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Aste immobiliari: aumentano le offerte ma calano le compravendite

Mercato delle aste in notevole crescita, come dimostrano i numeri ufficiali del ministero della Giustizia per quanto riguarda il primo semestre 2012, anche se si fatica a trovare dei compratori. In particolare nei primi sei mesi dell’anno scorso gli immobili all’asta sono stati 22.895, un numero notevole se si pensa che nell’intero 2011 sono stati circa 39.000 i fabbricati venduti alle vendite giudiziarie. Pertanto se il ritmo di crescita rimarrà costante in proiezione le vendite avranno quindi avuto un incremento di circa il 18 %.

Diverso invece l discorso per quanto riguarda le transazioni andate a buon fine. Infatti sebbene il notevole aumento degli immobili offerti all’asta le transazioni andate a buon fine sono state circa 4.700, che se proiettate a fine anno confermerebbero il trend decrescente: alla fine si avrebbe infatti un meno 4,5 % rispetto al dato 2011, pari a 13.568. Il mercato delle aste quindi non riesce a decollare. Da un lato la crisi delle compravendite ed il calo dei mutui ha infatti penalizzato anche i mercati collaterali (leggi anche tasse sugli immobili italia al primo posto in europa), da un lato invece persiste ancora una certa diffidenza da parte delle persone per immobili che non vengono acquistati tramite procedure convenzionali. Occorre dire che per le banche l’acquisto all’asta rappresenta un buon modo per rientrare subito dal credito ed evitare le lungaggini burocratiche di vendite o concordati preventivi (leggi anche pignoramento verso terzi oggetto di riforma).

In base ai dati Crif si segnalano notevolmente in calo i pignoramenti rilevati dalle banche per muti che non sono onorati, dai 25.936 si è passati ai 29.095 del 2011 per poi scendere ai 28.237 del 2012. Tuttavia occorre considerare anche che in molti casi tra l’inizio delle procedure di vendita è attuato dopo molti anni dal pignoramento e di conseguenza l’interesse per il bene tende a diminuire oltre che si potrebbero verificare anche delle situazioni in cui il bene va in disuso o lasciato fatiscente. Infine, in materia di difficoltà di vendita, occorre anche considerare che in diverse città l’istituto di vendita può non rispettare le procedure per la vendita corretta del bene.

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