Carte di credito: niente spesometro nei negozi

 Il classico metodo di pagamento con cui hanno a che fare ogni giorno gli esercizi commerciali è quello delle carte di credito: sono proprio queste operazioni che devono essere monitorate con la massima attenzione dal punto di vista fiscale. In effetti, prendendo alla lettera sia il Decreto Sviluppo che la recente manovra estiva del governo non si possono includere nel cosiddetto spesometro tutti i movimenti effettuati in questo modo. Per quale motivo? I pagamenti tramite carte di credito, carte di debito e prepagate sono di fatto esonerati dagli obblighi di comunicazione elettronica di quelle operazioni che sono almeno pari a tremila euro netti (3.600 euro se si vuole includere anche l’Imposta sul Valore Aggiunto); l’obiettivo principale di questi provvedimenti è quello di rendere ancora più proporzionale il sistema tributario, cercando di scongiurare, per quanto possibile, che i contribuenti paghino degli oneri finanziari inutili e senza alcuna giustificazione.

F24, anche gli Oicr hanno il loro codice tributo

 La risoluzione 83/E pubblicata dalla nostra amministrazione finanziaria risale ormai a diverso tempo fa, visto che reca la data dello scorso 8 agosto, ma la sua importanza rimane fondamentale: in pratica, tale documento ha introdotto un apposito codice tributo anche per quei pagamenti che vanno a riferirsi alle partecipazioni agli Oicr italiani e del Lussemburgo. La sigla in questione è ben conosciuta dagli investitori e significa letteralmente Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio, i quali assumono rilevanza anche in merito alla compilazione del modello F24. Più precisamente, questo codice (1061) servirà per mettere in luce qual è la ritenuta esatta sui redditi di capitale che scaturiscono appunto dalla partecipazione.

Tassazione ambientale: un rimedio contro la crisi?

 Manovra estiva e tassazione ecologica, qualcuno ha pensato a quanto stretta può essere questa correlazione? Le ipotesi più convincenti parlando di un vero e proprio trasferimento di oltre cinquanta miliardi di imposte dal mondo del lavoro a quello delle risorse non rinnovabili, una vera e propria manna dal cielo per l’ambiente. La tassazione in questione dovrebbe quindi aumentare, anche a livello locale, una mossa che non è affatto innovativa, visto che se ne parla già dagli anni Novanta. Stavolta, però, si punta soprattutto a rinvigorire il settore e a dare una risposta pronta e concreta alla crisi economica.

Cgia Ancona contraria all’imposta per l’uso del demanio

 Le imposte presenti o suggerite nel nostro paese sono talmente tante che spesso se ne perde addirittura il conto: in molti casi, poi, può accadere che se ne senta parlare per la prima volta quando invece le discussioni sono state avviate già da diverso tempo. È il caso dell’imposta per l’uso del demanio, un tributo che viene ad essere applicato su base regionale e che ancora non è stato ben digerito dalla Confartigianato Imprese della provincia di Ancona. La Cgia è letteralmente sul piede di guerra, tanto che ha chiesto in modo chiaro ed inequivocabile la sospensione della tassa in questione, la quale esiste ormai da tre anni e che fa riferimento all’Autorità portuale che ha sede nel capoluogo marchigiano. Il problema non è di poco conto, visto che le imprese che sono attive in tale settore hanno conosciuto la notifica fiscale dell’imposta soltanto in questi giorni, ritenendo ingiusto che ci si ricordi delle parti maggiormente coinvolte dopo così tanto tempo e con la beffa degli avvisi di accertamento che sono stati inviati, completi di sanzioni pecuniarie e degli interessi relativi alla mora.

Giochi a distanza, le Entrate istituiscono i codici tributo

 Il cosiddetto “gioco a distanza” di cui spesso si sente tanto parlare è regolato da uno specifico testo normativo, il Decreto Direttoriale 2011/190, il quale è stato predisposto dall’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato e che risale ormai a due anni fa: in base a questo documento, sono stati stilati diversi obblighi e doveri che bisogna assolutamente rispettare. Ad esempio, quando si tratta di affrontare una concessione, i soggetti coinvolti devono compilare un apposito modulo che viene messo a disposizione dal sito web della stessa amministrazione. L’Agenzia delle Entrate ha reso ancora più completo questo quadro, portando un po’ di chiarezza in merito agli adempimenti fiscali che devono essere effettuati in relazione all’F24 Accise. Nello specifico, è stata la risoluzione 81/E della nostra amministrazione finanziaria a rinnovare il settore, introducendo una lunga serie di codici tributo che fanno riferimento alle casistiche più svariate.

Basilicata: la tassa di soggiorno verrà applicata nel 2012

 In mezzo a tante incertezze per quel che concerne la tassa di soggiorno, qualche punto fermo giunge dalle località lucane: nel caso di una introduzione dell’imposta tanto discussa a livello locale, essa sarà di tipo comprensoriale e di identico importo per ogni struttura ricettiva della Basilicata. Quindi, non si verificheranno nella maniera più assoluta delle discriminazioni di stampo territoriale tra i vari comuni che saranno coinvolti, l’unico obiettivo sarà quello di creare una sorta di “comprensorio ionico” che sia in grado di agire come una entità unica. È la prima volta che si parla in questi termini della tassa e forse può rappresentare il giusto compromesso tra fautori e detrattori. Un altro passo molto importante sarà quello che dovrà compiere la stessa Regione per stabilire nel dettaglio i criteri peculiari che serviranno poi da base di riferimento per il comune turistico.

Capitali all’estero: la ritenuta intermedia del 5%

 Non sono certo poche le compagnie del nostro paese che sono solite raccogliere dei capitali all’estero, il tutto grazie al prezioso contributo di altre società controllate europee: queste ultime, le quali vengono anche chiamate “veicoli”, nascono proprio per dar corpo a bond in grado di essere collocati sulle piazze continentali. Il denaro ottenuto in questo modo, poi, viene sfruttato per finanziare in maniera adeguata la controllante stessa. Come impone la normativa fiscale in questo caso, gli interessi delle aziende italiane vengono versati e sono soggetti a una specifica ritenuta d’imposta, il 5% per la precisione, invece che il tradizionale 12,5%. Questo succede perché non esiste alcun tipo di prova che il veicolo citato in precedenza sia il beneficiario effettivo dei pagamenti. Un documento illuminante in tal senso è sicuramente la circolare 41/E dell’Agenzia delle Entrate, il quale illustra nel dettaglio in che modo devono essere effettuate le esenzioni tributarie e le corresponsioni degli interessi.

Taxi, quando la corsa ha validità dal punto di vista fiscale

 Spesso ci troviamo ad avere a che fare, in Italia come in molti altri stati membri, con le ricevute rilasciate dai taxi: questi documenti possono essere considerati dei veri e propri scontrini fiscali? La parola “tassametro” può indurre in errore, tanto è vero che il reale significato della parola vuole indicare più che altro l’importo totale del percorso, al netto di supplementi eventuali. Quindi, il servizio in questione non è molto diverso da quello dei mezzi pubblici, con una conseguente concorrenza dal punto di vista tariffario e una conseguente equiparazione dei biglietti agli scontrini. Le tariffe stesse, però, non sono mai omogenee, così come non lo è la tassazione tributaria del servizio, visto che in diversi casi, come accade a Roma, Berlino e Parigi, il titolo di viaggio non ha alcun valore di tipo fiscale. Come divincolarsi allora? Le ricevute del nostro paese possono essere considerate alla stregua di scontrini dei pedaggi.

Imprese agricole, le agevolazioni fiscali della manovra economica

 Le imprese agricole che si troveranno in difficoltà a causa del loro stato di insolvenza potranno beneficiare di nuove opportunità fiscali di primo livello. La manovra estiva approvata di recente prevede infatti una vera e propria ristrutturazione dei debiti a loro favore, oltre alla garanzia di una maggiore transazione tributaria, perfino nei casi più gravi di stato di insolvenza. La possibilità riguarda l’accesso alle previsioni di un testo normativo non proprio recente, il Regio Decreto 267 del 1942: nel dettaglio, a tali imprenditori viene consentito di domandare una omologazione dell’accordo di ristrutturazione dei debiti mediante la presentazione di tutti i documenti che sono necessari in tal senso. L’intesa debitoria deve riguardare almeno il 60% dei crediti complessivi, percentuale a cui bisogna unire una relazione redatta da un professionista di questo campo, il quale necessita a sua volta il possesso dell’idoneità ad assicurare il regolare versamento dei creditori estranei.

Reati penali, l’elenco si allarga a nuove fattispecie

 L’elenco normativo che fa da necessario contorno al Decreto Legislativo 121, il quale è stato pubblicato lo scorso 7 luglio, è davvero lungo: in particolare, ci troviamo di fronte all’attuazione di due direttive comunitarie ben specifiche, vale a dire la 99 del 2008, relativa alla tutela dell’ambiente dal punto di vista penale, e la 35 del 2005 per quel che concerne la fattispecie dell’inquinamento provocato da navi. Ebbene, il nuovo decreto, il cui testo è stato portato a conoscenza da appena tre giorni, ha avuto il merito di ampliare le novità in merito alla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, fattispecie già contemplata da un altro decreto datato 2001. In effetti, le innovazioni in questione hanno riguardato cinque grandi macro-aree, dunque cerchiamo di fare un po’ d’ordine da questo punto di vista.

Regno Unito, il Fisco introduce il Contractual Disclosure Facility

 Il Fisco britannico ha deciso di essere più buono, ma non in maniera eccessiva. Il principio di fondo è uno solo, vale a dire che le incriminazioni tributarie possono essere sospese attraverso un apposito ravvedimento, ma comunque le sanzioni pecuniarie rimarranno sempre valide: non vi sarà dunque una incriminazione automatica per coloro che si saranno macchiati di evasione fiscale, ma i contatti con l’amministrazione finanziaria e la presentazione di documenti volti a certificare la situazione saranno ritenuti due comportamenti giusti e di cui tenere conto. La particolarità delle sanzioni, però, è stata introdotta per non essere troppo permissivi nei confronti di quei contribuenti che hanno provocato un danno evidentemente molto grande alle casse dello Stato.

Consulenti del lavoro, le precisazioni su Rol e ferie

 I consulenti del lavoro si chiedevano da tempo come comportarsi in merito alla mancata fruizione dei permessi Rol (Riduzione Orario di Lavoro) e le ex festività da parte dei dipendenti: il Ministero del Lavoro è finalmente intervenuto in tal senso, ma il contributo più prezioso è stato sicuramente quello dell’Inps, la quale ha deciso di dettare le regole per ogni tipo di pagamento. Ovviamente, tali versamenti si riferiscono alla contribuzione previdenziale che può avere luogo anche quando non si verifica il godimento dei permessi. Il tipico esempio è offerto dalla ferie che non vengono fruite dal lavoratore, un evento che si verifica più spesso di quanto si pensi. L’orario lavorativo ridotto è parte integrante di quei diritti che sono messi a disposizione del cittadino, ma bisogna sempre ricordare che non esiste una legge o un testo specifico che siano in grado di fissare con precisione l’indisponibilità dei diritti.

Accise e alcolici, l’impegno della Moldavia sui liquori italiani

 La Moldavia è una nazione dell’est europeo di cui non si sente parlare molto spesso, ma con cui il nostro governo sta instaurando rapporti sempre più stretti: il motivo è presto detto, la nazione deve impegnarsi a tagliare in maniera decisa le accise sugli alcolici, ritenute fin troppo elevate nello stato attuale. È per questo che Catia Polidori, sottosegretario al Commercio Estero, si è recata nella capitale Chisinau e l’inaugurazione in questa città di una nuova sede di Confindustria è stata l’occasione propizia per approfondire l’argomento. Il presidente Marian Lupu e il ministro delle Finanze, Venceslav Negruta, hanno sottolineato la loro intenzione di voler approfondire questa operazione tributaria; un’apposita legge finanziaria è attualmente in discussione e si sta paventando l’ipotesi di applicare un aumento di imposta piuttosto sostanzioso anche ai liquori del nostro paese, più precisamente i vermut.

Irap: precisazioni sul credito da recuperare

 L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato proprio in questi giorni una fondamentale circolare relativa all’Imposta sul Reddito delle Attività Produttive: la risoluzione 79/E, infatti, ha riguardato da vicino il credito Irap maturato nel 2009, il quale può essere opportunamente recuperato anche nel modello Unico senza quello Irap di quest’anno. Si tratta, in pratica, di una precisazione che si è resa necessaria per quei contribuenti che si sono trovati di fronte a crediti del 2010 e ad alcune eccedenze di carattere fiscale. Come spiegato chiaramente dalla nostra amministrazione finanziaria, perfino quando la dichiarazione Irap non confluisce nella dichiarazione dei redditi, la compensazione tributaria va indicata nel quadro RX di Unico (la sezione ideale è il rigo RX23, denominato per l’appunto “Altre imposte”). A chi si rivolge nello specifico questo documento?