Di Pietro: scudo fiscale = amnistia fiscale

Il capo dello Stato non avrebbe dovuto firmare l’amnistia fiscale, né tanto meno negarne la gravità prima di farlo Questa porcata non andava promulgata, e se fosse stata ripresentata invariata, il presidente della Repubblica, firmando, avrebbe dovuto spiegare alla nazione che l’arroganza del governo, e di una certa opposizione, privava delle sue prerogative anche la presidenza della Repubblica.

Così tuona, senza mezzi termini, Antonio di Pietro, riferendosi allo scudo fiscale da poco firmato da Napolitano.

Secondo la Guardia di finanza e l’Agenzia delle entrate, che citano dati dell’associazione dei Private bankers, la consistenza dei patrimoni italiani all’estero che potrebbero essere rimpatriati ammonterebbe a circa 300 miliardi.

Agenzie Entrate e Anci Lombardia rafforzano collaborazione

Anci Lombardia e l’Agenzia delle Entrate, nell’ambito dell’attività di lotta e di contrasto all’evasione fiscale, grazie alla partecipazione dei Comuni, hanno “fatto quadrato” istituendo un tavolo tecnico per intensificare l’impegno sul versante degli accertamenti fiscali. Il tavolo tecnico, in particolare, è stato istituito per mettere a punto tutte quelle azioni di carattere tecnico che possano garantire ai funzionari dei Comuni di acquisire metodologie che permettano di identificare con chiarezza quelle attività e quei comportamenti che sul territorio risultano essere elusivi ed evasivi. Al riguardo, è proprio l’Amministrazione finanziaria che, ai fini di uno svolgimento efficiente dell’attività ispettiva, fornirà alle Ammministrazioni comunali le metodologie più idonee nelle azioni di contrasto all’elusione ed all’evasione fiscale. Ma in che modo i Comuni prestano una collaborazione fattiva in pieno coordinamento con il Fisco?

Stabilimenti balneari Massa: i risultati dei controlli estivi

Quest’anno l’Agenzia delle Entrate è stata molto attiva nelle attività di contrasto all’evasione fiscale sulle coste e sui litorali, scovando tra l’altro anche numerosi party estivi organizzati in maniera del tutto abusiva, ovverosia emettendo biglietti di ingresso senza alcuna validità ai fini fiscali. Ebbene, l’Amministrazione di Massa ha provveduto ad effettuare dei controlli estivi anche presso gli stabilimenti balneari della zona, provvedendo, in un caso su due, a recuperare ricavi che non sono stati dichiarati. L’attività di controllo si è appena conclusa e, in accordo con quanto rivela la Direzione regionale Toscana dell’Agenzia delle Entrate, sul litorale di Massa sono stati oggetto di controlli e di ispezioni ben 45 stabilimenti balneari su un totale di 112; ebbene, per 22 di questi 45 le ispezioni si sono concluse con l’emissione di avvisi di accertamento finalizzati al recupero di una quota parte del giro d’affari che, pur conseguita dallo stabilimento, non è stata dichiarata al fisco. Ma come ha fatto l’Amministrazione finanziaria a risalire ai ricavi non dichiarati?

Alleanza anti-evasione Comuni-Entrate: c’è anche Piacenza

In Emilia Romagna anche il Comune di Piacenza si è unito all’alleanza anti-evasione in accordo con il protocollo di intesa stipulato nei mesi scorsi dall’Agenzia delle Entrate e dall’ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani. E così, in accordo con quanto riferisce la Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate, sono già diciassette i comuni della Provincia di Piacenza che hanno aderito al protocollo anti-evasione, e che vedrà le Amministrazioni comunali impegnate attivamente ed a fianco dell’Amministrazione finanziaria nello scambio di dati “sensibili” legati a posizioni potenzialmente a rischio di evasione e di elusione fiscale. Nello specifico, i Comuni della Provincia che hanno aderito, oltre a Piacenza, sono i seguenti: Rottofreno, Sarmato, Travo, Castel S.Giovanni, Coli, Gazzola, Besenzone, Calendasco, Caorso, Castell’Arquato, Pecorara, Podenzano, Ponte dell’Olio, Monticelli d’Ongina, Gossolengo e Ziano Piacentino.

Tasse imprese funebri: due morti su tre si seppelliscono “da soli”

C’e una norma di diritto naturale che dice che se c’è uno Stato che chiede un terzo di quanto guadagni allora la tassazione ti appare una cosa giusta. Ma se ti chiede il 50-60% di ciò che guadagni, come accade per le imprese, ti sembra una cosa indebita e ti senti anche un pò giustificato a mettere in atto procedure di elusione e a volte anche di evasione.

La frase famosa di Berlusconi che ha fatto il giro del web e che in effetti non fa una grinza. E infatti l’Italia è il Paese europeo con la più alta evasione fiscale, con il 48,5% del reddito imponibile che non viene dichiarato.

Ma non solo i viventi preferiscono non pagare le tasse, a quanto pare il fisco non lascia in pace neanche chi ha deciso di passare a miglior vita.

Gli italiani dichiarano al Fisco il 20% in meno di consumi

I consumi delle famiglie italiane hanno superato di gran lunga i valori che sono stati dichiarati tramite il modello Unico o il 730: la differenza è di ben 20 punti percentuali e si riferisce al livello delle spese relativo al 2007, l’ultimo anno confrontabile in questo senso. Il picco è stato registrato in Calabria, dove la differenza tra consumi reali e quelli effettuati sfiora addirittura il 50%, mentre vi sono percentuali più basse soprattutto al centro-nord (in Lombardia, per esempio, si spende solo il 6% in più di ciò che è stato dichiarato). La media nazionale è comunque del 19-20%. Nelle regioni autonome del Trentino e della Valle d’Aosta, poi, questa discrepanza di valori può essere spiegata anche col fatto che ai contribuenti vengono offerti incentivi per l’acquisto di beni di valore importante.

 

Evasione fiscale: accertamenti a tappeto su chi simula l’espatrio

Anche nella Regione Toscana non mancano i contribuenti con il vizietto dei “paradisi fiscali”; sono ben 1.200, infatti, i nomi di contribuenti della regione sui quali l’Amministrazione finanziaria provvederà ad effettuare dei controlli. A darne notizia è la Direzione Regione Toscana dell’Agenzia delle Entrate, precisando che trattasi di contribuenti sui quali, potenzialmente, pendono situazioni elusive ed evasive in quanto avrebbero nella sostanza simulato l’espatrio quando invece l’Italia è rimasta come centro dei propri affari e dei propri interessi sia a livello familiare, sia economico. Nel dettaglio, l’indagine è concentrata sui quei contribuenti “sospetti” che negli anni 2006, 2007 e 2008, hanno dichiarato di avere la residenza in un Paese a fiscalità privilegiata nonostante l’esercizio di attività fiscalmente rilevanti in Italia. Sui 1.200 nominativi, di conseguenza, l’Agenzia delle Entrate procederà con l’apertura di tutta una serie di attività istruttorie finalizzate sia ad accertare, sia a quantificare i fenomeni di evasione fiscale realmente perpretata dai contribuenti nel mirino del Fisco.

Paradisi fiscali: raffica di controlli sui contribuenti emiliano-romagnoli

In Emilia-Romagna sono ben ottomila i cittadini italiani che sono nel mirino del fisco in scia alla residenza presso Paesi che godono di una fiscalità privilegiata. A darne notizia è la Direzione Regionale Entrate Emilia-Romagna nel precisare come gli ottomila nominativi siano sotto il fuoco dei controlli del Fisco in virtù del fatto che ci sono indizi reali tali da considerare l’Italia come centro degli interessi e degli affari sia economici, sia familiari. Insomma, a conti fatti per questi contribuenti la residenza presso i paradisi fiscali è solo un modo per aggirare il Fisco italiano visto che poi indisturbati, ma probabilmente solo per poco tempo, stanno continuando a fare affari in Italia come se nulla fosse. Ma quali sono i Paesi esteri più gettonati dai contribuenti emiliano-romagnoli nel mirino dell’Amministrazione finanziaria?

San Marino e le prime ammissioni sull’evasione fiscale

L’ultima relazione che la Banca Centrale di San Marino ha provveduto a consegnare al governo è stata finalmente improntata al realismo. Sono due, in particolare, le ammissioni che si notano maggiormente nel testo: anzitutto, il fatto che si cominci ad ammettere che l’economia locale riesce a sopravvivere in buona parte grazie all’evasione fiscale e, inoltre, che questa stessa evasione è da considerarsi come reato anche nella piccola repubblica. In questo modo verrebbe meno uno dei cavilli su cui si basa la magistratura sanmarinese per respingere le diverse rogatorie internazionali, vale a dire il fatto che non sia reato rubare su tasse e tributi. Il documento porta la firma di Luca Papi, il banchiere su cui il governo ha puntato molto per sostenere l’immagine e la credibilità internazionale di San Marino. Appare ovvia la pubblicazione di questo rapporto in un momento simile: la piccola repubblica, infatti, avverte sempre più il fiato sul collo del fisco italiano, col ministro Giulio Tremonti che ha posto in essere una vera e propria unità per indagare sui contribuenti italiani che hanno finora prediletto l’off-shore. Ma anche prima dell’intervento italiano, c’era stata l’operazione della procura di Forlì, con numerose indagini sulle banche sanmarinesi.

 

Evasione fiscale Sardegna: finti circoli nel mirino delle Entrate

Anche nella Regione Sardegna, ed anche nel periodo estivo, continua l’azione di contrasto ai fenomeni di evasione fiscale sia da parte della Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate, sia da parte degli undici Uffici locali dell’Amministrazione Finanziaria. In particolare, per il periodo estivo gli ispettori stanno provvedendo ad effettuare controlli sui “finti circoli” e sui locali notturni, riscontrando molto spesso sia irregolarità, sia violazioni alla normativa fiscale vigente. Ad esempio, gli “007” dell’Agenzia delle Entrate, nell’effettuare un’ispezione notturna presso un locale, hanno riscontrato irregolarità nella gestione e nell’utilizzo dei cosiddetti “ingressi gratuiti su invito“, ma anche gravi violazioni per quanto riguarda il servizio di posteggio auto, gestito sia da persone che sono risultate lavorare totalmente in nero, sia con l’emissione di ricevute non aventi alcuna validità ai fini fiscali; addirittura, il personale in nero adibito alla gestione del posteggio aveva delle divise con il logo del locale e richiedeva prezzi per il posteggio dell’auto pari a ben 20 euro.

Economia sommersa: l’imponibile evaso continua ad aumentare

Nel nostro Paese anche quest’anno l’imponibile evaso sta aumentando con un ritmo di crescita che, da gennaio a luglio 2009, sfiora il 10%; a rilevarlo è KRLS Network of Business Ethics, che ha effettuato in merito una stima per conto di Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani. Nel dettaglio, l’imponibile su base annua evaso nel nostro Paese sfiora oramai il livello dei 350 miliardi di euro, con conseguenti minori introiti per l’Erario stimati in ben 135 miliardi di euro; trattasi di cifre che, se recuperate, non solo darebbero una bella sistemata ai conti pubblici, ma garantirebbero più servizi ai cittadini, più sostegno alle famiglie e più aiuti ai più deboli, in special modo ai disabili ed ai non autosufficienti. E invece, il “vizietto” di evadere le tasse, nonostante i recenti risultati comunicati dalla Guardia di Finanza per l’anno in corso in materia di lotta e contrasto all’evasione, a quanto pare tra gli italiani, quelli furbi, resta ben radicato.

Pagare le tasse é come mangiare una fetta di torta

Bill Harbaugh, uno scienziato dell’Oregon, insieme a un’equipe di ricercatori, ha condotto uno studio sulle sensazioni che proviamo dopo aver pagato le tasse. Potrete anche non crederci ma non stiamo parlando nè di infarti, nè svenimenti. La sensazione che procura l’esborso di denaro destinato ai tributi é quella di piacere. La ricerca ha rivelato che adempiendo al nostro dovere di bravi contribuenti, nel cervello si attiva una zona del cervello che ci da un senso di benessere, come quella che proviamo mangiando un dolce o dialogando piacevolmente con un amico. Questo perchè pagando le imposte sentiamo di aver fatto il nostro dovere e siamo a posto con la coscienza.

Possiamo dire lo stesso nel nostro Paese in cui le tasse non sono solo alte, ma anche difficili da pagare? File, procedure burocratiche, tempi lenti. E’ quanto emerge da una ricerca di Pricewaterhouse e Banca mondiale. Il rapporto, denominato “Paying Taxes” 2009, su 181 Paesi afferma che l’Italia è 128° nella classifica degli Stati dove è più facile adempiere agli obblighi fiscali.

Fisco d’estate: ispettori all’opera sulle spiagge e nelle discoteche

Quest’anno per gli “evasori estivi” la stagione si fa sempre più “complicata”. E’ in corso già da qualche settimana, da parte degli ispettori del Fisco, una raffica di controlli su tutte le coste ed i litorali del nostro Paese al fine di accertare eventuali posizioni evasive da parte degli operatori economici che, in questo periodo, fanno buoni affari. Trattasi, nello specifico, degli stabilimenti balneari, ristoranti che operano nelle località turistiche e nelle città d’arte, ma anche società di noleggio, parcheggi e proprietari di beni di lusso a partire dalle barche. Nei giorni scorsi, ad esempio, è stata scovata nel Lazio una maxi-evasione, nel settore del noleggio con conducente, riguardante la cessione delle autorizzazioni senza effettuare alcuna dichiarazione al Fisco. Ma nel mirino delle Entrate ci sono anche i night club, le discoteche ed i “party estivi” spesso organizzati senza le necessarie autorizzazioni e senza alcuna dichiarazione degli introiti della serata al Fisco.

Evasione fiscale: l’Italia “primeggia” in Europa

Quello dell’evasione fiscale nel nostro Paese è diventato negli anni un vero e proprio “sport nazionale”, al punto che tale modello viene esportato ed è frutto di imitazioni all’estero. Non a caso, secondo quanto emerge da un’indagine effettuata da Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, il nostro Paese è primo nella speciale classifica europea del maggior reddito in termini percentuali non dichiarato; il tasso di imponibile non dichiarato, secondo quanto emerso dai dati a cura delle Polizie tributarie dell’UE, è in Italia pari al 51%, ben più alto della Romania che, con il 42,7%, è al secondo posto; al terzo, al quarto ed al quinto posto ci sono la Bulgaria, l’Estonia e la Slovacchia. Insomma, in materia di evasione fiscale l’Italia batte in solitario i Paesi dell’Est Europa, ma quali sono le categorie economiche ed i soggetti che più di tutti evadono il fisco?