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Pechino è pronta a tassare gli ingorghi stradali

Quanti di noi si sono trovati “imbottigliati” nel traffico, di mattina e di sera, e hanno finito per innervosirsi? Praticamente, questa situazione è capitata a ogni automobilista, ma se ci dovessimo trovare nelle strade cinesi, allora i nervi salterebbero di sicuro: gli ingorghi e il conseguente traffico stradale sono infatti la nuova frontiera dell’imposizione fiscale, almeno nell’ex Impero Celeste. Cosa sta accadendo esattamente? La municipalità di Pechino ha deciso di rendere ancora più complicate queste situazioni, prevedendo delle multe per coloro che si dovessero rendere protagonisti del traffico stesso. L’intento di questo progetto, il quale vuole essere un adeguato corredo al piano stradale della capitale asiatica, è quello di rendere più vivibile la viabilità, divenuta un disastro da tre anni a questa parte, vale a dire da quando sono terminate le Olimpiadi del 2008 organizzate proprio dalla città.

Dobbiamo infatti ricordare che si sta parlando della seconda economia internazionale e di una delle capitali più popolose, con ben venti milioni di abitanti. La tassa in questione è comunque piuttosto nebulosa, dato che non se ne conoscono le caratteristiche precise, ma ha già fatto montare diverse polemiche e si è conquistata numerosi detrattori. Come ha precisato per il momento il comune, i responsabili dell’ingorgo saranno costretti a pagare delle multe salate, ma in che modo sarà possibile comprendere le reali dinamiche del traffico e individuare un “colpevole”? L’idea può sembrare paradossale, ma è pronta a divenire una realtà concreta.

Le autovetture che solcano le tratte pechinesi sono quasi cinque milioni e l’intasamento è praticamente inevitabile, soprattutto nelle ore di punta come accade in tutte le metropoli che si rispettino: sembra quasi che la città abbia voluto rimediare ai fallimenti precedenti con una iniziativa estrema, dato che il traffico non è diminuito nemmeno con i nuovi parcheggi e i limiti imposti all’acquisto delle macchine, stavolta si rischia invece di adottare una misura che è solamente impopolare.