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La tassa sulle emissioni aeree rischia la soppressione

Uno dei possibili alleati della lotta all’inquinamento atmosferico rischia di essere sospeso e cancellato: si tratta della tassa sulle emissioni aeree, un tributo che è stato progetto proprio per evitare l’emissione eccessiva di anidride carbonica attraverso i vettori, ma gli ultimi avvenimenti stanno facendo letteralmente vacillare la misura in questione. In effetti, potrebbe essere la stessa Unione Europea a raccomandare tale passo indietro, in modo da scongiurare qualsiasi tipo di discordia con le due principali economie a livello internazionale, gli Stati Uniti e la Cina. In cosa consiste il problema, visto che si sta parlando di una imposta virtuosa e utile?

Nello specifico, le compagnie aeree possono conseguire dall’Ue un certificato che le autorizza ad emettere l’anidride, mentre per il resto l’emissione viene regolata entro certi limiti, superati i quali è necessario pagare una tassa. Le proteste più risentite sono state quelle cinesi e indiane, mentre il Senato americano è addirittura intenzionato a porre il veto in questo senso. L’atteggiamento maggiormente deciso, però, è stato proprio quello del governo di Pechino. In effetti, quest’ultimo si è reso protagonista del divieto imposto a sei vettori nazionali per quel che concerne il versamento dell’imposta europea sulle emissioni: la convinzione dell’esecutivo dell’ex Impero Celeste è che questa misura fiscale sia del tutto contraria ai principi della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, oltre alle norme internazionali che regolano l’aviazione civile.

Il possibile allargamento alle compagnie di nazionalità non europea sta miseramente fallendo. Eppure, l’Emissions Trading Scheme dell’Unione Europea rappresenta uno dei provvedimenti di maggiore portata per quel che concerne le emissioni di gas serra: le ultime stime parlano chiaramente di quattromila vettori che saranno costretti a versare la tassa, dunque il gettito potrebbe essere davvero importante. I capricci delle superpotenze e dei mercati emergenti stanno avendo la meglio e purtroppo Bruxelles sta dimostrando di non avere la forza e la capacità necessaria di far valere le proprie decisioni.