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La Spagna tasserà la vendita di elettricità

Le tasse saranno pure impopolari, ma non c’è governo che non faccia ricorso ad esse per fronteggiare e risolvere i propri problemi finanziari: uno dei tanti casi è senza dubbio quello della Spagna, con il paese iberico che è da tempo in difficoltà economiche. Di conseguenza, il governo di Madrid ha deciso di imporre una tassazione ben precisa su quei ricavi che derivano dalla vendita di energia elettrica. L’annuncio è stato fatto direttamente dal ministro dell’Energia spagnolo, Josè Maria Soria, il quale ha elencato quelle che sono le caratteristiche principali del tributo in questione.

In pratica, si provvederà a tassare la generazione di elettricità con una aliquota pari al 6%. Questo vuol dire che tutti i settori coinvolti non potranno scampare, dal termoelettrico alle energie rinnovabili più comuni, passando anche per quella nucleare. Il funzionamento dell’imposta è presto detto. Dai ricavi che i produttori riusciranno a conseguire grazie a tali cessioni, incluse quelle che fanno riferimento agli incentivi per il fotovoltaico, si provvederà a detrarre la tassa in questione; dunque, i produttori stessi pagheranno di tasca loro, con quelli che sono attivi nel comparto nucleare che verseranno le somme relative ai rifiuti radioattivi, mentre quelli attivi nell’idroelettrico dovranno prestare la massima attenzione all’acqua che è stata sfruttata.

Una ulteriore tassa differenziata, poi, è prevista per l’inquinamento che viene provocato dal carbone e dal petrolio, tipicamente presenti nelle centrali elettriche. Si tratta di una vera e propria stangata fiscale e ovviamente i malumori e le proteste non mancano: la Spagna intende ridimensionare le proprie perdite per il mantenimento delle tariffe elettriche, a bassi livelli per sostenere l’economia, quello che viene definito solitamente come “tariff deficit”. Tra i più agguerriti vi sono i produttori del fotovoltaico, i quali hanno già dovuto affrontare una riduzione delle relative tariffe incentivanti diverso tempo fa, un taglio che è stato posto in essere in maniera retroattiva.