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Fare impresa in Italia, siamo al 73esimo posto

Tasse e adempimenti fiscali pesano sulle possibilità di fare impresa in Italia. Oltre ai prelievi fiscali, bisogna tener conto delle ore che ogni impresa deve dedicare per le procedure necessarie a pagare le tasse. E’ anche a causa di questo motivo che l’Italia si piazza solo al 73esimo posto, dietro a tutti i principali partner europei, mentre se si guarda l’aspetto fiscale scendiamo addirittura al 131esimo posto

Tuttavia “la notizia positiva è che il contesto normativo sta migliorando”, come affermato dalla Banca Mondiale che oggi a Roma ha presentato il suo primo rapporto sull’attività di impresa in Italia, il Doing Business in Italy 2013. La decima edizione della classifica stilata dall’organismo con sede a Washington prende in esame gli indicatori sulle regolamentazioni nazionali per le imprese che interessano 11 aree: dall’avvio di un business, ai permessi di costruzione, al registro della proprietà, all’ottenimento del credito, alla protezione degli investitori ecc.

La Banca mondiale ha fatto però notare che se si adottassero le prassi in vigore il posizionamento nella graduatoria migliorerebbe di 17 volte, avvicinandoci alla media degli altri paesi. Il direttore della Banca d’Italia, Fabrizio Saccomanni, ha dichiarato che in Italia c’è “un ambiente istituzionale assai poco favorevole all’attività di impresa e che a parità di regolamentazione, esistono buone pratiche, di natura organizzativa e regolamentare, che possono essere utilmente imitate”.

In totale le tasse per le imprese italiane ammontano al 68,3 per cento dei profitti e che in un anno si devono prevedere 15 pagamenti, dall’avvio del business, ai permessi di costruzione, all’ ottenimento del credito, alla protezione degli investitori, al registro della proprietà, ecc.
Al primo posto troviamo sempre Singapore, per il settimo anno consecutivo, al secondo Hong Kong, al terzo Nuova Zelanda e al quarto posto gli Stati Uniti, a quinto la Danimarca, seguita da Norvegia e Regno Unito.

Sempre secondo il rapporto, a Bologna è più facile ottenere permessi edilizi, a Torino risolvere una disputa commerciale, mentre a Catanzaro o Padova è più veloce l’iter per avviare un’attività di impresa.

 

 

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