Agenzia delle Entrate e Comune di Napoli: insieme contro evasione

Nell’alleanza anti-evasione siglata nei mesi scorsi tra l’Agenzia delle Entrate e l’ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, c’è anche il Comune di Napoli. Questo dopo che l’Amministrazione partenopea ha siglato in data odierna l’apposita convenzione che permetterà anche al Comune di Napoli di incassare il 30% dalle maggiori imposte recuperate dalle azioni di contrasto all’evasione mediante le segnalazioni di situazioni potenzialmente elusive e/o evasive. Nel dettaglio, da un lato il Comune di Napoli inoltrerà i dati attraverso “Segnalazioni“, una procedura istituita ad hoc per l’invio in modalità telematica delle informazioni utili al contrasto dell’evasione fiscale, mentre dall’altro l’Agenzia delle Entrate permetterà all’Amministrazione partenopea di accedere ad un flusso di informazioni che permetteranno a livello locale di portare avanti delle azioni di lotta all’evasione attraverso la recente costituzione di una “task force“.

Comuni-Entrate: alleanza anti-evasione funziona

L’alleanza anti-evasione tra il Fisco e tantissimi comuni italiani che hanno già aderito al “patto” non solo funziona, ma sta iniziando a dare i primi frutti. Ad esempio, in Emilia Romagna, così come riferisce la Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate, a soli sei mesi dalla stipula dell’alleanza anti-evasione con i comuni, sono già stati già notificati numerosi accertamenti a fronte di un vero e proprio boom di segnalazioni. Nei mesi scorsi, l’ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, ha siglato con l’Agenzia delle Entrate l’alleanza anti-evasione, e successivamente i comuni, in questo caso dell’Emilia Romagna, hanno via via aderito all’iniziativa che, cosa non trascurabile, permette loro non solo di avere un ruolo attivo nel contrasto all’evasione con le segnalazioni, ma anche di incassare il 30% delle maggiori imposte che il Fisco sarà in grado di recuperare.

Evasione fiscale Emilia-Romagna: i primi risultati del “federalismo”

Il “patto” anti-evasione siglato nelle ultime settimane tra l’Agenzia delle Entrate ed i Comuni dell’Emilia Romagna sta iniziando a dare i primi risultati; l’alleanza anti-evasione, in scia all’accordo siglato in merito tra l’ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, e l’Amministrazione finanziaria, vede già 139 Comuni, pari al 40% rispetto al totale in Emilia-Romagna, a fianco dell’Agenzia delle Entrate per attuare anche in materia fiscale, ed in particolare per la lotta all’evasione ed all’elusione, il “federalismo“. E non a caso, sono già arrivati grazie a tali accordi i primi risultati concreti; secondo quanto reso noto dalla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate, infatti, i dati del patto anti-evasione aggiornati al 31 agosto del 2009 parlano di oltre 150 mila euro di maggior imponibile sulle imposte di registro, oltre 600 mila euro di maggior imponibile sulle imposte sui redditi, ovverosia Ires e Irpef, ed altri 225 mila euro di maggiori imposte accertate.

Abolizione ICI prima casa: Comuni battono cassa su mancato gettito

L’abolizione dell’imposta comunale sugli immobili (ICI) per quanto riguarda la prima casa è oramai in vigore da un po’ di tempo, e rappresenta una vera e propria “conquista” per i proprietari di immobili ad uso residenziale; era infatti ingiusto pagare una tassa per un bene che non ha carattere “speculativo“, ma che è utilizzato come dimora per se stessi e per la propria famiglia. Pur tuttavia, da tale provvedimento ad uscirne per certi versi con le ossa rotte sono stati i Comuni italiani, i quali hanno perso una importante fetta di introiti che in passato è servita per finanziare servizi primari per l’amministrazione come gli asili nido e la manutenzione stradale. Ebbene, in merito nei giorni scorsi, come riporta il Portale di ANCI Lombardia, si è espresso il Sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini, il quale, a conclusione della Conferenza Stato-Città, ha sottolineato come ci sia bisogno di chiarezza riguardo all’erogazione dei fondi a copertura del mancato gettito dell’ICI.

Roma dà il via alla sperimentazione del federalismo fiscale

Roma è ufficialmente il primo comune d’Italia a dare il via alla sperimentazione del cosiddetto federalismo fiscale, il noto provvedimento tributario adottato dal governo: la firma che sancisce l’avvio del programma è arrivata nella giornata di ieri, quando è stato concluso proprio in Campidoglio un protocollo d’intesa tra il sindaco della capitale, Gianni Alemanno, il presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), Sergio Chiamparino, e il presidente dell’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale dell’Anci (Ifel), Angelo Rughetti. Un’attuazione, dunque, molto importante, che viene già presentata come portatrice di risultati positivi in termini di servizi più efficienti, a tutto vantaggio dei cittadini. Ma, al di là dei proclami, cosa cambia con il federalismo fiscale?

 

Aosta può vantare l’Ici meno cara sulle seconde case

La città di Aosta sembra non seguire, caso forse più unico che raro, la tendenza del resto delle città italiane per quel che riguarda l’Ici sulle seconde case: in effetti, il capoluogo della Valle d’Aosta è l’unico che ha optato per l’aliquota minima dell’Imposta Comunale sugli Immobili, vale a dire il 4 per mille. Al contrario, se si vanno ad esaminare gli altri capoluoghi di provincia, ci si accorge che in oltre il 70% dei casi l’aliquota ordinaria che è stata scelta dal Comune per il tributo in relazione al 2009 è la più elevata, ovvero il 7 per mille. A Roma così come a Firenze, a Caltanisetta come a Treviso la scelta dell’aliquota è sempre quella massima: solamente per quel che concerne la città di Milano vi è un applicazione diversa, un’aliquota Ici del 5 per mille. Questa eccezione del capoluogo lombardo non deve comunque sorprendere; infatti, esso è stato recentemente interessato a una revisione della classificazione degli immobili nelle cosiddette “zone di pregio”, un’operazione che ha avuto come diretta conseguenza anche e soprattutto un aumento del valore del catasto e un importante recupero di gettito fiscale.

 

Fisco Emilia-Romagna: si rafforza alleanza anti-evasione

In Emilia-Romagna è già partita da parecchie settimane la lotta ed il contrasto all’evasione fiscale in senso “federalista” attraverso l’adesione dei Comuni della Regione al protocollo di intesa stipulato nei mesi scorsi tra l’Agenzia delle Entrate e l’ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani. Ebbene, nei giorni scorsi, nell’ambito dell’alleanza anti-evasione, anche i Comuni della riviera romagnola hanno aderito al protocollo finalizzato allo scambio di dati ed informazioni al fine di controlli mirati ed emersione di posizioni fiscali potenzialmente evasive. Trattasi, nello specifico, dei Comuni di Poggio Berni, S. Giovanni in Marignano, Cattolica, Misano Adriatico, Torriana, Verucchio, Riccione e Rimini. In questo modo, al fine di contrastare l’evasione fiscale, tra i Comuni aderenti, pari attualmente a 130, e la Direzione Regionale Emilia-Romagna dell’Agenzia delle Entrate, si può attivare una governance locale in grado di mettere a punto ai fini dei controlli un meccanismo di contrasto all’evasione di grande efficacia.

Evasione fiscale: fondamentale il ruolo attivo dei Comuni

In Italia un pensionato in media guadagna quanto un ristoratore. E’ questo il responso cui si è giunti dai dati relativi ai redditi percepiti dagli italiani nel 2007 in accordo con le rilevazioni del Ministero dell’Economia. Il dato per certi versi è “choc”, visto che non sembra assolutamente “reale”, ed alimenta i vecchi dubbi legati all’ingente evasione fiscale nel settore del lavoro autonomo. Il Fisco, a conti fatti, non ha un “controllo” sul giro d’affari e sull’andamento dell’attività del singolo lavoratore autonomo, ma si “fida” di quanto dichiara salvo poi, attraverso gli studi di settore ed altri strumenti di rilevazione, procedere eventualmente a dei controlli. Ma in futuro, in materia di accertamento e di lotta all’evasione fiscale, tutto sarà diverso visto che gradualmente anche per il fisco sarà applicato una sorta di “federalismo fiscale” che vede già in Italia molti comuni svolgere un ruolo attivo, tramite opportune segnalazioni, nell’individuazione di posizioni potenzialmente evasive da parte dei contribuenti.

Studi di settore: parte il restyling in chiave federale

Gli studi di settore, al fine di essere sempre più conformi ed al passo con le realtà economiche e territoriali nelle varie aree dell’Italia, aprono ufficialmente all’ingresso dei Comuni negli Osservatori regionali per mettere a punto, riguardo agli studi, un vero e proprio restyling in chiave federale. Non a caso, nella giornata di ieri, 3 luglio 2009, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate ha firmato un Provvedimento in virtù del quale i Comuni italiani apporteranno, grazie a rappresentanti dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), una effettiva partecipazione all’elaborazione degli studi di settore in sede di Osservatori regionali. Negli Osservatori regionali sugli studi di settore, quindi, è prevista in via permanente la presenza di un rappresentante dell’ANCI ai fini della individuazione di condizioni che a livello locale sono specifiche per l’esercizio di determinate attività. In futuro, gli studi di settore saranno così sempre di più predisposti sulla base di differenziazioni territoriali anche grazie alla nomina, nella Commissione degli Esperti, di due rappresentanti dell’ANCI.

Federalismo fiscale e Carta delle Autonomie

Prima l’autonomia fiscale e finanziaria dei Comuni e poi si potrà parlare di federalismo fiscale. Questa l’idea di Sergio Chiamparino, presidente dell’Anci, durante un forum all’Ansa. L’oggetto del forum: riforme, federalismo e Carta delle Autonomie. Secondo il presidente occorre una grande tassa locale, non importa quale ma deve garantire entrate certe:

Può essere l’Iva, può essere una forma di compartecipazione all’Iva o all’Irpef, – ha affermato Chiamparino – può essere una ridefinizione della tassazione sugli immobili, compresa anche delle tasse di registro, ripensate in maniera tale che siano i Comuni a determinarne le aliquote e le modalità attuative e gestionali. Questo é il banco di prova del federalismo fiscale. Noi abbiamo chiesto che per il 2010 ci sia chiarezza su questo punto. E se entro quella data i decreti attuativi non dovessero essere ancora pronti, la questione deve essere affrontata in Finanziaria. Sarà la prova del nove per capire se nelle intenzioni del governo e soprattutto della Lega Nord il federalismo fiscale è davvero la strada per il processo di modernizzazione responsabile della pubblica amministrazione o se è uno straccio, una bandiera da campagna elettorale.

Contrasto evasione fiscale: aumentano le adesioni nei Comuni dell’Emilia-Romagna

Sono sempre di più i Comuni italiani che hanno ufficialmente annunciato la propria collaborazione con l’Agenzia delle Entrate nell’ambito delle azioni di lotta e di contrasto all’evasione fiscale. Tempi duri, quindi, per chi non dichiara nulla o dichiara meno del dovuto e vive una vita agiata, magari con due/tre SUV intestati in famiglia; gli Enti locali, infatti, possono partecipare e compartecipare al recupero delle imposte evase in scia ad un accordo stipulato nell’ottobre scorso tra l’ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, e l’Agenzia delle Entrate. Nel dettaglio, le amministrazioni locali hanno facoltà di poter incrociare, attraverso uno scambio informativo con i dati dell’anagrafe tributaria, i dati relativi, ad esempio, ai contratti di affitto, utenze di gas, acqua e luce, ma anche quelli di successioni e bonifici bancari. In Emilia-Romagna, intanto, c’è stato a partire dal 2009 un boom di adesioni proprio riguardo alla collaborazione con l’Agenzia delle Entrate nelle azioni di contrasto all’evasione fiscale.