numero 78 dello scorso 31 maggio, i Comuni, che con le loro segnalazioni qualificate permettono al Fisco di recuperare importi da evasione, hanno diritto al 33% delle maggiori imposte incassate dall’Amministrazione finanziaria dello Stato a titolo definitivo a seguito del buon esito relativo agli accertamenti messi in atto.

Quindi, l’adesione dei Comuni al protocollo anti-evasione Entrate-Anci è vantaggioso in termini di potenziali entrate che possono acquisire gli Enti locali il cui compito è quello di andare a segnalare situazioni e comportamenti potenzialmente evasivi nel campo dell’edilizia, dei beni di lusso in assenza di redditi dichiarati o di redditi inferiori alla reale capacità contributiva, ma anche nel campo delle libere professioni e delle residenze fittizie all’estero.