Pressione fiscale, in quali Paesi dell’Ue si pagano meno tasse

La pressione fiscale sul Pil europeo è salita al 39,4% nel 2012 nell’Unione europea. L’Italia, dove la pressione fiscale è aumentata al 44% del Pil, è sesta per il peso di tasse e imposte fra i Paesi europei. Lo dice l’Eurostat nel rapporto annuale sulla fiscalità nei Paesi europei.

La denuncia di Contribuenti.it: evasione fiscale +10.1%

Lo ha rilevato una ricerca di Krls per conto di Contribuenti.it, nel 2010 gli italiani sono stati i più grandi evasori fiscali d’Europa (159 miliardi di euro di mancato introito per il Fisco). Secondo quanto riscontrato dall’indagine, da gennaio a novembre 2010 in Italia l’evasione fiscale é aumentata rispetto a quanto avvenuto nel 2009, del 10,1%. Con un livello di evasione pari al 54,5% del reddito imponibile, gli italiani si confermano così i più grandi evasori d’Europa.

La classifica europea al primo posto l’Italia col 54.5% del reddito imponibile evaso, seguita da Romania con il 42.4%, dalla Bulgaria col 39.8%, Estonia col 38.2%, Slovacchia al 35.4%. In Italia evadono soprattutto – si legge nella nota di Contribuenti.it – : gli industriali (per il 32.8%) e i bancari ed assicurativi (28.3%), seguiti poi dai commercianti (11.7%), artigiani (10.9%), professionisti (8.9%) e lavoratori dipendenti (7.4%). A livello territoriale l’evasione è diffusa nel Nord Ovest dell’Italia, per il 29.4% dell’evasione nazionale, seguita dal Sud col 24.5% e dal Centro col 23.2%, chiude il Nord Est col 22.9%.

Tasse da primato ma servizi insoddisfacenti

I cittadini italiani pagano tasse modello Scandinavia ma ottengono in cambio servizi relativamente inferiori. L’Irap tassa le imprese ad alta intensità di lavoro con un carico fiscale complessivo che arriva a superare l’80%. I dati emergono da un’indagine Mediobanca 2010. E purtroppo a tasse alte non corrispondono altrettanto cospicui stipendi: il reddito degli italiani è tra i più bassi in Europa e insieme tra i più tassati. La metà dei contribuenti dichiara non oltre 15mila euro annui e circa due terzi non più di 20mila euro. I paperoni, ovvero coloro che dichiarano di guadagnare oltre 100 mila euro, sono solo lo 0,95%.

Fisco: secondo la Cgia più tasse e meno benessere

Che in Italia le tasse siano piuttosto alte sono d’accordo un po’ tutti. Su questo argomento si discute ormai da tempo e alcuni sostengono sia una delle cause dell’evasione: come si può aspettare che un cittadino “doni” quasi la metà dei suoi guadagni allo Stato? Ma i cittadini italiani, rispettosi della legge, pagano, pur storcendo il naso, sapendo però che saranno “ricompensati” da una spesa sociale degna di tale balzello. I resoconti però non sono così felici, parla la Cgia di Mestre: su ciascun italiano grava un peso tributario annuo di 7.359 euro, mentre in Germania la quota pro capite tocca i 6.919 euro.

Istat pressione fiscale: Italia al quinto posto in Ue

Nel 2009 l’Italia ha registrato un aumento della pressione fiscale sul Pil del 43,2% rispetto all’anno precedente, raggiungendo il quinto posto in Europa. La pressione fiscale è un indicatore medio, non misura quindi la se esiste una variazione del livello di tassazione all’interno della popolazione, puo’ quindi verificarsi che all’interno di un Paese alcune categorie di contribuenti possano avere un livello di tassazione molto superiore a quello rilevato. L’Italia registra un aumento della pressione fiscale su Pil, raggiungendo il quinto posto in Europa, risulta dai dati diffusi oggi dall’Istat sui conti pubblici sul 2009.

G8: accordo su tassa banche ancora inconcluso

Se n’è discusso tanto in questi giorni e ancora se ne parlerà, ma finora sembra che i Grandi 8 non siano ancora giunti a una conclusione. Tra i membri non c’è ancora alcun accordo a proposito di una tassa comune sulle banche, lo rivela la delegazione del Canada, che ha la presidenza di turno del G8, tuttavia sembra che almeno un punto sia chiaro: ogni Paese è libero di imporre in autonomia eventuali nuove tasse sul suo sistema creditizio. La proposta di una tassa mirava a far contribuire le banche stesse ai costi derivanti dai rischi creati sull’economia globale ed era appoggiata soprattutto da Francia, Germania e Gran Bretagna.

Tasse: i milanesi pagano di più

I milanesi sono il popolo che vede più degli altri italiani prosciugare il proprio portafoglio a causa delle tasse. Ma se pensiamo che pagano più tasse perchè guadagnano di più allora, come si suol dire, piangono con un solo occhio. Milano è la capitale dei redditi più alti e dunque delle tasse più salate. Il reddito milanese tocca i 31mila euro, contro una media nazionale di 19mila euro, quasi il doppio del reddito dei catanesi, che hanno il reddito tra i più bassi. La Lombardia nell’insieme tocca i 22mila e 500 euro pro capite e oltre 160 miliardi di euro di reddito complessivo.

Più reddito, più tasse, più servizi? Sembrerebbe che ogni lombardo dia oltre 3.400 euro allo Stato, a tanto ammonta il residuo pro capite, vale a dire la differenza tra quello che il singolo paga in tasse e quello che riceve in servizi. Il reddito medio degli italiani è salito da 18.540 a 19.110 euro. L’Italia é al numero 23 tra i 30 Paesi più industrializzati del mondo, dietro anche alla Grecia e alla Spagna, e con stipendi inferiori del 17% rispetto alla media complessiva. E non mancano ovviamente, gli italiani che preferiscono non pagare le tasse, tuttavia, nonostante la crisi nel 2008 è stato dichiarato un 3 per cento in più rispetto al 2007.

Tasse imprese funebri: due morti su tre si seppelliscono “da soli”

C’e una norma di diritto naturale che dice che se c’è uno Stato che chiede un terzo di quanto guadagni allora la tassazione ti appare una cosa giusta. Ma se ti chiede il 50-60% di ciò che guadagni, come accade per le imprese, ti sembra una cosa indebita e ti senti anche un pò giustificato a mettere in atto procedure di elusione e a volte anche di evasione.

La frase famosa di Berlusconi che ha fatto il giro del web e che in effetti non fa una grinza. E infatti l’Italia è il Paese europeo con la più alta evasione fiscale, con il 48,5% del reddito imponibile che non viene dichiarato.

Ma non solo i viventi preferiscono non pagare le tasse, a quanto pare il fisco non lascia in pace neanche chi ha deciso di passare a miglior vita.

Easyjet si lamenta delle tasse e Spagna aumenta pressione

Elevati costi aeroportuali? E le compagnie iniziano a cercare e trovare rimedi. EasyJet intende trasferire alcune risorse dalla Gran Bretagna all’Europa continentale, a causa proprio degli elevati costi aeroportuali e dell’aumento delle tasse passeggeri. La decisione peserà probabilmente per oltre 250 posti di lavoro.

La compagnia ha registrato un incremento dei passeggeri del 4,7% a 4,8 milioni ad agosto. Tra agosto 2008 e agosto 2009, i passeggeri sono stati in totale 44 milioni 939 mila, oltre 2 milioni in più rispetto allos corso anno (42,9 milioni). Ha annunciato quindi un programma di ristrutturazione della rete che prevede una riduzione del programma di volo a Luton del 20% a la chiusura della base di East Midlands, in favore di insediamenti verso rotte più profittevoli. Il ceo Andy Harrison ha motivato la decisione appunto con l’aumento delle tariffe aeroportuali mentre su East Midlands perchè non si prevede una sostanziale crescita nel futuro.

Rallenta trend negativo entrate fiscali, lotta all’evasione continua

Il fisco italiano ha una boccata d’aria: le entrate non continuano a calare ed anche il debito pubblico é in miglioramento. Gli incassi da lotta all’evasione fiscale stanno dando i loro risultati. Il debito diminuisce di un miliardo di euro a giugno rispetto a maggio, le entrate sono sempre negative ma il trend negativo rallenta.

Secondo i dati di Bankitalia in giugno le entrate tributarie sono state di 45,058 miliardi di euro da 46,648 miliardi un anno prima causato però solo dallo slittamento delle scadenze fissate per il versamento delle imposte per i contribuenti soggetti agli studi di settore. Difatti le Finanze registrano un aumento dell’1,7% delle imposte su patrimonio e reddito e una riduzione del 10,2% di quelle sugli affari e del 6,3% per le imposte indirette.