Scudo fiscale per il rientro dei capitali

Nel nostro Paese, anche a seguito del tragico terremoto in Abruzzo, è in corso un dibattito che sta coinvolgendo la maggioranza di Governo, l’opposizione, ma anche i Sindacati riguardo alle modalità con cui reperire le risorse necessarie per garantire in breve tempo la ricostruzione delle case nei Comuni della Regione colpite dal sisma. Ebbene, tra le soluzioni allo studio c’è quella relativa allo scudo fiscale, quel meccanismo “incentivante” grazie al quale i capitali “fuggiti” all’estero potranno rientrare in Italia. Con lo scudo fiscale, infatti, i capitali rientranti godrebbero di una tassazione di favore, paragonabile ad una “sanatoria”, e lo Stato potrebbe incassare risorse anche ingenti da destinare alle popolazioni terremotate. Favorevole allo scudo fiscale è tra l’altro anche Gianni Chiodi, Presidente della Regione Abruzzo, in virtù del fatto che in questo modo si potrebbero reperire con rapidità fondi per la ricostruzione senza pesare sulle tasche dei cittadini/contribuenti.

Aspetta la firma di Tremonti il decreto per diminuire gli interessi di mora

Vi é mai capitato di pagare in ritardo le tasse? Probabilmente non sono pochi coloro che, come a scuola, alzerebbero le mani. Quest’anno però potrebbe riservare una bella sorpresa per i contribuenti “pigri” ovvero coloro che pagano a rate o in ritardo imposte sui redditi, Iva e Irap (Unico e 730 compresi). Il Fisco ha deciso di rivedere i tassi di interesse che i contribuenti devono pagare su rate o pagamenti tardivi allo scopo di attuare una riduzione.

Non dovremmo attendere molto poichè é già terminato il lavoro istruttorio: il decreto è arrivato agli uffici tecnici del ministero dell’Economia e attende la firma finale di Giulio Tremonti. Il decreto all’esame di Tremonti si basa su una delega contenuta nella Finanziaria 2008 (l’ultima del Governo Prodi). La legge prevede che con decreto del ministro dell’Economia siano stabilite le misure, anche differenziate, degli interessi per versamento, riscossione e rimborsi nei limiti di tre punti percentuali di differenza rispetto al tasso legale, attualmente al 3% annuo, salva la determinazione degli interessi di mora. Si prevede un sistema di interessi articolato su diversi livelli (per esempio, al 3% per le dichiarazioni), lo scopo é sempre quello: aiutare la popolazione in una situazione di disagio economico dovuto alla recessione e favorire l’accesso alla rateazione. Ma l’aiuto in una fase di congiuntura economica molto difficile compenserebbe la perdita del gettito per il fisco? Il taglio dei tassi, infatti, potrebbe portare un beneficio immediato, di cassa, a imprese e professionisti, ma bisognerà poi confrontare anche le perdite delle casse dello Stato.

Intensificazione dei controlli per le agevolazioni agli enti associativi

La circolare 12/E ha illustrato quelle che sono le novità del decreto legge “anticrisi” nell’ambito del regime fiscale agevolato per gli enti di tipo associativo: l’agevolazione potrà essere ottenuta a seguito della comunicazione all’Agenzia delle Entrate, attraverso l’invio di un apposito modello, di dati e notizie rilevanti da un punto di vista fiscale. Questa necessità di una maggiore comunicazione dipende soprattutto dal fatto che si vuole acquisire una informazione più ampia per quel che concerne i soggetti fiscalmente assimilati (tipici esempi in questo senso possono essere le società sportive dilettantistiche) e si avverte l’urgenza di contrastare in maniera efficace l’uso distorto dello strumento dell’associazione. La circolare ha messo in luce come il presupposto di carattere generale richiesto per l’applicazione di questa agevolazione è rappresentato dalla qualificazione dell’associazione come ente di natura non commerciale.

 

Prima casa: no benefici fiscali se venduta entro 5 anni dal rogito

La crisi dei mutui subprime scoppiata più di un anno fa negli Stati Uniti è ormai uscita da un bel pò di tempo dai confini americani. Siamo in un buon periodo per comprare casa, o conviene aspettare qualche mese nella speranza che la crisi del settore determini un’apprezzabile diminuzione dei prezzi? In Italia, anche a causa della crisi economica, comprare casa o prenderla in affitto è sempre più difficile. I redditi sono sempre più bassi a causa di una persistente perdita del potere di acquisto per salari, stipendi e nel peggiore dei casi perdita di lavoro. A tutto ciò si aggiungono le difficoltà delle famiglie a stipulare i mutui in quanto i prezzi degli immobili sono rimasti in media stabili e per il momento non vi sono diminuzioni dei costi apprezzabili.

Ecco perchè sempre più coppie decidono di acquistare la propria dimora entrando a far parte di cooperative edilizie, a proprietà individuale, che hanno come scopo sociale proprio quello di costruire case, rientranti nella definizione di “non di lusso“, da assegnare successivamente ai soci.

Riduzione del 40% per il marchio delle imprese comunitarie

Ci sono buone notizie per quanto riguarda le imprese comunitarie: a partire dal prossimo 1° maggio, infatti, vi sarà una riduzione del 40% per il deposito del marchio comunitario. L’annuncio è arrivato direttamente dalla Commissione Europea, per voce del commissario del Mercato Interno e dei Servizi, Charlie McCreevy. Tale riduzione è stata pensata in particolare per le piccole e medie imprese, le quali sono spesso costrette a sostenere un onere troppo ingente nel pagamento del costo amministrativo per ottenere questa importante tutela. Dello stesso tenore sono le affermazioni di Wubbo de Boer, presidente dell’Uami (l’Ufficio Armonizzazione Mercato Interno):

Per una piccola impresa è fondamentale proteggere il proprio marchio a livello comunitario, perché in tal modo essa può tutelare il diritto dei propri beni e servizi e accedere in futuro al mercato unico europeo.

 

La Confcommercio illustra le misure da adottare in materia fiscale

L’Ufficio Studi della Camera di Commercio, l’organo dell’istituzione che supporta e promuove gli interessi di imprese e imprenditori, ha sottolineato come, nel momento di attuale crisi economica, i redditi delle famiglie incontrano una grande difficoltà nella loro crescita; allo stesso tempo, la produttività delle principali imprese italiane è ormai giunta a livelli insoddisfacenti. Il rischio più grande in cui può incorrere l’Italia, precisa sempre l’Ufficio Studi, è quello di veder ridurre in misura drastica il prodotto interno lordo e che i consumi tornino ai livelli raggiunti circa dieci anni fa. Le ricette suggerite dalla Camera di Commercio per affrontare la fase di ristagno economico sono essenzialmente due: far ripartire i consumi delle famiglie italiane e agevolare l’accesso al credito da parte delle imprese. L’intervento dell’ente pubblico è avvenuto nel corso del forum di Cernobbio, il quale ha affrontato numerose problematiche economiche e finanziarie (si è tra l’altro parlato dell’adozione dei Tremonti bond da parte delle banche): si sono dunque proposte alcune interessanti linee guida, volte ad evitare una contrazione superiore ai due punti percentuali del Pil.

 

Tremonti annuncia l’Iva permanente nel settore edilizio

Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha annunciato che a breve diverrà permanente il regime agevolato per quanto riguarda l’Iva da applicare alle ristrutturazioni edilizie (attualmente il regime di imposta in questo settore è temporaneo). L’Ecofin ha infatti dato il suo assenso a questa misura fiscale: l’Italia ha un forte interesse nei suoi confronti, in particolare dopo il piano dell’edilizia lanciato nei giorni scorsi dallo stesso ministro. Il regime attuale dell’Imposta sul Valore Aggiunto sulle ristrutturazioni in Italia è al 10% e, grazie a questa decisione che consentirà di mantenerlo in maniera permanente, non scadrà più nel 2010 come era stato fissato in precedenza. Tremonti ha assegnato una notevole importanza a questo fatto, soprattutto alla luce della politica che lui e il governo intendono attuare in materia di edilizia.