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Popolo partite Iva: a Natale più soldi in cassa

Il provvedimento approvato dal Governo sulla riduzione dell’acconto Irpef, in pagamento a fine mese, sancisce la “vittoria” del popolo delle partite IVA, e lascia fuori dai giochi le società di capitali ma anche la stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti. Al riguardo, infatti, la Confcommercio fa presente come i lavoratori con contratto di lavoro subordinato che, per intenderci, hanno le trattenute in busta paga, non paghino l’acconto sull’imposta sul reddito delle persone fisiche. Questo vale per quei dipendenti che non hanno altri redditi, mentre il discorso cambia, con qualche vantaggio, per chi ha altri redditi oltre a quello da lavoro dipendente; ad esempio, per chi ha una seconda casa in affitto, o ha prestato delle collaborazioni a titolo occasionale o professionale al di fuori del rapporto di lavoro subordinato.

A conti fatti, le ditte individuali, gli artigiani, i commercianti, gli autonomi e comunque tutti quei contribuenti assoggettati all’Irpef, si “godono” la riduzione dell’acconto Irpef pari a ben il 20%; a fine mese, infatti, l’ammontare sarà in percentuale non al 99%, come di norma previsto, ma al 79%. Il mancato gettito da parte dell’Erario sarà recuperato attraverso lo scudo fiscale, ma poi l’estate prossima lo Stato batterà cassa comunque chiedendo il saldo dell’Irpef anche per la quota su cui è stato previsto il differimento.

A conti fatti lo Stato ha prestato ai contribuenti Irpef il 20% dell’acconto a tasso zero, per poi andarlo a restituire nei prossimi mesi; insomma, è una misura che lascia più soldi in cassa a Natale ai contribuenti assoggettati all’Irpef, ma l’ammontare delle tasse da pagare non cambia. Spiragli per una riduzione della pressione fiscale potranno aprirsi, con ogni probabilità, solo quando si saprà con certezza l’ammontare delle imposte che l’Erario avrà incassato dalla scudo fiscale. Intanto, le società di capitali pagheranno l’acconto Ires e Irap nella misura piena, e questo non piace di certo alle Associazioni delle imprese che, tra l’altro, stanno ancora attendendo, per il momento invano, l’abbattimento dell’Irap.