Uil: sì a taglio Irap, ma anche meno tasse lavoratori

Il taglio dell’Irpef varato ieri dal consiglio dei ministri potrebbe aprire le porte al taglio di Irap e Ires per le imprese soprattutto medio-piccole. Lo afferma il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola:

E’ significativo agire – spiega il ministro – per dare piu’ liquidita’ alle famiglie e alle imprese, perche’ questa timida ripresa possa essere accelerata. Si e’ cominciato dall’Irpef, mi auguro si possa proseguire con le imprese, soprattutto quelle medio-piccole.

Non sembrano però essere tutti d’accordo. La Uil esprime principalmente, non tanto il dissenso alla manovra, quanto il desiderio che il governo utilizzi le risorse disponibili non solo per tagliare l’Irap, ma anche riducendo le tasse ai lavoratori.

Popolo partite Iva: a Natale più soldi in cassa

Il provvedimento approvato dal Governo sulla riduzione dell’acconto Irpef, in pagamento a fine mese, sancisce la “vittoria” del popolo delle partite IVA, e lascia fuori dai giochi le società di capitali ma anche la stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti. Al riguardo, infatti, la Confcommercio fa presente come i lavoratori con contratto di lavoro subordinato che, per intenderci, hanno le trattenute in busta paga, non paghino l’acconto sull’imposta sul reddito delle persone fisiche. Questo vale per quei dipendenti che non hanno altri redditi, mentre il discorso cambia, con qualche vantaggio, per chi ha altri redditi oltre a quello da lavoro dipendente; ad esempio, per chi ha una seconda casa in affitto, o ha prestato delle collaborazioni a titolo occasionale o professionale al di fuori del rapporto di lavoro subordinato.

Taglio dell’acconto Irpef: approvato il decreto legge

Contrariamente a quanto preventivato nel corso della giornata di ieri, il taglio degli acconti fiscali per questo mese si riferirà esclusivamente all’Irpef, mettendo da parte per il momento Ires e Irap. Tutti quei soggetti che sono tenuti al pagamento dell’imposta sulle persone fisiche potranno quindi beneficiare di uno sconto nel prossimo versamento: è stato approvato, in proposito, un decreto legge con cui il Consiglio dei Ministri approva questa operazione, riducendo l’acconto Irpef dal 99 al 79%. Si tratta sostanzialmente di un intervento da 3,8 miliardi di euro, coperto in particolare dai proventi dello scudo fiscale: una somma che verrà poi recuperata nel 2010 in sede di conguaglio. La legge in questione, tra l’altro, contiene anche delle disposizioni volte a consentire ai Comuni di rimborsare la terza rata dell’Ici extrarurale: questa misura rientra negli strumenti di ausilio alla ripresa economica. I principali beneficiari di questa ennesima versione di intervento tributario dovrebbero essere le ditte individuali, le piccole aziende, le società di persone e i soggetti titolari di partita Iva che provvedono al pagamento dell’Irpef.

 

Consiglio dei Ministri: taglio Ires e Irap

Un taglio da 3 miliardi di euro per giungere finalmente alla riduzione degli acconti Ires e Irap. La manovrà sarà varata oggi dal Consiglio dei ministri. Lo scopo é favorire le imprese in questo momento di crisi, fornendo loro liquidità.

Regolarmente le imprese avrebbero dovuto pagare entro il 30 novembre il 60% dell’imposta, dopo aver versato a luglio il 40%. Con la manovra l’acconto potrebbe calare al 57%, invece del 60% previsto. I contribuenti dovranno poi restituire al saldo di giugno-luglio la minore imposta versata a novembre. Quindi tecnicamente si tratta solo di un differimento dei pagamenti e non uno “sconto” vero e proprio. Un differimento che potrebbe comunque recare sollievo alle imprese già provate dalla crisi.

Tredicesima: detassazione in base al reddito

Lo Stato potrebbe detassare la tredicesima a ben 27,3 milioni di italiani, tra lavoratori dipendenti e pensionati, con un costo pari a 5,47 miliardi di euro che, nelle tasche delle famiglie, potrebbero contribuire a rilanciare i consumi da qui ai prossimi mesi. E’ questa, in estrema sintesi, una proposta di detassazione delle tredicesime presentata dalla Confcommercio e caratterizzata da una detassazione decrescente all’aumentare del reddito percepito dal lavoratore con contratto di lavoro subordinato, a tempo determinato o indeterminato, oppure dal pensionato. In particolare, la Confcommercio propone una detassazione al 100% della tredicesima per chi ha un reddito complessivo sotto i 15 mila euro; in base ai dati Istat e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, in questo modo si detasserebbe integralmente la tredicesima a 9,8 milioni tra lavoratori e pensionati con un beneficio medio per percettore pari a 218 euro.

Fisco, pensioni, salari e Mezzogiorno: le ragioni della Cisl

Fisco, pensioni, salari e Mezzogiorno; sono questi i punti chiave della Cisl in vista di una mobilitazione che partirà il 27 novembre prossimo in ogni provincia d’Italia. In particolare, per quanto riguarda la “questione fiscale”, in accordo con un documento dell’Esecutivo Cisl, il Sindacato ritiene che le risorse per aumentare i livelli dei salari e delle pensioni in Italia debbano arrivare sia dagli introiti derivanti dallo scudo fiscale, sia dalla messa a punto di un nuovo “mix tributario” che vada ad interessare, tra l’altro, le rendite finanziarie e quelle immobiliari, la lotta all’evasione, ma anche gli sprechi di finanza pubblica che avvengono sia a livello di Governo centrale, sia  a livello locale.

Usa: sussidi disoccupazione, taglio tasse e riforma fiscale. Firmato Obama

Il presidente Usa Barack Obama firmerà e convertirà in legge domani un disegno di legge per fornire ulteriori aiuti ai disoccupati ma non solo: saranno estesi i tagli delle tasse per chi acquista casa e per le aziende.

Questa legge si basa su quanto previsto dal Recovery Act per creare nuovi posti di lavoro – scrive la Casa Bianca in un comunicato – disponendo un ulteriore taglio delle tasse per le aziende in difficoltà, offrendo fino ad ulteriori 20 settimane di sussidio di disoccupazione e stabilizzando il mercato immobiliare con una estensione del Homebuyer Tax Credit da 8.000 dollari.

Le vittorie non sono finite per Obama, che si mostra entusiasta di fronte al voto favorevole della Camera dei Rappresentanti americana alla riforma della sanità. Dopo dodici ore di serrato dibattito ci sono stati 220 voti a favore e 215 contro.

Irap: taglio per aziende in perdita, ipotesi poco convincente

Il Governo ha intenzione di “spendere” un paio di miliardi di euro per tagliare l’Irap, ma c’è grande incertezza sulla platea di imprese che potranno beneficiarne; estendere il beneficio a tutte, infatti, rappresenterebbe una misura non solo dispersiva, ma anche di scarsa efficacia, ragion per cui nelle ultime ore si sta pensando di ridurre l’imposta alle imprese che chiudono il bilancio in perdita; questo al fine di evitare che sulle imprese in rosso lo Stato vada ulteriormente a gravare sul bilancio con il prelievo dell’Irap che, lo ricordiamo, non è un’imposta sul reddito. Ma trattasi di una buona idea? Ebbene, l’ipotesi di tagliare l’Irap alle aziende in perdita non entusiasma la CGIA di Mestre, la quale nei giorni scorsi, invece, aveva avanzato la proposta di tagliare l’Irap a quelle imprese con partita IVA ma senza dipendenti, ovverosia alle ditte individuali che, come tra l’altro emerso da alcune sentenze della Corte di Cassazione, l’imposta non la dovrebbero pagare in base al fatto che i titolari di queste micro imprese non hanno lavoratori a carico.

Irap: autonomi senza dipendenti, proposta di abolizione

In Italia c’è un vero e proprio esercito di lavoratori autonomi che svolgono un’attività con partita IVA ma non hanno dipendenti; sono tantissimi infatti i lavoratori, giovani e meno giovani, titolari di una ditta individuale nata molto spesso a seguito di un rapporto di lavoro subordinato “camuffato”, visto che molti di questi soggetti hanno un unico committente. E visto che si parla di questi tempi di riduzione dell’Irap, perché non sopprimerla del tutto proprio a favore del popolo delle partite IVA senza dipendenti? A porsi la domanda, ed a formulare una proposta in tal senso, è la CGIA di Mestre, la quale tra l’altro ricorda come questi lavoratori autonomi paghino l’Irap anche se la Corte di Cassazione, con almeno quattro sentenze, si è espressa quest’anno in favore del “non pagamento” dell’imposta visto che questa classe di lavoratori, non avendo dipendenti, non gestisce un’attività che possa definirsi autonomamente organizzata.

Iva e “miscugli di frutta”: le differenze per l’agevolazione

Le agevolazioni fiscali relative all’applicazione dell’Iva subiscono un distinguo a seconda dell’effettiva composizione di determinati preparati alimentari: ci stiamo riferendo in questo caso a dei veri e propri miscugli di frutta, i quali non sono tutti uguali. In effetti, come emerge da due diverse risposte fornite dall’Agenzia delle Entrate (sono contenute nelle risoluzioni 269/E e 270/E pubblicate nel corso della giornata di ieri), l’Iva ridotta al 10% vale solamente per l’alimento masticabile a base prevalente di frutta, con determinati quantitativi di zucchero e di agente addensante; l’aliquota dell’imposta rimane invece ordinaria (20%), nel caso in cui il prodotto non può essere assimilato ai preparati medici o a base di frutta (ci troviamo di fronte a una bevanda analcolica dolce e aromatizzata). Le differenze appena illustrate si sono rese necessarie a seguito di due distinti interpelli, i quali richiedevano specifici chiarimenti in merito all’applicazione dell’Imposta sul Valore Aggiunto nell’ipotesi di cessione di particolari prodotti alimentari.

 

Taglio tasse: occorre dare una spinta al Paese

Emma Marcegaglia continua a sollecitare il taglio delle tasse per le imprese e i lavoratori per «dare una spinta al Paese».  Il presidente di Confindustria, in questi giorni per un convegno a Potenza, parla di crisi e di possibili soluzioni, il taglio tasse potrebbe dare finalmente al Paese la spinta per un rilancio dell’economia. A condizione però che l’alleggerimento fiscale abbia una pari copertura con tagli alla spesa pubblica:

Noi siamo per il rigore nei conti pubblici – ha sottolineato Marcegaglia -, ma è ovvio che un alleggerimento delle tasse per le imprese e i lavoratori può dare una spinta al Paese.

Usa: il 30 novembre scade il beneficio fiscale sulla prima casa

Manca dunque poco meno di un mese alla conclusione dell’iniziativa che prevede, per i cittadini statunitensi, delle agevolazioni fiscali relative all’abitazione principale. Il progetto è stato ideato dal Tesoro americano nell’ambito dell’American Recovery and Reinvestment Act, la legge volta ad aiutare anche i neoproprietari di immobili a partire dal 1° aprile 2008. Si tratta pertanto di un vero e proprio “bonus prima casa” che ha già riscosso molto successo, ma che è comunque agli sgoccioli; lo scorso 17 settembre risultavano ben 1,4 milioni di contribuenti fruitori del “first time homebuyer credit” e si spera di incrementare questa platea nei restanti giorni. Di cosa si tratta sostanzialmente? Il bonus prevede un credito d’imposta pari al 10% del costo di acquisto dell’abitazione e si può arrivare fino a un massimo di 8.000 dollari, una cifra da suddividere equamente tra ciascun coniuge, nel caso non sia stata scelta l’opzione per il regime del joint tax return.

 

Tremonti-ter e investimenti agevolati

Grazie alla cosiddetta “Tremonti-ter“, le imprese che investono in apparecchiature e/o macchinari, rigorosamente nuovi, possono fruire del beneficio di una detassazione dal reddito d’impresa pari al 50% dell’investimento che è stato effettuato, ma a patto che ciò avvenga o sia avvenuto dall’1 luglio scorso e fino al 30 giugno del prossimo anno. Occorre però fare attenzione al fatto che il beneficio della “Tremonti Ter” comporta anche, pena la decadenza, l’assunzione da parte dell’azienda di tutta una serie di obblighi, a partire da quello di non cedere a terzi le apparecchiature e/o i macchinari nuovi acquistati prima del secondo periodo di imposta successivo a quello dell’acquisto.

Niente tasse per incentivi non finalizzati a corsi

La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

Così recita l’articolo 34 della Costituzione e la legge si concretizza apppunto con gli aiuti economici da parte dello Stato a favore dei più meritevoli. E’ obbligatorio pagare le tasse su tali incentivi? Gli incentivi economici agli studenti piu’ meritevoli tra i 14 e i 18 anni non costituiscono borse di studio tassabili perche’ non sono finalizzati a sostenere la frequenza di specifici corsi di istruzione.